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Gli alpini come operai con la scopa sulla pista da bob di Cortina: ecco la foto-prova. Ma Salvini dice: “Non so nulla”

In molti, compresa la stampa, hanno negato l'impiego dei militari nel cantiere: uno scatto lo testimonia. Chi ha ordinato il distacco? In che cosa è consistito il lavoro? Nessuno per ora sa rispondere, nemmeno il ministro
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La prova fotografica è inoppugnabile. Qualche giorno fa tre alpini sono stati immortalati all’interno del cantiere di Impresa Pizzarotti, che stava cercando di ultimare la pista da bob di Cortina, intenti a lavorare come operai. Un ragazzone in tuta mimetica ha una scopa in mano, l’elmetto (non militare, ma da operaio) in testa e il giubbotto che si deve per regolamento indossare quando si mette piede nei luoghi dove è in corso una costruzione. A fianco c’è un raschietto utilizzato nella ghiacciatura della pista che serve per le Olimpiadi invernali. In secondo piano altri due militari, vestiti allo stesso modo, sono ritratti accanto a un civile con un badile in mano. Ilfattoquotidiano.it ha già pubblicato la foto di un pullmino (vedi sotto) servito per portare nel cantiere i militari, adesso la nuova istantanea è la conferma che corrispondeva al vero quello che Fabio Massimo Saldini, commissario governativo di Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, aveva dichiarato a un giornale locale il 16 marzo scorso.

“Le alte temperature dell’aria, in questa primavera anticipata, hanno reso più complessa la ghiacciatura, poiché per ora c’è soltanto la struttura in cemento, senza l’isolamento di tutte le parti accessorie, che saranno completate nei prossimi mesi”, erano state le sue parole. “Pertanto si è reso necessario costruire, a tempo di record, un grande serpentone di legno e teli di materiale plastico, una sorta di serra, una protezione lungo molte parti della pista. Oltre ai dipendenti abituali, sono stati di grande aiuto i militari, le truppe alpine dell’Esercito. In questo modo si mantiene un microclima più freddo attorno alla parte di scivolamento e il risultato si è visto subito: da due giorni stanno ghiacciando la pista, nei trentatré settori in cui è divisa, ognuno con una temperatura differenziata”.

Senza gli alpini, impiegati come operai, sarebbe quindi stato problematico raggiungere il risultato di farsi trovare pronti per la pre omologazione che comincia il 25 ottobre, preceduta da una cerimonia a cui sarà presente il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. La notizia dell’intervento dell’Esercito ha suscitato polemiche. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, aveva annunciato un’interrogazione al ministro Piantedosi, per conoscere la legittimità di questa commistione tra l’attività di un’impresa civile e la presenza di personale militare. Come effetto, la parlamentare ha dovuto incassare alcuni articoli di giornale e commenti critici, per quella che è stata definita una gaffe, visto che i militari sarebbero stati a Cortina (e in Val Pusteria) solo per un’esercitazione sulla neve. In realtà l’esercitazione c’è stata, ma c’è stato anche l’impiego degli alpini, come testimonia ora la foto.

Chi ha ordinato il distacco degli alpini? In che cosa è consistito il lavoro? Per quanti giorni è durato? A queste domande finora nessuno ha dato risposta, né Simico, né le autorità militari. Il ministro Matteo Salvini sembra cadere dalle nuvole e dice di non saperne nulla. Assieme a Claudio Andrea Gemme, amministratore delegato di Anas, è salito a Valle di Cadore per esaminare lo stato di avanzamento dei lavori di tre varianti stradali (Tai di Cadore, Valle di Cadore e San Vito di Cadore) che avrebbero dovuto essere pronte per i mondiali di sci a Cortina del 2022 e che potrebbero essere aperte al traffico a fine 2025, in extremis per le Olimpiadi.

A domanda, Salvini risponde che lui non fa il capocantiere, ma il ministro, e quindi non sa se gli alpini siano stati impiegati a lavorare alla stregua di operai. “Io amo gli alpini, non so se hanno lavorato… io sono a Cortina fra mezz’ora, quindi ci sarà l’amministratore delegato di Simico e lui dovrebbe sapere se hanno lavorato gli alpini. Onestamente non faccio il capo cantiere, ma il ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Adoro gli alpini e ovunque ci siano gli alpini io sono contento”. Le polemiche? “Che ci sia una discussione sulla presenza o meno di alpini a Cortina, dal mio punto di vista è surreale, perché non vedo che tipo di fastidio possano dare gli alpini alle comunità. Anzi gli alpini ovunque vadano portano serenità… Quindi ho seguito il dibattito che è surreale: cosa ci fanno gli alpini a Cortina? Ma viva gli alpini”.

La chiude così, rimandando la domanda a Simico, anche per l’eventuale rispetto delle procedure di cantiere. Nella sua apparizione a Valle di Cadore, il ministro ha confermato che le tre varianti sono in fase avanzata di lavorazione. Quella di San Vito è quasi al 50 per cento, le altre due al 70 per cento. Entro due mesi cadranno i diaframmi di due gallerie. Saranno pronte per le Olimpiadi o saranno altre incompiute da aggiungere all’elenco? “L’obiettivo è quello di ultimarle per la fine dell’anno, anzi prima, per la stagione invernale”. Il commento su almeno cinque anni di ritardi? “Ne ho ereditati molti di ritardi, ma abbiamo recuperato, anche se abbiamo dovuto fare i conti con farfalle rare, agli selvatici e reperti archeologici…”.

Meno diplomatico, rispetto alle dichiarazioni di Luana Zanella, Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta in consiglio regionale. “Una parte della Sinistra continua ad avere un problema ideologico verso gli Alpini. Le Penne nere sono un orgoglio nazionale, non l’avanguardia di una parte politica. Affermare che Cortina è stata trasformata in una città sotto assedio in funzione dei Giochi olimpici è quindi qualcosa di inaccettabile e vergognoso. Le Penne nere dedicano milioni di ore al volontariato e al Paese: vanno ringraziate, non di certo denigrate. Giù le mani dagli Alpini”.

L’amministratore delegato Gemme ha confermato l’impegno di Anas per ultimare le tre varianti in Cadore, verificando cronoprogramma e avanzamento dei lavori. In realtà le varianti inserite nel piano Anas già dal 2019 erano quattro. Manca la Variante sud di Cortina, che è inserita in un lotto dei lavori olimpici. Se va bene, comincerà soltanto nel 2027, un anno dopo le Olimpiadi.

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