Si scusa con gli italiani per aver detto una parolaccia in pubblico. Non si scusa con il giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini dopo averlo insultato con l’epiteto di “pezzo di m…” davanti ad altri cronisti. Il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli rilancia il suo attacco nei confronti del cronista parlamentare autore del libro Fratelli di Chat. Il braccio destro della premier Giorgia Meloni racconta di aver pronunciato più volte quella parola perché “non pensava di essere registrato”: “Non uso parolacce in pubblico, in privato ahimè succede, chiedo scusa a tutti gli italiani che in privato non hanno mai detto una parolaccia”. Donzelli aggiunge: “Quando mi hanno chiesto di parlare off the records, ho detto che non avrei parlato con questa persona perché non mi fido e perché non ha la mia stima, usando dei termini che non sono i miei in pubblico ma che erano in privato. E questa persona conferma che non merita la mia stima perché registrava di nascosto queste mie parole e le ha pubblicate“. Resta che l’espressione scelta fa capire anche la considerazione che si ha per i giornalisti, viene fatto notare a Donzelli. “Dei giornalisti non mi permetterei mai – insiste Donzelli – Ma di quella persona, a prescindere dalle parole che sono private e e in pubblico non le userei, confermo tutta la mia disistima, anche di come fa il giornalista”.
Qual è il motivo di tanta disistima che spinge il capo dell’organizzazione del primo partito d’Italia di additare un giornalista? Secondo Donzelli Salvini “si è comportato in modo gravemente scorretto”. Cioè aver pubblicato un libro con conversazioni virtuali, a contenuto politico, tra esponenti politici. “Non entro nello specifico – continua il deputato meloniano – perché l’ho segnalato alla Procura e agli organi competenti perché un magistrato non può leggermi le chat, lo ha fatto lui per 6 anni”. “Se uno mi ha spiato per 6 anni il cellulare – dirà ancora poco dopo – e ha pubblicato e sta facendo soldi per vendere le mie chat private sul cellulare, spiate per 6 anni se permettete posso avere un problema di stima?”. Come ripetuto più volte, per altro, le chat pubblicate nel libro – selezionate accuratamente con i soli aspetti politici – non sono frutto di uno “spionaggio”, ma sono state messe evidentemente a disposizione da qualcuno che in quella chat si trovava.
Donzelli ha fatto un parallelo tra il suo insulto e un altro caso di queste ore, che coinvolge l’ex premier Romano Prodi: “In chiaro rispetterò sempre qualunque giornalista perché fate il vostro lavoro e lo rispetto, non tirerò i capelli – dice riferendosi al caso di Prodi con la giornalista di Rete4 – Se qualcuno viene a parlarmi off, se voglio parlo se non voglio no”. Il deputato di FdI però non si scusa e non fa passi indietro. “Non penso mi sia scappata la frizione – risponde, tentando di sviare ancora – Penso sia scappata alle associazioni stampa che non hanno detto una sola parola in difesa giornalista aggredita da Prodi”. E ancora: “State montando il caso per giustificare Prodi. Se avessi saputo di essere registrato avrei espresso lo stesso concetto senza parolacce”.