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Il video della commissaria Ue mi lascia allibito: sembra fatto per conferire status a un’istituzione che ne è priva

Non importa se ci sarà o non ci sarà questa aggressione ma importa che la situazione emergenziale conferisca alla Commissione un ruolo direttivo
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Sono rimasto allibito di fronte al video della commissaria europea, l’equivalente di un ministro, Hadja Lahbib. Non ha alcun senso logico di fronte alla terza guerra mondiale dotarsi di una borraccia e un coltellino svizzero. Soprattutto il modo in cui lei si presenta, con un grande sorriso, mentre parla di un futuro terribile di guerra e necessità di dotarsi di un kit per sopravvivere tre giorni (e dopo?…) lascia esterrefatti.

Riflettendoci mi sono reso conto che questo video utilizza i meccanismi dello spot pubblicitario in cui con fare sorridente, in un tempo breve, si cerca di far passare un messaggio reale con dietro spesso messaggi subliminali. Il messaggio subliminale è una informazione che viene veicolata al di sotto della consapevolezza cosciente attraverso meccanismi che in psicologia si definiscono inconsci o subconsci. L’intento è quello di influenzare solo marginalmente i pensieri colpendo soprattutto le emozioni e gli istinti primitivi. L’istinto più primordiale dell’essere umano è quello di “attacco-fuga” che si attiva automaticamente, nelle basi anatomiche del sistema nervoso (amigdala/ipotalamo), di fronte a prospettive che incutono timore producendo neuromediatori che provocano la predisposizione del corpo ad aggredire e fuggire. Una emozione o una informazione correlata a questa sensazione, che ripeto avviene senza il controllo cosciente, rimane appiccicata nel nostro subconscio in modo molto profondo.

La risposta possibile, a meno di ritenere la commissaria una perfetta sciocchina, è che voglia incidere con questo spot sugli istinti profondi per farci sentire che la guerra è ineluttabile, anzi è necessaria, quasi doverosa. A questo punto viene da chiedersi: come mai c’è questa spinta guerriera? Possibile che non si rendano conto che una guerra convenzionale con la possibilità di divenire atomica è una prospettiva terribile?

La risposta che ho provato a darmi come psicologo è che vi sia un motivo nascosto che porta a prefigurare l’ineluttabilità della guerra per poi, si spera, pensare di non precipitarci. La Commissione europea da un punto di vista dei poteri reali è un organo privo di decisionalità e autorità. I governi nazionali sono quelli che contano. Una eccezione però si è appalesata con l’emergenza Covid. Di fronte a un pericolo grave e generalizzato la Commissione europea ha assunto un ruolo importante emanando direttive e acquistando i vaccini (con uno spreco di circa due miliardi di euro per un eccesso di compere). La Commissione europea orfana dell’emergenza Covid negli anni successivi ha cercato nuove emergenze che la rivitalizzassero. Aveva trovato l’emergenza ambientale con conseguente direttiva sulle automobili (che ha distrutto parte della produzione europea) ed ora si è attaccata all’emergenza “invasione russa”. Non importa se ci sarà o non ci sarà questa aggressione ma importa che la situazione emergenziale conferisca alla Commissione un suo status e un ruolo direttivo.

Come mai i governanti dei vari stati seguono la Commissione europea nella sua ricerca di sempre nuove emergenze? Le ragioni sono spesso di politica interna. Partecipare a un vertice in cui si decide sulla sicurezza prima sanitaria (Covid) poi ambientale (riscaldamento climatico) ora bellica (invasione russa) conferisce al primo ministro o al presidente un palcoscenico in cui farsi bello a prescindere dal gradimento interno e indipendentemente dall’impoverimento di fette consistenti della popolazione. Più i consensi all’interno della nazione calano più l’attivismo europeo, che abbiamo visto si regge su scuse più o meno reali di tipo emergenziale, diviene preponderante. L’esempio più eclatante è il presidente francese che proprio perché in patria è in nettissima minoranza (il suo è il terzo raggruppamento politico) si è buttato a capofitto nell’impresa emergenziale creata alla bisogna: “prepararsi alla guerra”. La nostra premier, forte di un consenso interno ancora abbastanza intatto, si può smarcare ma continua ad avere bisogno della passerella europea per far dimenticare la drammatica diminuzione del potere d’acquisto che sta vivendo la società italiana.

Naturalmente queste riflessioni sono solo una interpretazione dei comportamenti della Commissione europea e di alcuni governanti. L’alternativa è pensare che, con chissà quali dati a loro disposizione, i commissari credano veramente che la terza guerra mondiale è imminente e che la Russia ci sta per attaccare. Se così fosse, presentare un video con gli oggetti da tenere nella borsetta sarebbe da veri imbecilli.

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