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- 18 Dicembre 2013
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Cronaca - 28 Novembre 2013
Tav, la Corte dei Conti apre un fascicolo sui costi della Torino-Lione
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- 12:38 - Mo: Tajani, 'dopo il Libano lavorare per tregua a Gaza e accordo ostaggi'
Roma, 28 nov. (Adnkronos) - "Dobbiamo lavorare tutti quanti perché la tregua regga, è sempre difficile quando ci sono tensioni. Però vogliamo e dobbiamo essere ottimisti e dobbiamo concentrarci su questo". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, augurandosi che, avendo raggiunto la tregua in Libano, "credo che ci siano più possibilità per arrivare a una tregua, a un cessato del fuoco a Gaza, che permetta la liberazione degli ostaggi, permetta di portare aiuti consistenti alla popolazione palestinese e poi si possa arrivare alla soluzione dei due popoli e dei due Stati".
- 12:36 - Daily Crown: voci di separazione fra Harry e Meghan, ma soltanto 'professionale'
Londra, 28 nov. (Adnkronos) - Il principe Harry e Meghan Markle starebbero affrontando una separazione professionale. Sembra infatti che il duca e la duchessa del Sussex potrebbero lavorare indipendentemente l'uno dall'altra. La coppia è nota per i progetti, le opere di beneficenza e le visite in comune. Negli ultimi mesi, tuttavia, il secondogenito di re Carlo e la moglie sembrano essersi divisi in molti aspetti del loro lavoro.
Meghan ha partecipato di recente a un evento per le donne afghane con l'organizzazione Mina's List. E - fa notare il Mirror - se da una parte, la duchessa del Sussex ha parlato della Archewell Foundation, l'ente di beneficenza di cui fa parte assieme al marito, quest'ultimo non era fisicamente presente. Anche Harry si è presentato senza la moglie a un evento completamente diverso fuori dagli Stati Uniti. La scorsa settimana, infatti, il secondogenito di re Carlo, che si è dimesso dagli incarichi reali nel gennaio 2020, ha partecipato a diverse iniziative degli Invictus Games a Vancouver, in Canada, dove è stato fotografato assieme a molti bambini che ne hanno preso parte.
Tuttavia, i Sussex hanno annunciato di esser pronti a fare apparizioni pubbliche insieme a febbraio 2025, partecipando agli Invictus Games. E Meghan ha perfino lasciato intendere che anche Archie e Lilibet potrebbero parteciparvi. Nessun dubbio, comunque, sul legame familiare della coppia. L'attuale separazione professionale tra Meghan e Harry arriva un paio di anni dopo che l'ex attrice aveva parlato con entusiasmo della relazione con il marito dopo il loro trasferimento in California. "Una delle prime cose che mio marito ha visto quando abbiamo camminato per casa sono state quelle due palme", ha detto Meghan, sottolineando il motivo per cui avevano scelto la loro villa. "Vedi come stanno insieme? Amore mio, siamo noi", aveva detto Harry alla moglie.
- 12:34 - Dl fisco: Tajani, 'voto contro emendamento canone Rai non è ripicca, maggioranza solida'
Roma, 28 nov. (Adnkronos) - "Nessuna ripicca, io non litigo con nessuno, non ho mai litigato con nessuno, non c'è nessun problema. C'è un emendamento che abbiamo detto che non avremmo votato e con grande coerenza non l'abbiamo votato, l'abbiamo detto da sempre, non è una novità". Lo ha ribadito il vice premier Antonio Tajani, parlando dell'emendamento sul taglio del canone Rai, contro cui Forza Italia ha votato contro assieme all'opposizione.
"Non succede assolutamente nulla - ha rassicurato il leader di Forza Italia - ma assolutamente la maggioranza è solidissima, andremo avanti fino alla fine della legislatura, non siamo un partito unico, sono idee diverse su alcune questioni, la vicenda di un emendamento che secondo me era sbagliato non significa nulla. Quindi la sinistra non si faccia alcuna illusione, andremo avanti, continueremo a governare l'Italia bene come abbiamo fatto fino adesso".
- 12:30 - Tumori: Regione Lombardia, presentato primo Pdta per integrazione ospedale-territorio
Roma, 28 nov. (Adnkronos Salute) - Ogni anno in Italia oltre 430mila persone si ammalano di una neoplasia solida o del sangue. Molte di queste patologie possono diventare croniche grazie all’opportunità offerte da cure e trattamenti. Solo per i tumori solidi vivono sul territorio nazionale più di 3,7 milioni di pazienti. Di questi, 2 milioni possono essere considerati malati cronici e necessitano di una prolungata assistenza sanitaria. Sono loro i destinatari del nuovo Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) di integrazione ospedale-territorio che vuole ridisegnare l’assistenza oncologica nel nostro Paese puntando ad un forte livello di integrazione tra ospedale e territorio. Il nuovo documento - si legge in una nota - è stato presentato oggi, in Regione Lombardia, durante un convegno organizzato dal Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università statale di Milano in collaborazione con l’Associazione Periplo. All’evento c'erano rappresentati dei clinici, pazienti, accademici e delle istituzioni sanitarie regionali.
“Dobbiamo ripensare la nostra sanità e ‘sintonizzarla’ verso i nuovi bisogni di cure e di assistenza dei cittadini - afferma Daniele Generali, responsabile dell’Unità multidisciplinare di Patologia mammaria dell’Asst di Cremona e principale autore del nuovo Pdta - Bisogna partire dal presupposto che il cancro per molte forme diventa una patologia cronica e talvolta guaribile. Al tempo stesso l’incidenza risulta in crescita e si registrano più di 1.000 nuovi casi ogni giorno. Le neoplasie del sangue invece colpiscono ogni anno più di 35mila persone, e molte volte la malattia può essere tenuta sotto controllo. Questo fenomeno rappresenta una grande ed inevitabile sfida per il sistema sanitario nazionale”.
Il nuovo Pdta parte da un progetto pilota organizzato dalla Asst di Cremona all’interno del percorso Smart Care (Soluzioni e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità). Nella provincia lombarda sono state coinvolte delle donne con tumore mammario ed è stata prevista la somministrazione di trattamenti al di fuori dall’ospedale. La progettualità è stata resa possibile anche grazie al via libera di Regione Lombardia, per la dispensazione nelle farmacie territoriali di alcune terapie croniche anticancro (con formula Dpc). “I primi dati hanno permesso di riscontrare un ottimo livello di soddisfazione - spiega il professor Generali - Abbiamo ottenuto una riduzione di richieste di legge 104 da parte di caregiver-parenti e si registra un miglioramento degli indicatori di qualità di vita delle pazienti. Questo di Cremona penso possa essere un buon esempio di come sia possibile ricollocare con i servizi sanitari”.
L’obiettivo strategico finale secondo Ezio Belleri, direttore generale Asst di Cremona, sarà dunque quello di creare un modello organizzativo capace di garantire la migliore assistenza per il paziente oncologico anche sul territorio, ricollocando i servizi sanitari in maniera più appropriata e coordinando tutti i soggetti coinvolti. Con l’idea di individuare il miglior setting di cura che garantisca la massima qualità dell’assistenza, l’ottimizzazione delle risorse con una maggiore sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e l’appropriatezza organizzativa. “Siamo convinti - conclude Belleri - che in alcune situazioni il paziente oncologico trovi più corretta attenzione alle sue esigenze in un setting assistenziale territoriale, che può essere quello di letti di cure intermedie o delle strutture dedicate. Riteniamo inoltre necessario riscrivere i Pdta del paziente oncologico che delinei in maniera chiara l’integrazione tra ospedale e territorio ove vengano evidenziate queste necessità assistenziali. I pazienti che potranno effettuare le terapie oncologiche ed onco-ematologiche in setting extra-ospedaliero dovranno essere selezionati in base a criteri specifici. La presa in carico dei malati sul territorio avverrà anche attraverso lo scambio di informazioni cliniche con il personale ospedaliero”.
Come osserva il direttore del dipartimento di Oncologia e Onco-ematologia dell'università degli Studi di Milano, Gianluca Vago: “Sia il Dm 77 che il Pnrr hanno sottolineato l’assoluta necessità di rimodulare la nostra sanità. L’integrazione tra i servizi dell’ospedale e quelli della medicina territoriale è un tema centrale e strategico per la sostenibilità del sistema sanitario, e l’urgenza di intervenire con modelli operativi è ormai ampiamente condivisa, almeno sul piano teorico. Questo presentato oggi è uno dei progetti che in Regione si stanno sviluppando per definire un quadro di riferimento che consenta al decisore politico di assumere le iniziative necessarie per la sua implementazione. Naturalmente, il tema del potenziamento della sanità territoriale - aggiunge - non è limitato alla sola tematica oncologica; ma è pur vero che proprio gli straordinari progressi nella diagnosi e cura dei tumori hanno permesso un radicale cambiamento nelle prospettive di guarigione della malattia, o almeno nella sua cronicizzazione. Per questo, pensiamo che il progetto pilota avviato a Cremona, che si avvale anche della collaborazione con altri grandi ospedali metropolitani, possa fornire un contributo importante in questa direzione, esportabile ad altre realtà territoriali della Regione e del Paese. L’obiettivo finale rimane sempre la definizione di un modello organizzativo capace di integrare l’eccellenza di cura in fase acuta, al percorso di monitoraggio e sostegno del paziente al di fuori del contesto ospedaliero, garantendo - conclude Vago - continuità nel percorso di cura”.
- 12:29 - Al via Congresso Sir, primo documento prevenzione attiva in reumatologia
Roma, 28 nov. (Adnkronos Salute) - Prevenire le malattie reumatologiche è possibile, e oggi necessario, per ridurne il forte impatto sul nostro Sistema Paese: i costi per farmaci, ricoveri ospedalieri, riabilitazioni, perdita di produttività e pensionamenti anticipati ammontano a oltre 4 miliari di euro l’anno. Del resto, sono patologie molto diffuse: solo l’artrosi e l’artrite riguardano il 14% dell’intera popolazione. È quindi prioritario promuovere campagne di prevenzione attiva a livello nazionale ed educare la popolazione a evitare i fattori di rischio specifici. Al tempo stesso le malattie vanno integrate nei piani sanitari nazionali-regionali favorendo così le diagnosi precoci e l’accesso ai trattamenti innovativi. Sono i contenuti del documento ‘La prevenzione in reumatologia’ - si legge in una nota - redatto e promosso dalla Società italiana di reumatologia (Sir) presentato in occasione della prima giornata del 61.esimo Congresso nazionale della società scientifica che si apre oggi a Rimini.
“Oltre 5 milioni di persone in Italia sono afflitti da una forma più o meno grave di malattia reumatologica - sottolinea Giandomenico Sebastiani, presidente nazionale Sir - Per esempio, l’osteoporosi colpisce più di 3,5 milioni di donne e nel 2022 ha causato oltre 89mila ospedalizzazioni per fratture del collo del femore tra gli anziani. Vi sono poi i casi più severi e disabilitanti di malattia reumatologica che ammontano a oltre 734mila e questi pazienti hanno bisogno di costanti monitoraggi clinici-ambulatoriali. Come per molte altre patologie la componente genetica riveste un ruolo importante nell’insorgenza. Infatti colpiscono anche uomini e donne giovani, apparentemente in buono stato di salute e senza pericolosi vizi. Esistono però dei fattori di rischio individuali modificali sui quali intervenire. Tra questi ricordiamo il fumo di sigaretta, una dieta troppo ricca di grassi animali, la tendenza alla sedentarietà, l’obesità e l’eccesso di peso, il sovraccarico articolare e alcune infezioni. Per esempio, una scarsa igiene orale è collegata all’artrite reumatoide e potrebbe favorire anche il lupus eritematoso sistemico o la sindrome di Sjogren. Ciò è dovuto ad alcuni batteri in grado di colonizzare la mucosa orale e le gengive e incentivare la produzione di autoanticorpi”.
Gli stili di vita sani “influiscono anche sul benessere dell’apparato muscolo-scheletrico - aggiunge Andrea Doria, presidente eletto Sir - Il fumo non provoca solo tumori, disturbi respiratori o patologie cardio-vascolari, è il fattore ambientale più strettamente associato allo sviluppo di malattie reumatologiche immunomediate. Le sigarette influiscono su alcuni enzimi coinvolti nella patogenesi dell'artrite reumatoide e aumentano del 50% il rischio di lupus eritematoso sistemico. Diversi studi stanno indagando sul ruolo che il pericoloso vizio può avere nelle miopatie infiammatorie idiopatiche o nella malattia di Sjögren”.
Ad esempio “una gestione corretta del peso - illustra il professore - attraverso una dieta equilibrata e l'esercizio fisico, può aiutare a ridurre l'infiammazione sistemica e migliorare la salute generale. Lo sport poi favorisce la mobilità articolare, incrementa la massa muscolare, migliora la funzione immunitaria e riduce lo stress. Può ridurre il rischio o ritardare l’insorgenza di alcune malattie. Per questo come reumatologi lo consigliamo a tutti, sia ai nostri pazienti che a tutti i cittadini. Lo stesso vale per la dieta mediterranea che risulta la migliore e la più salutare anche per prevenire molte forme di artriti. Quindi via libera al consumo di verdure e cereali, olio d’oliva, pesce, latticini e zuccheri semplici”.
A tale proposito, “oltre alla prevenzione primaria attiva è fondamentale anche quella secondaria - ossserva Ennio Lubrano di Scorpaniello, vicepresidente Sir - Per arrestare il decorso, ed evitare l’aggravamento delle malattie, sono cruciali una diagnosi precoce e la tempestiva presa in carico da parte dello specialista. A differenza di alcuni tumori, per le malattie reumatologiche non sono disponibili programmi di screening. È importante sensibilizzazione la popolazione sui primi campanelli d’allarme che devono far pensare all’esordio di una patologia. Da questi bisogna arrivare il prima possibile ad una visita e ad esami diagnostici come, ad esempio, alcuni test ematochimici. In particolare vi è il dosaggio degli indici bioumorali di infiammazione e degli autoanticorpi. Tra l’imaging ha invece assunto grande importanza l’ecografia muscoloscheletrica come esame di primo livello”. Infine, “vi è la prevenzione terziaria che si pone l’obiettivo di gestire e migliorare la qualità della vita del paziente e vuole anche contenere gli esiti ed il progressivo danno causato delle malattie reumatologiche - sostiene Carlomaurizio Montecucco, presidente di Fira, Fondazione italiana per la ricerca in reumatologia - Le strategie disponibili sono diverse e comprendono alcuni trattamenti farmacologici avanzati, la riabilitazione, la complicata gestione del dolore e più in generale un supporto continuo e qualificato al paziente. Anche nell’evitare complicanze e ricadute della malattia un ruolo importante è quello degli stili di vita. L’attività fisica, un’alimentazione sana, il controllo del peso corporeo, la cessazione del fumo o un consumo limitato di alcol sono tutti fattori che influiscono sul decorso della patologia”.
Il 61.esimo congresso nazionale della Sir vede per tre giorni riuniti a Rimini oltre 1.500 specialisti da tutta Italia. Sono previsti più di 160 relatori per un totale di 60 sessioni e 8 Hands On. “Il programma scientifico, del nostro più importante meeting, prevede momenti di approfondimento dedicati a tutte le principali malattie - conclude Sebastiani - In reumatologia registriamo continui e rapidissimi progressi scientifici a livello clinico-diagnostico ma anche nello studio della patogenesi. Si rende perciò necessario un aggiornamento costante e di elevata qualità ed è compito della nostra Società Scientifica garantirlo a tutti i professionisti che lavorano nel nostro Paese”.
- 12:28 - Ue: Tremonti, 'allargare subito a Paesi Est, anche Putin vuole farlo ma da parte opposta'
Roma, 28 nov. (Adnkronos) - "Se ci sarà la pace, non sarà comunque la pace per l'Europa. Io non credo che fatta la pace in Ucraina si arrivi a una soluzione. Quindi credo sia un'ipotesi ragionevole offrire ai Paesi dell'Est l'ingresso immediato nell'Ue rinviando tutto ciò che si chiede per l'allargamento a una fase successiva, quindi un passaggio politico. Perchè anche Putin vuole fare l'allargamento, ma dalla parte opposta". Lo ha detto Giulio Tremonti al Forum internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione di Coldiretti.
- 12:27 - Studio, 2 manciate di mandole al giorno migliorano recupero da esercizio fisico
Roma, 28 nov. (Adnkronos Salute) - Mangiare regolarmente mandorle può favorire il recupero dopo l'esercizio fisico, riducendo il dolore e i danni muscolari e migliorando le prestazioni. Mangiare alimenti che aiutano a recuperare dall'esercizio fisico, riducendo l'affaticamento e l'indolenzimento muscolare, può aiutare a seguire meglio le proprie routine di allenamento. In particolare - si legge in una nota - fare uno spuntino da 57 g di mandorle (2 manciate) per 8 settimane ha ridotto moderatamente la valutazione del dolore, ha contribuito a mantenere la forza muscolare e ha ridotto i danni muscolari dopo l'esercizio. Sono i nuovi risultati di uno studio recentemente publicato su Current Developments in Nutrition che si aggiungono al crescente numero di evidenze scientifiche che esplorano il modo in cui le mandorle influenzano il recupero post esercizio. Studi precedenti hanno esaminato l'effetto delle mandorle sulla sensazione di fatica e sul metabolismo dell'esercizio e hanno analizzato l'impatto del consumo di mandorle sulla sensazione di indolenzimento e sulle performance muscolari.
In questo nuovo studio randomizzato e incrociato e finanziato dall'Almond Board of California, 26 adulti di mezza età che svolgevano attività fisica da una a 4 ore alla settimana e che erano in peso forma o in leggero sovrappeso - indice di massa corporea (Bmi) di 23-30 - hanno mangiato ogni giorno, per 8 settimane, complessivamente 2 etti (57 g al giorno) di mandorle crude intere o un quantitativo equivalente in termini calorici (tre etti / 86 g) di pretzel non salati. Dopo 8 settimane di consumo di mandorle o dell'alimento di controllo, con un periodo di washout di 4 settimane tra i 2 interventi, i partecipanti hanno eseguito una corsa su tapis roulant in discesa di 30 minuti per indurre un danno muscolare. Hanno quindi ricevuto immediatamente la loro porzione giornaliera da 57 g di mandorle o di pretzel con le stesse calorie. I partecipanti hanno continuato a mangiare porzioni giornaliere di mandorle o pretzel per 3 giorni dopo la corsa su tapis roulant.I ricercatori hanno misurato l'indolenzimento muscolare percepito dai partecipanti, le prestazioni muscolari (valutate attraverso un test di contrazione muscolare e un salto verticale) e i marcatori ematici del danno muscolare/infiammazione (creatina chinasi, proteina C-reattiva, mioglobina e capacità antiossidante) prima della corsa sul tapis roulant e a 24, 48 e 72 ore dopo la corsa.
Durante il recupero dall'esercizio fisico (fino a 72 ore dopo la corsa su tapis roulant), il gruppo mandorle rispetto a quello di controllo presentava: livelli più bassi di creatinchinasi (CK), un indicatore di danno muscolare; un declino più rapido dei livelli di Ck dopo 72 ore, che potrebbe indicare un tasso di recupero più rapido; migliori prestazioni muscolari a 24 e 72 ore e modesta riduzione della valutazione del dolore dopo la contrazione massimale a 24 (37% in meno) e 48 ore (33% in meno).
Non sono state rilevate differenze in altri marcatori biochimici del danno muscolare e dell'infiammazione (come la proteina C-reattiva, le concentrazioni di mioglobina e la capacità antiossidante totale). Questo studio ha preso in esame adulti non fumatori che svolgevano attività fisica da una a quattro ore alla settimana e che avevano un peso sano o un leggero sovrappeso, quindi i risultati potrebbero non essere applicabili a persone con altre caratteristiche demografiche e di salute. Gli studi futuri dovrebbero inoltre prendere in considerazione la possibilità di effettuare misurazioni su un periodo di recupero più lungo.
“Il nostro studio fornisce ulteriori informazioni sul ruolo che le mandorle possono avere nel sostenere il recupero post allenamento - ha spiegato Mark Kern, PhD, Rd, Cssd, professor of exercise and nutritional sciences presso la San Diego State University - Le mandorle contengono un'ampia gamma di nutrienti che, come sappiamo, favoriscono il recupero dall'esercizio fisico, tra cui proteine, antiossidanti e fitonutrienti. Rispetto ai singoli integratori vitaminici, attraverso le mandorle questi nutrienti arrivano nell’organismo in un ‘unico pacchetto alimentare’ il che può contribuire ai benefici osservati in questo studio”.
Una porzione da 30g di mandorle fornisce 6 g di proteine, 4 g di fibre, 13 g di grassi insaturi, solo 1 g di grassi saturi e 15 nutrienti essenziali, tra cui 81 mg di magnesio, 220 mg di potassio e 7,7 mg di vitamina E, che le rendono un ottimo spuntino per uno stile di vita sano e attivo. “Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi che spiegano come le mandorle migliorino il recupero dall'esercizio fisico - aggiunge Kern - Le strategie per migliorare il recupero sono importanti perché se si recupera meglio, è probabile che si sia in grado di allenarsi prima o più intensamente per gli allenamenti successivi”.