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Eurogate, rinviata la decisione sull’estradizione dell’assistente di Martusciello. Verifiche sulla sua salute

Il giudice ha accolto la richiesta degli avvocati di prendere atto della traduzione degli atti dal francese e di svolgere verifiche mediche sulla donna
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Nessuna estradizione in Belgio, almeno per ora, per l’assistente dell’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello, Lucia Luciana Simeone, arrestata nell’ambito dell’inchiesta della Procura federale belga sulla presunta corruzione da parte dei lobbisti di Huawei nei confronti di alcuni europarlamentari. La Corte d’Appello di Napoli ha rinviato la decisione, prevista per il 25 marzo, al 1 aprile accogliendo la richiesta dei legali di Simeone, gli avvocati Antimo Giaccio e Claudio Pollio, di acquisire e prendere atto della traduzione dal francese all’italiano del mandato di arresto europeo emesso dalla procura belga e notificato la scorsa settimana. Inoltre, sostengono, in contrasto con l’estradizione ci sarebbero anche le condizioni di salute non buone della donna che le hanno impedito anche di partecipare all’udienza di martedì al termine della quale è stata presa la decisione.

Proprio sulla condizione fisica dell’assistente parlamentare dovranno essere prese delle decisioni da parte dei giudici napoletani. Gli avvocati hanno infatti chiesto che l’indagata, 47 anni, venga sottoposta a una visita medica e indicato il professionista che potrebbe recarsi a casa della Simeone a Ercolano per effettuare i controlli. Se la sua situazione dovesse risultare incompatibile con un’estradizione all’estero, per lei si dovrebbero trovare soluzioni alternative.

La donna è finita nell’inchiesta che ha travolto anche il capodelegazione forzista all’Eurocamera, che ha di conseguenza deciso di non candidarsi alla presidenza della Regione Campania, per un bonifico da mille euro arrivato sul suo conto e proveniente da quello del portoghese ex assistente di Martusciello, Nuno Wahnon Martins, considerato insieme al capo lobbisti di Huawei a Bruxelles, Valerio Ottati, una delle menti del presunto sistema corruttivo in seno al Parlamento Ue. Quei soldi, ipotizzano i magistrati belgi, sono solo una piccola fetta delle ricompense destinate agli eurodeputati che si sono spesi per favorire la posizione del colosso cinese delle telecomunicazioni nella corsa al 5G europeo.

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