Adriano Aiello
Giornalista
Romano trapiantato maldestramente a Milano, sociologo senza vocazione, giornalista prettamente cinematografico e con il pallino delle belle storie, da qualunque direzione esse arrivino. Di cinema ho scritto ovunque e in qualsiasi ruolo; attualmente sono il caporedattore del mensile Total Film Italia. Rimpiango invece di aver dedicato troppe poche righe allo sport e alla musica, buone compagne biografiche, come il mondo dei vini di cui racconterò qui storie, persone, cantine e manifestazioni tenendomi a enorme distanza da una certa seriosità pedante del settore.
Visto che di giornalismo non sempre si vive, prima e durante questo percorso, ho sbarcato il lunario come videomaker, ghost writer, cucinatore seriale di carbonare e altro molto meno letteralizzabile, a meno che non ci si chiami Bukowski. Nell’incrocio tra immaginazione vorticosa e pigrizia indomabile il mio percorso esistenziale. Nell’ultimo lustro ho abbandonato il mio piglio dialettico provocatorio e sfinente a favore di un contemplativo misantropismo silenzioso. Diventato padre ho preso finalmente la tessera del mondo adulto e ho smesso di vergognarmi delle mie numerose e dementi ossessioni. Sempre provvisorie, sempre mutevoli.