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Meta Ai installata in Whatsapp: 2 miliardi di potenziali allenatori. Tutti i dubbi su privacy e concorrenza

L’unico modo per tentare di “eliminarla” dalla propria app è compilare un modulo di richiesta online. Che però Meta si riserva di accettare oppure no
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Non si può disattivare. Se nel vostro Whatsapp da qualche giorno è comparso un cerchietto azzurro e lilla che vi conduce in una chat con Meta Ai, l’intelligenza artificiale di Meta, sappiate che non c’è modo di farlo scomparire. È installato nella app stessa e l’unico modo per ignorarlo è non porgli domande e non interagire. E se col tempo Meta Ai dovesse raggiungere tutto il mondo, avrebbe quasi due miliardi di potenziali addestratori della sua intelligenza artificiale (che corrispondono agli utenti di Whatsapp globali) che potrebbero trovare comodo interrogare una Ai già contenuta nella stessa app senza uscire e aprire Google per interrogare Gemini o andare su ChatGpt. Un vantaggio competitivo non da poco, senza però che abbiano mai dato l’ok a questa implementazione. La spiegazione fornita del social network a chi ha sollevato il problema è che la funzione non raccoglie dati degli utenti per profilarli e che quindi si possa evitare l’opt in/opt-out. L’unico modo per tentare di “eliminarla” dalla propria app è compilare un modulo di richiesta online. Che però Meta si riserva di accettare oppure no.

Di cosa parliamoMeta Ai è stato in realtà implementato anche su Facebook e Instagram. Viene descritto come un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale che dialoga con gli utenti attraverso semplici messaggi, risponde a domande pratiche, aiuta nella creazione di contenuti e rende più semplici molte attività quotidiane. Come dicevamo, non serve installare app né addirittura serve uscire dall’app. Basta iniziare una conversazione come si farebbe normalmente con un qualsiasi contatto WhatsApp o Messenger o nei Direct di Instagram. Si possono chiedere informazioni come fosse un motore di ricerca oppure di produrre testi o immagini personalizzate. Ma anche pianificare appuntamenti, prenotazioni di servizi, traduzioni.

Privacy e timori in Ue La prima preoccupazione di tutti gli utenti che si sono ritrovati con questa novità sul telefono riguarda la privacy. Meta Ai, nella descrizione che appare in chat, spiega che i dati per allenare la sua Intelligenza Artificiale si limitano a quelli contenuti nella sola conversazione con Meta Ai e che non è in grado di leggere i contenuti delle conversazioni private né di raccogliere alcun dato da lì. Raccomanda di non condividere informazioni personali e spiega di “condividere le informazioni con partner selezionati in modo che Meta Ai possa fornire risposte pertinenti”. In Italia e in Ue le tutele dovrebbero essere sempre così garantite, visto che i regolamenti europei – a partire dal Gdpr – non permettono diversamente. E’ anche il motivo per cui Meta Ai è arrivato in Ue due anni dopo il lancio negli Usa e in molti altri Paesi. La resistenza delle autorità europee, incluse quelle della Commissione irlandese per la protezione dei dati, ha rallentato l’iter di Meta per “incertezza normativa”. Incertezza che evidentemente è stata superata.

E se si espandesse?Qualche timore comunque resta. Il sito specializzato Tech Crunch, ad esempio, evidenzia una contraddizione. “Mentre Meta afferma nel suo annuncio che la funzione ha ‘una comprensione avanzata di ciò che stai cercando’, poi sostiene che questo non si riferisce ad alcun tipo di suggerimento personalizzato basato sui dati dell’utente” e che sia solo una affermazione di marketing sul contesto della ricerca di contenuti più semplice e intuitiva. “Tuttavia – continua Tech Crunch – l’azienda sottolinea che questo lancio rappresenta il suo ‘primo passo’ negli sforzi per portare più AI in Europa e che prevede di ‘trovare la parità con gli Stati Uniti’ nel tempo. Probabilmente significa più lotte tra Meta e i regolatori dell’UE”. Allo stesso sito, il DPC irlandese ha detto di aver “esaminato Meta AI negli ultimi mesi con le Autorità di vigilanza in tutta l’UE/SEE” e che “continueranno a monitorarlo”. La Commissione Ue, invece, nei giorni scorsi ha fatto sapere a Euronews di essere ancora in attesa di una valutazione dei rischi “per verificare se la nuova funzione rispetta gli obblighi previsti dalle norme dell’UE sulle piattaforme online” visto che “certi aspetti” rientrano nell’ambito del Digital Services Act (DSA). Secondo il DSA, infatti, le aziende devono presentare alla Commissione valutazioni dei rischi annuali, anche prima di implementare nuove funzioni. “Una volta ricevuta la valutazione del rischio, analizzeremo attentamente tutti i documenti rilevanti per garantire la conformità al DSA e che la funzionalità non presenti rischi indebiti all’interno dell’Unione Europea” ha detto un portavoce a Euronews.

I timori degli utenti Un’altra implementazione prevede la possibilità di “citare” l’Ai di Meta nelle conversazioni, anche di gruppo, sottoponendogli delle domande. “Le mie preoccupazioni sulla privacy vanno oltre i miei dati – spiega ad esempio un utente in un articolo online sul perché non utilizzerà Meta Ai – Come persona che usa spesso le chat di gruppo, sono diffidente su come la presenza di Meta AI in queste conversazioni potrebbe avere un impatto sulla privacy dei miei amici e familiari. Quando uso l’IA in un contesto personale, faccio una scelta consapevole su quali informazioni condividere. Tuttavia, in un contesto di chat di gruppo, invocare l’IA potrebbe potenzialmente esporre le conversazioni e i dati di altri che non hanno acconsentito. Non si tratta più solo della mia privacy, si tratta di rispettare la privacy di tutti nella mia cerchia sociale”. E se le rassicurazioni di Meta dovessero bastare, resta il problema dell’autorizzazione. “Qual è la ricerca più fatta su Whatsapp e Meta Ai?” chiede un utente di Reddit. “Come rimuovere Meta Ai” è la risposta più gettonata.

Posizione dominanteIn molti, comunque, parlano di un passo importante verso la “democratizzazione” dell’Intelligenza Artificiale per il fatto che così diventa accessibile a tutti, in modo semplice e intuitivo, utilizzando uno strumento già installato su miliardi di dispositivi e senza neanche uscire dai suoi confini. Di sicuro, il suo lancio anche in Ue pone Meta in diretta competizione tra gli altri Big Tech che – da Alphabet a Open Ai – che non sanno più da dove raccogliere le informazioni per allenare la loro di intelligenza artificiale. Intanto, in queste ore in Gran Bretagna gli scrittori protestano, racconta il Guardian, accusando Meta di aver utilizzato anche un enorme archivio di libri online proprio per addestrare la sua Ai e lo stesso Zuckerberg, secondo il Wall Street Journal , starebbe facendo pressioni su Trump per evitare il processo antitrust sull’acquisizione proprio di Whatsapp e Instagram, che ha contribuito a renderlo il gigante dei social che è oggi. E che ora punta a dominare anche l’Intelligenza Artificiale.

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