Gracceva, la storia del ‘Maresciallo Rosso’ che organizzò l’incredibile evasione di Saragat e Pertini

In un’epoca in cui la destra rialza la testa per affermare un’egemonia culturale e delle convinzioni storico-politiche traballanti quanto pericolose, è importante rispolverare nodi cruciali della Storia che ha fatto l’Italia, unita, antifascista, democratica e repubblicana. E magari ritrovare nelle nobili pagine anche personaggi a cui la memoria collettiva non ha tributato abbastanza onori e attenzioni. E’ il caso di Giuseppe Gracceva, il Maresciallo Rosso, senza la cui eroica azione non avremmo avuto due presidenti della Repubblica come Giuseppe Saragat e Sandro Pertini, evasi da Regina Coeli proprio grazie al capo militare della Brigata Matteotti.
Peppino, 38 anni, fieramente socialista e protagonista della Resistenza romana all’orrore nazi-fascista dal 10 settembre 1943 al 4 giugno 1944, su ordine di Pietro Nenni, mise a segno la più grande beffa subita da Priebke e Kappler: l’evasione di Saragat e Pertini condannati alla pena capitale dalle Ss. Coinvolti, e fondamentali, nell’operazione di salvataggio anche i socialisti Marcella Ficca, Giuliano Vassalli, Alfredo Monaco e Filippo Lupis. I due futuri presidenti erano rinchiusi a Regina Coeli già da tre mesi, lo stesso Gracceva aveva trascorso cinquanta giorni nella famigerata prigione di via Tasso, dove in precarie condizioni di salute subì anche indicibili torture.
Eppure fu proprio Peppino Gracceva a coordinare l’incredibile evasione di Saragat e Pertini, che erano stati arrestati il 13 ottobre 1943, lo stesso giorno in cui finalmente il maresciallo Badoglio fu costretto dagli eventi a dichiarare guerra alla Germania nazista. Era il 20 gennaio 1944 e possiamo rivivere i colpi di scena nel rapido susseguirsi di quegli eventi straordinari, percependo quasi l’adrenalina dei protagonisti, grazie alla preziosa opera, frutto di una ricerca accurata, di Massimiliano Amato, oggi condirettore della storica rivista Critica sociale, fondata da Anna Kuliscioff e Filippo Turati nel 1891.
Non resta che ordinare in libreria Gracceva, l’avventurosa vita del partigiano che salvò Pertini e Saragat (Arcadia edizioni), un libro che “ci consente – scrive nella prefazione Alberto Benzoni (socialista della sinistra lombardiana e dal 1976 al 1981 vicesindaco di Roma nella mitica giunta Argan) – di respirare aria pura e di guardare in modo diverso a un mondo lontano. E nel segno di una memoria comune perché condivisa, baluardo essenziale contro chi opera costantemente per cancellarla”.