Antonio Armano

Antonio Armano

Giornalista e scrittore

Ho iniziato a scrivere viaggiando in Europa orientale e studiando lingue slave (russo e ceco). Nel ’99 ho pubblicato Hotel Mosca, raccolta di reportage in quell’area, praticamente un samizdat. Per i venti anni del crollo del Muro ho realizzato un reportage lungo l’ex Cortina di Ferro da Travemünde a Trieste pubblicato dal settimanale polacco Polityka e Paris Match. Per l’Unità ho realizzato una serie di articoli sugli scrittori perseguitati. Ho sviluppato questo tema in un libro d’inchiesta: Maledizioni (Aragno, 2013), ristampato dalla Bur nel 2014 (grazie all’apprezzamento di Aldo Busi) e finalista al premio Viareggio. Ho pubblicato nel 2005 un libro di ritratti di personaggi della città dove sono cresciuto: Vip: Voghera important people (Arbasino, Valentino, Carolina Invernizio, la Casalinga…). Sono stato redattore di Saturno, supplemento culturale del Fatto, e di Pem, magazine online della Treccani. Attualmente collaboro con il Fatto, Touring Magazine, Domus, Meridiani, il Sole-24 Ore. Ho fatto parte della giuria del premio Morselli per romanzi inediti e nel 2017 ho pubblicato La signora col cagnolino e le nuove russe col pitbull (Clichy), viaggio tra attualità e passato nelle cittadine mitiche dell’Est, la Jalta di Čechov, la Višegrad di Ivo Andrić, la Vitebsk di Chagall, la Drohobycz di Bruno Schulz. A Drohobycz (oggi Drohobyč) mi sono imbattuto nella storia di 46 ebrei sfuggiti ai nazisti nascondendosi in un rifugio sotterraneo gestito da un ucraino (amante di due di loro) e l’ho raccontata in un libro, Il ragazzo nel bunker (Piemme, 2021). Nel settembre 2019 ho vinto il premio Parise per “I barconi dell’asfalto”, reportage sul viaggio delle badanti da Leopoli all’Italia, pubblicato da Millennium, il mensile di approfondimento del Fatto. All’inizio del 2020 mi è stata assegnata la prima edizione del premio Jack London, ma a causa della pandemia non si è mai tenuto e il fondatore è scomparso per Covid. Nello stesso anno l’editore Casagrande di Lugano ha dato alle stampe Giovanissima e immensa, di Achille Colombo Clerici, una sorta di Recherche milanese, per la quale ho realizzato le interviste con personaggi delle famiglie storiche della città. Nel 2022 è uscita per Settecolori una mia traduzione dei Cospiratori, spy story di Frederich Prokosch che ha per protagonista Lisbona durante la seconda guerra mondiale. Nel 2023 ho pubblicato i romanzi La strada dell’uomo morto (Polidoro) e L’amante cinese (Gallucci), due capitoli di un ciclo autobiografico, ambientati negli anni 70 e 2000, la fine del mondo contadino e l’inizio dell’era digitale. Ho svolto attività sindacale per i freelance e sono stato membro della Clan (Commissione lavoro autonomo) e del comitato amministratore Inpgi. Ho lavorato come editor a diversi libri tra cui All’avvocato si dice sempre tutto (Aragno) di Luca Ponti e L’orco in canonica (Marsilio) di Paolo Cendon.

Articoli di Antonio Armano

in edicola

Storia di Copertina - 27 Marzo 2017

Quel pasticciaccio brutto delle otto tele finite a Belgrado

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Cultura - 4 Febbraio 2017

“Un orco in canonica non va in prescrizione”

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Cultura - 22 Gennaio 2017

Alberto Arbasino, cartolina

in edicola

Cultura - 24 Novembre 2016

Che vi ha fatto il sesso per scriverne così male?

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