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Se l’Unione Europea vuole la guerra, allora è meglio lasciarla!

Per fare un esercito la Ue dovrebbe farsi Stato, come suggerisce (velleitariamente) Mario Draghi. Ma sarebbe uno Stato senza democrazia
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Chi è per la pace e contro la guerra dovrebbe combattere anche questa Unione Europea che – contro la volontà dei popoli – sta militarizzando l’Europa e sta montando un’isterica campagna di odio bellicistico verso la Russia che mette in pericolo tutti gli europei. Donald Trump è certamente un politico fascistoide: ma l’unica cosa buona che sta facendo – paradossalmente anche a favore dell’Europa che lui odia – è cercare di concludere la guerra in Ucraina. La Ue invece ostacola il suo sforzo in nome di una “pace giusta”(?) e del ritiro completo e senza condizioni della Russia, evidentemente impossibile dal momento che Putin sta vincendo la guerra. Continuare la guerra, come vorrebbe la Ue guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, mette in pericolo 450 milioni di europei e, ancora di più, l’Ucraina: i russi potrebbero infatti raggiungere il porto di Odessa e chiudere a Kiev l’accesso al mare.

E’ dunque ora di chiudere il conflitto, anche se la conclusione sarà certamente negativa per il presidente Zelensky. Del resto lui stesso è un pessimo politico. Sobillato dagli americani, ha abbandonato lo status di neutralità dell’Ucraina per chiedere l’adesione alla Nato – un’organizzazione militare antirussa che ha combattuto e perso guerre di attacco (e non di difesa) in Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria e Libia, provocando centinaia di migliaia di morti innocenti -: così ha contribuito in maniera decisiva a scatenare l’invasione di Putin e alla catastrofe del suo popolo. Putin aveva avvertito che considerava l’adesione alla Nato da parte di Kiev una minaccia diretta alla sicurezza russa e una linea rossa da non oltrepassare: Zelensky ha trascinato irresponsabilmente il suo popolo in una guerra persa in partenza contro la potenza atomica russa.

Se la Ue di Ursula – seguendo gli interessi del presidente francese Emmanuel Macron, del premier britannico Keir Starmer e delle industrie delle armi – accontentasse Zelensky e riuscisse a ostacolare i tentativi di Trump, porterebbe gli europei vicino o dentro alla guerra atomica, semplicemente perché la Russia non cederà mai sulla neutralità politica e militare dell’Ucraina. Se Bruxelles non accettasse la pace che verrà in Ucraina, allora il governo italiano farebbe bene a prendere in seria considerazione la possibilità o la necessità di lasciare questa Ue irresponsabile, stupida, impotente ma guerrafondaia.

Bruxelles vuole riarmarsi per prepararsi all’attacco russo. Ma credere che la Russia voglia conquistare l’Europa è paranoico. Putin è certamente un dittatore ma non è uno stupido e, dopo le grandi difficoltà militari incontrate nella pur inferiore Ucraina, è praticamente impossibile che voglia aggredire gli europei e la Nato. E’ meglio avere la Russia amica piuttosto che nemica.

Una difesa coordinata a livello europeo è tuttavia necessaria. Ma la tedesca Ursula, il presidente italiano Sergio Mattarella, la segreteria del Pd Elly Schlein possono mettersi il cuore in pace: non ci sarà mai un esercito europeo. Non può esserci prima di tutto perché Maastricht prevede che la Ue abbia competenze dirette sull’economia ma non sulle questioni della politica estera e della difesa: queste restano e resteranno (fortunatamente) prerogative delle democrazie nazionali. Se Ursula cercasse di costruire l’esercito europeo abuserebbe del suo mandato. Francia e Germania stanno cercando di formare la “unione armata dei volenterosi”, ma la Ue è fuori dai giochi.

Per fare un esercito la Ue dovrebbe farsi Stato, come suggerisce (velleitariamente) Mario Draghi. Infatti solo uno Stato può decidere una sua politica estera e avere un suo esercito. Ma la UE che riunisce 27 paesi differenti non potrà mai avere una strategia unitaria: già oggi Germania e Francia hanno idee molto diverse sull’Ucraina. Anche se la Ue diventasse uno Stato, sarebbe uno Stato senza democrazia. La Ue infatti è un’organizzazione dispotica con una verniciata molto sottile di democrazia. A Bruxelles decidono i capi di governo riuniti nel Consiglio Europeo, e il Parlamento – eletto su base nazionale, e quindi non europeo – ha solo un potere di veto su alcune materie. I popoli europei non hanno nessun controllo democratico su Bruxelles.

Per rimediare all’impotenza della Ue Mattarella e Schlein reclamano l’accelerazione del processo decisionale grazie all’introduzione del voto di maggioranza (qualificata) al posto del voto all’unanimità – richiesto attualmente per le questioni più importanti, relative per esempio alla difesa e al fisco –. Ma questa pretesa peggiora l’autoritarismo della Ue e comunque è destinata a fallire. Nessuna piccola o media nazione (Italia compresa) vuole cambiare sistema di voto con il rischio di dovere andare in guerra solo perché la maggior parte degli altri Stati – guidati da Francia e Germania (che detengono la maggioranza relativa) – la votano.

Se si adottasse il voto a maggioranza sulle questioni della difesa, l’uscita dell’Italia democratica dalla Ue non democratica sarebbe pienamente giustificata.

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