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Riarmo, alla Camera passa una mozione di maggioranza in cui non si cita mai il piano Ue. Conte: “Non avete coraggio”

Respinti i sei documenti presentati dalle opposizioni. Billi (Lega) attacca il ReArmEurope: "No a 800 miliardi per le armi". Applausi dai banchi del centrosinistra
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La mozione di maggioranza glissa sul piano von der Leyen

Non si cita il piano ReArmEurope di Ursula von der Leyen nella mozione di maggioranza presentata alla Camera sul riarmo europeo. Il documento, frutto di mediazione tra i partiti della coalizione, impegna il governo “a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare”. Un compromesso rispetto al punto di partenza della Lega, che aveva annunciato la presentazione di un testo in cui si chiedeva al governo “di rappresentare in ogni sede opportuna, nazionale e dell’Ue, la propria ferma opposizione all’attuazione del piano”. La mozione conferma il sostegno a Kiev e l’obiettivo della pace: in una fase successiva, si impegna il governo a favorire “la costituzione di una forza multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite”.

  • 13:18

    Approvata la mozione di maggioranza, respinte quelle dell’opposizione

    La Camera ha approvato la mozione della maggioranza sul Piano di riamo europeo, in cui però quel piano non è mai citato, 114 sì. L’Aula ha bocciato tutte le altre mozioni presentate dall’opposizione.

  • 13:18

    Opposizioni contro la mozione di maggioranza: “Una presa in giro”

    Opposizioni all’attacco per la mancata citazione del piano ReArmEurope nella mozione unitaria di maggioranza, dovuta ai dissidi interni tra i partiti di governo: i deputati di centrosinistra hanno chiesto che il testo venisse dichiarato inammissibile e la sospensione dei lavori perchè i capigruppo valutassero la questione. La richiesta è stata respinta per 37 voti. A porre per primo la questione è stato il capogruppo dei 5 Stelle, Riccardo Ricciardi: “Il Parlamento è stato pesantemente insultato perché la maggioranza, per uscire dai suoi problemi politici, palesati plasticamente dall’intervento della Lega, ha abbinato una mozione che non è assolutamente abbinabile al ReArm. Siamo davanti allo svilimento del Parlamento, tutto questo è vergognoso”. “Si deve garantire che si discuta dei temi senza scappatoie. Noi abbiamo visto più volte la maggioranza in queste settimane non riuscire ad assumere una posizione unitaria su temi rilevanti ed è successo anche oggi”, incalza la capogruppo dem Chiara Braga. Marco Grimaldi di Avs chiede in modo retorico: “Si chiamano mozioni sul riarmo europeo. È normale che la mozione della maggioranza non ne parli? Così è una grande presa in giro”. 

  • 13:11

    Calovini (FdI): “La pace si costruisce con la deterrenza”

    “La nostra mozione non è per nulla un atto bellicista, al contrario, è proprio perché vogliamo la pace, che crediamo sia necessario essere forti. La pace si costruisce con la diplomazia ma si mantiene anche con la deterrenza. Se davvero vogliamo sederci attorno a un tavolo per una pace, dobbiamo dare un segnale chiaro e l’Europa deve essere unita”. Lo ha detto il parlamentare di Fdi, Giangiacomo Calovini, in dichiarazione di voto in Aula alla Camera sulle mozioni sul riarmo. 

  • 12:54

    Graziano (Pd): “Nella maggioranza problema serio, serve verifica”

    “Dopo l’intervento di Billi, in un’altra epoca si sarebbe andati al Quirinale per una verifica di governo, perché c’è un problema molto serio nella maggioranza”. Lo ha detto in Aula il deputato Stefano Graziano in dichiarazione di voto sulle mozioni sul riarmo, in riferimento alle parole del deputato leghista Simone Billi. “Non c’è chiarezza nella maggioranza”, ha aggiunto, annunciando il voto contrario del suo partito alla mozione unitaria del centrodestra. “Noi siamo perché il piano ReArmEu sia radicalmente cambiato. Per noi c’è difesa europea se c’è debito europeo, non si può immaginare debito degli Stati”, ha spiegato.

  • 12:43
  • 12:42

    Billi (Lega): “No a 800 miliardi di debiti per le armi”. Applausi dalle opposizioni

    “Noi della Lega ci opponiamo fermamente a questi ottocento miliardi di debiti per la difesa europea”. Lo ha affermato il deputato del Carroccio Simone Billi intervenendo alla Camera nella dichiarazione di voto sulle mozioni sulla difesa Ue. “Sulla difesa l’Italia c’è, ma no a un finanziamento a scapito di sanità e servizi. Bisogna rispondere alle necessità di sicurezza senza impattare sugli ospedali, sulle scuole, sul lavoro. È inaccettabile che si invochi il rispetto del Patto di stabilità quando si parla di scuola, di sanità e di pensioni e si sospenda solo per aumentare la spesa militare. Se ci sono ottocento miliardi da spendere è nostro dovere non spenderli in armi e proiettili ma in salute, in ospedali, scuole e lavoro”. Applaudito dai banchi dell’opposizione, il deputato ha ringraziato: “Sono le parole del nostro vicepremier e ministro Matteo Salvini”, ha puntualizzato. 

  • 12:26

    Conte: “Maggioranza non ha il coraggio di schierarsi”

    “Giorgia Meloni si è assunta una grande responsabilità storica, politica, morale. Ha sottoscritto senza dibattito, senza confrontarsi, senza mandato un piano di riarmo da 800 miliardi. Non è nella storia dell’Europa che un passaggio così nevralgico sia deciso senza dibattito”. Lo ha detto Giuseppe Conte intervenendo alla Camera sulle mozioni sul piano di riarmo Ue. “La maggioranza”, accusa, “non ha il coraggio e la dignità di scrivere la parola riarmo, a favore o contro, nella propria mozione. Non riuscite a confrontarvi su questo punto. Noi rappresentiamo centomila persone che sono venute a Roma per dire no al piano di riarmo e a questa vostra visione guerrafondaia”, ha rivendicato il leader M5s in riferimento alla manifestazione per la pace di sabato. 

  • 12:23

    Dall’opposizione sei mozioni diverse: no al ReArmEurope da M5s e Avs

    Sono sei le mozioni sul piano di riarmo europeo presentate dall’opposizione alla Camera. Oltre a quella del M5s che, insieme ad Avs, chiede esplicitamente di “non proseguire nel sostegno del piano ReArm Europe/Readiness 2030”, c’è quella del Pd che punta a “promuovere” una “radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla presidente Von der Leyen” al fine di “assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali”. Di contro, +Europa vuole “sostenere il piano ReArm Europe” e Azione intende “partecipare attivamente, in base al piano ReArm Europe e al programma European Defense/Readiness 2030, al percorso di costruzione di un sistema di difesa europea e di progressiva integrazione politica, industriale e militare tra gli Stati membri”. Il documento di Italia viva, infine, mira “a promuovere attivamente in sede europea l’attuazione del piano “ReArm Europe” e a sostenere l’adozione di una strategia industriale europea della difesa ambiziosa, che favorisca l’integrazione, l’innovazione, la competitività e la riduzione delle dipendenze, anche attraverso un massiccio ricorso agli appalti comuni e al potenziamento di strumenti in essere”. Articolate le posizioni, nei documenti, sull’Ucraina.

  • 12:19

    La mozione di maggioranza glissa sul piano von der Leyen

    Non si cita il piano ReArmEurope di Ursula von der Leyen nella mozione di maggioranza presentata alla Camera sul riarmo europeo. Il documento, frutto di mediazione tra i partiti della coalizione, impegna il governo “a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare”. Un compromesso rispetto al punto di partenza della Lega, che aveva annunciato la presentazione di un testo in cui si chiedeva al governo “di rappresentare in ogni sede opportuna, nazionale e dell’Ue, la propria ferma opposizione all’attuazione del piano”. La mozione conferma il sostegno a Kiev e l’obiettivo della pace: in una fase successiva, si impegna il governo a favorire “la costituzione di una forza multinazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite”.

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