Contrammiraglio in pensione e presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre
Sono nato a Porto Empedocle quando la Sicilia era molto più lontana di adesso e dal molo partivano zolfo e salgemma. Il liceo lo iniziai ad Agrigento e lo conclusi a Roma, dove poi mi sono laureato in legge.
Dopo essere entrato nelle Capitanerie, la vita randagia dell’ufficiale mi ha portato a comandare i porti di Sant’Antioco, di Portoferraio, di La Spezia. Ho fatto parte, fino a guidarlo, del Reparto ambientale marino ed ho insegnato nell’Accademia di Livorno. Nel 2006 ho coordinato l’intervento ambientale italiano in Libano, dove 14mila tonnellate di olio combustibile, da serbatoi costieri squarciati dalle bombe israeliane, erano finite in mare.
Assunta nel 2010 la direzione delle relazioni esterne del Comando generale, alla vigilia dei grandi arrivi di migranti a Lampedusa, intrapresi con forza il racconto dei soccorsi nel canale di Sicilia perché si comprendesse cosa siano – per rischio e per conquista – quegli interventi in mezzo al mare. Tre anni dopo, il naufragio della Costa Concordia rischiò di portare a fondo anche l’immagine della marineria italiana: fu gravoso l’impegno di portavoce della Guardia Costiera nelle concitate discussioni televisive sull’impresa di Schettino. Alcune mie riflessioni di quei mesi sono state pubblicate da Mursia in una sorta di diario di bordo cui ho dato il titolo “Puntonave”.
Qualche mese dopo il Ministro dell’ambiente mi offrì un ennesimo naufragio: quello del Parco Nazionale delle Cinque Terre, sconvolto da una grave inchiesta giudiziaria e dalla distruzione alluvionale di Monterosso e Vernazza. Accettai, rinunciando alla divisa, e da tre anni ne sono dunque il presidente.
Non c’è solo il mare a unire, ai miei occhi, la Sicilia dello zolfo e le coste inquinate del Libano, Lampedusa e le Cinque Terre: nonostante la loro diversa consistenza, queste esperienze mi conducono all’unica questione di come si possano rispettare l’ambiente e gli uomini, insomma le loro storie.
Tento una risposta, e vorrei qui tentare anche le parole giuste per parlarne.
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