Triestino, classe 1977, una moglie, due figlie. Ho poche certezze che per lo più trovo ingombranti. Resto legato a una poesia di qualche anno fa:
Tu che guardando vedi, in mezzo ai corpi tutti uguali non perdere te stesso. Scrittori di ventagli e paraventi sono quanto un silenzio, quanto la rinuncia. Sentiamo ancora, noi le mutevibranti note, marciare le divise della gioia. Diserta i versi asciutti. In giorni bui come questi farai da testimone, se altro non puoi fare.
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