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Religione cattolica, crescono il numero di studenti che chiedono l’esonero a scuola: i dati Uaar

A dirlo è il report dell'Uaar che fa il punto nelle scuole statali italiane: 1 milione e 164mila studenti totali sono stati "esonerati" nell'anno scolastico 2023/2024
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Aumentano gli studenti che rinunciano a seguire l’ora di religione cattolica a scuola. A dichiararlo è il report dell’Uaar (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) sulla frequenza dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole statali italiane, che registra un aumento dei cosiddetti “esonerati”. Rispetto al 15,5% del 2022/23, l’anno scolastico 2023/24 registra una media del 16,62%, ovvero 1 milione e 164mila studenti totali che scelgono di non seguire le lezioni di religione. Una notizia che conferma il trend e che arriva proprio mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato un rafforzamento dell’insegnamento della religione nei programmi scolastici.

Nella classifica dei primi Istituti col più alto numero di “esonerati” il report colloca al primo e al secondo posto il professionale e tecnico “Olivetti” di Ivrea (90,7% e 87,88%), tallonato subito dopo dall’Istituto tecnico “Sassetti-Peruzzi” di Firenze con l’86,78% di esonerati, e dalla primaria “Nazario Sauro” di Monfalcone (GO) con l’86,45%. Il quinto posto è dell’Istituto professionale “Mario Carrara” di Novellara (Re) con l’86,29% di “esonerati”. In effetti Firenze si riconferma la prima città capoluogo con percentuale più alta: il 51,51%. Seguono i Comuni di Bologna (47.29%), Aosta (43,58%), Biella (40,62%), Mantova (40,54%), Brescia (38,6%), Trieste (37.94%) e Torino (37,67%). Solo Taranto, Benevento e Barletta presentano percentuali bassissime, inferiori al 3%.

Proseguendo nella classifica degli Istituti scolastici, primi tra i licei il “Leon Battista Alberti” di Firenze (84,65%), tra le secondarie di primo grado le “Rodari” di Torre Pellice (TO) con l’83,70% mentre con l’83,58% dei bambini di 3-5 anni di età sono le “San Giacomo” di Brescia a risultare in testa alle scuole dell’infanzia. Il dato nazionale per tipo di scuola vede al primo posto gli Istituti professionali con il 27,83%, al secondo gli Istituti tecnici con il 25,31 e al terzo i licei con il 18,48%. Scuola secondaria di primo grado, primaria e scuola dell’infanzia si posizionano tra il 15,77 e il 12,4%.

Per quanto riguarda l’intero territorio provinciale restano in testa sempre Firenze (39,79%) e Bologna (38,15%), un asse che vede dal lato opposto a Napoli (al terzultimo posto con il 2,93%), Barletta-Andria-Trani (2,13%) ed Enna (1,99%). Allargando il quadro ad una prospettiva regionale invece, in testa c’è la Valle d’Aosta con il 32,53%, seguita dall’Emilia Romagna (29,33%) e dalla Toscana (29,01%). L’andamento generale comunque attesta come la tendenza sia preponderante al Nord, con percentuali che gravitano intorno al 25%, mentre il Centro Italia (in particolare Marche, Lazio, Umbria) si radicano sul 15% circa. Scendendo lungo lo stivale, il Meridione si conferma sotto il 5%, ad eccezione dell’Abruzzo che riporta un 10% di “esonerati” alla stregua della Sardegna.

Secondo Roberto Grendene, segretario nazionale Uaar, il crescente numero di ragazzi e ragazze che si affranca dall’insegnamento di religione è il segnale che “sempre più famiglie chiedono una scuola laica. Bisogna iniziare a pensare ad un sistema nazionale d’istruzione privo del fardello dell’ora di religione cattolica“.

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