Articoli di Giusy Baioni e Gianni Rosini →
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- 13:28 - Consulenti lavoro-Anffas, accordo per promuovere inclusione lavorativa
Roma, 17 set. (Adnkronos/Labitalia) - Facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro di persone con disabilità in stato di disoccupazione o di esclusione sociale, rafforzando e condividendo buone prassi. E' l’obiettivo che si sono posti il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas nazionale Aps) firmando, oggi a Palazzo Wedekind, un accordo che mira a garantire alle persone con disabilità il pieno accesso alle opportunità lavorative e l’inserimento al lavoro, nel rispetto delle loro competenze specifiche.
Le parti si sono impegnate a diffondere e implementare gli strumenti - come l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro - e le politiche di contrasto all’emarginazione e a sostegno delle fasce sociali più deboli e a maggior rischio di marginalizzazione sociale, con particolare riferimento alle persone con disabilità e alle loro famiglie, anche al fine di individuare ulteriori forme di assistenza e di interlocuzione istituzionale. In particolare, il Consiglio nazionale dell'ordine, per il tramite della Fondazione consulenti per il lavoro, farà conoscere le opportunità legate all’assunzione delle persone con disabilità, fornendo formazione specifica alle aziende e ai Consulenti che operano nei territori, affinché diventino l’anello di congiunzione tra chi cerca e offre lavoro.
Anffas Nazionale Aps, invece, individuerà le persone con disabilità e le persone in condizione di emarginazione sociale ed economica da accompagnare nel percorso di inserimento lavorativo e promuoverà l’iniziativa in tutte le sue sedi in Italia, offrendo supporto agli enti aderenti per l’avvio del progetto a livello locale. Sebbene nell’ultimo decennio la quota di persone con disabilità che cercano o hanno un’occupazione sia passata dal 43,7% al 52,2%, grazie alla combinazione di politiche nazionali e regionali efficaci e di una cultura più inclusiva delle imprese, l’ingresso al lavoro per questi cittadini resta ancora critico. Stando ai dati Istat del 2022, su una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi disabilità solo il 33,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) risulta occupata, contro il 60,2% delle persone senza limitazioni. Un dato preoccupante anche se, nel confronto internazionale, l’Italia si distingue positivamente per la sua maggiore capacità inclusiva nei confronti delle persone con disabilità meno gravi. Secondo Eurostat, infatti, è il paese con il gap più basso d’Europa: il tasso di disoccupazione di chi ha disabilità non gravi è del 11,8% contro una media UE del 17,3%.
“Purtroppo, sono ancora troppo poche le persone con disabilità che riescono a trovare un’occupazione. Ma l’attenzione verso il fenomeno c’è, come dimostrano gli obiettivi posti alla base della riforma della disabilità e gli incentivi occupazionali introdotti nel Terzo settore”, ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine, Rosario De Luca. “Occorre, però, intensificare l’opera di sensibilizzazione per contrastare discriminazioni e garantire pari opportunità, ad esempio incentivando l’adozione di pratiche inclusive nelle aziende e potenziando percorsi formativi e di accompagnamento al lavoro. Lo scopo deve essere quello di valorizzare le abilità di ogni persona, senza distinzioni. Solo così potremo garantire un vero cambiamento”, ha aggiunto.
“Lavorare è per ogni cittadino un diritto-dovere e questo vale anche per le persone con disabilità, cittadini al pari degli altri”, ha affermato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas.
“Purtroppo ancora oggi - ha sottolineato - nonostante si tratti di un diritto sancito sia dalla nostra Costituzione che dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, il lavoro è un miraggio per molte persone con disabilità ed in particolare per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, frequentemente vittime di pregiudizi e stereotipi legati alle loro capacità. Invece sono proprio loro a chiedere a gran voce un lavoro vero al fine di essere cittadini attivi e poter dare il proprio contributo alla società come tutti. Con questa nuova iniziativa poniamo un altro tassello importante per il contrasto di tali discriminazioni e per promuovere una nuova consapevolezza circa le potenzialità di tutte le persone con disabilità in ambito lavorativo”.
- 13:21 - Disabili, consulenti del lavor: "Occupato il 33,5% delle persone con gravi limitazioni, 56% per le meno gravi"
Roma, 17 set. (Adnkronos/Labitalia) - Secondo le informazioni contenute nella Banca dati dell’Istat sulla disabilità, nel 2021, solo il 33,5% delle persone con gravi limitazioni, nella fascia d’età 15-64 anni, risultava occupata, a fronte di una percentuale del 60,2% delle persone senza limitazioni e del 56% di quelle con limitazioni non gravi. Di contro, risulta molto elevata la quota di persone alla ricerca di un’occupazione: sono il 18,7% tra quanti presentano gravi limitazioni, a fronte del 12,9% di quanti non ne hanno e del 14,3% di quelli che ne hanno di lievi. Un dato questo che evidenzia le forti difficoltà che le persone con gravi disabilità ancora incontrano nell’accesso all’occupazione. Tra quanti non lavorano, l’11,4% è inabile a svolgere un’attività lavorativa, il 16,3% è casalinga, il 5,4% ritirato dal lavoro, mentre il 15,4% è ancora impegnato in percorsi di studio o si trova in altra condizione. Emerge dall'approfondimento realizzato dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, diffuso oggi in occasione dell'accordo siglato oggi dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dall’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas nazionale Aps).
Nel corso degli anni, si è assistito a un progressivo aumento della domanda di partecipazione al lavoro da parte delle persone con disabilità gravi, sebbene a questo non abbia corrisposto un pari incremento delle opportunità occupazionali. A partire dal 2009, primo anno disponibile nella serie storica fornita dall’Istat, il tasso di partecipazione, dato dalla somma tra quota di occupati e persone in cerca di occupazione è progressivamente aumentato passando dal 43,7% al 52,2% del 2022, per un incremento di quasi 10 punti. Ad aumentare è stata la percentuale di persone in cerca di occupazione, passata dal 13,8% del 2009 al 18,7% del 2022, mentre la quota di occupati è aumentata dal 29,9% del 2009 al 33,5% del 2022.
L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è condizionato da una serie di fattori che attengono ai livelli formativi, alle caratteristiche delle attività che devono essere svolte, all’organizzazione dei contesti di lavoro, che dovrebbero garantire l’inclusione dei lavoratori con disabilità gravi, tramite l’eliminazione di tutte quelle barriere – fisiche, relazionali, comunicative – che rendono difficile, talvolta impossibile, l’integrazione. Sotto il profilo formativo, negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi in avanti. Se si osserva infatti la distribuzione delle persone con limitazioni gravi nello svolgimento delle attività quotidiane, emerge nell’ultimo decennio, un netto incremento dei livelli medi di istruzione. Tra le persone di 25-44 anni, la quota di quanti posseggono un diploma di scuola superiore o di laurea è passata dal 40% del 2011 al 61,6% del 2021, mentre tra i 45-64 anni, l’incremento è stato più contenuto, ma significativo, dal 23,8% al 39,7%.
Il rafforzamento dei percorsi di inclusione scolastica delle persone con disabilità dovrebbe favorire anche la facilitazione di quelli lavorativi, considerato che ad oggi, una quota ancora considerevole di occupati con disabilità gravi, ha al massimo la licenza di scuola media (39,5% contro il 26,1% delle persone che non presentano limitazioni); il 41,8% ha un diploma e solo il 18,7% una laurea (contro una percentuale del 26,4% tra gli occupati che non presentano alcun tipo di limitazione).
Tali caratteristiche si riverberano direttamente sulla tipologia di occupazione. Tra gli occupati con limitazioni gravi si riscontra una maggiore presenza nelle professioni a più bassa qualificazione (lavoratore in proprio, coadiuvante, collaboratore): vi è occupato il 13,6% contro l’11,7% delle persone senza limitazioni. Risulta invece più bassa la quota di occupati ai vertici della piramide professionale, come dirigenti, professionisti, quadri, pari al 15,6% tra le persone con disabilità gravi e 18,1% tra quelle senza limitazioni. Peraltro, malgrado negli anni si sia assistito a una significativa elevazione dei livelli di istruzione delle persone con disabilità, a questa non sembra aver corrisposto un uguale miglioramento nella collocazione occupazionale.
Tra il 2012 e il 2022 infatti, a fronte di un aumento di quanti svolgono una funzione a livello impiegatizio e intermedio (dal 29,3% al 37,5%), si evidenzia una contrazione di quanti lavorano in proprio (dal 19,7% al 13,6%) e coloro che occupano una posizione altamente qualificata, come dirigenti, professionisti e quadri, la cui incidenza passa dal 17,4% al 15,6%. L’idea, guardando i pochi dati a disposizione, è che il percorso di inclusione lavorativa per le persone con disabilità presenti ancora ampi margini di miglioramento, malgrado alcuni progressi riscontrati negli ultimi anni.
Tra gli occupati che presentano limitazioni gravi, solo il 14,3% si dichiara molto soddisfatto del proprio lavoro (tra quanti non hanno limitazioni la percentuale è del 17,7%) mentre il 30,6% afferma di esserlo poco (22,2%) o per nulla (8,4%). Tale dato colpisce non solo per la differenza rispetto alle persone che presentano limitazioni non gravi (si dichiara poco o nulla soddisfatto il 24,1%) o che sono senza limitazione (18,4%) ma soprattutto perché segnala gli evidenti limiti dei processi di collocamento occupazionale che oggi interessano tale gruppo di lavoratori. E' indicativo da questo punto di vista, che tra i laureati, dove si riscontra il livello più alto di soddisfazione (si dichiara molto soddisfatto il 17,6% contro il 16,6% dei diplomati e il 10,4% di quanti hanno al massimo la licenza media) ci sia anche la maggiore incidenza di insoddisfatti, pari al 31,2%.
Questa risulta quasi doppia rispetto ai laureati che non hanno alcun tipo di limitazione (solo il 16,3% si dichiara poco o per nulla soddisfatto del proprio lavoro), a conferma di come le difficoltà di collocamento al 'posto giusto' risultino ancora più elevate proprio tra coloro che hanno maggiormente investito in percorsi formativi di qualità, e che più scontano la delusione di una collocazione occupazionale non adeguata o non in linea con il percorso formativo intrapreso. Guardando invece al gruppo professionale, è ai livelli più bassi di qualificazione che si riscontra la maggiore insoddisfazione, mentre all’aumentare del livello professionale, cresce la soddisfazione per il proprio lavoro e diminuiscono, in parte, le criticità: anche tra dirigenti e professionisti, resta elevata la percentuale di persone con gravi limitazioni che dichiara bassa o nulla soddisfazione per il proprio lavoro (27,7%).
Su dieci persone con disabilità gravi tra i 15 e i 64 anni, almeno 2 sono alla ricerca di un lavoro. Si tratta di una platea concentrata principalmente al Sud e nelle isole, dove risiede il 46% delle persone in cerca di lavoro; il 21,2% è al Centro e il 32,8% al Nord Italia. Con riferimento al titolo di studio, la gran parte (57,6%) delle persone con limitazioni gravi in cerca di lavoro ha al massimo la licenza di scuola media, mentre il 35%, ha conseguito un diploma di scuola secondaria. Il 7,4% delle persone in cerca ha una laurea. A distinguere le persone con disabilità alla ricerca di lavoro è soprattutto l’età. Tendenzialmente, sia tra quanti presentano limitazioni gravi che meno gravi, si riscontra un’incidenza maggiore di 'over44': sono circa il 62% del totale, la componente di gran lunga maggioritaria, mentre solo il 38% ha meno di 45 anni.
- 13:11 - Commissione Ue, la squadra di von der Leyen: Fitto vicepresidente esecutivo
Strasburgo, 17 set. - (Adnkronos) - Sei vicepresidenti esecutivi: quattro donne, due uomini. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato oggi a Strasburgo la squadra per i prossimi 5 anni. C'è anche Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo a Coesione e Riforme.
A Fitto sarà affidato "lo stesso portafoglio Coesione e Riforme del mandato attuale", cioè quello affidato oggi alla portoghese Elisa Ferreira, ha spiegato von der Leyen aggiungendo: "In generale ogni decisione è collegiale: su ogni argomento e su ogni esborso non decide il singolo commissario", ma il collegio.
"Tre vicepresidenti provengono da Stati membri che hanno aderito prima della caduta della Cortina di ferro. E tre provengono da Stati membri che hanno aderito dopo la riunificazione dell’Europa. Dai Paesi baltici, dai Paesi nordici e dall'Europa Orientale. Ministri e primi ministri. Hanno background diversi. Ma tutti hanno un obiettivo comune: rendere l’Europa più forte", ha detto la stessa von der Leyen.
Si tratta della spagnola Teresa Ribera, responsabile di una transizione "giusta, pulita e competitiva", che avrà anche la delega alla Concorrenza. Il francese Stéphane Séjourné sarà "il vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia industriale. Sarà inoltre responsabile del portafoglio dell'industria, delle Pmi e del mercato unico. Guiderà il lavoro per creare le condizioni affinché le nostre aziende possano prosperare: dagli investimenti e l’innovazione alla stabilità economica, al commercio e alla sicurezza economica". L'estone Kaja Kallas sarà Alta Rappresentante, come già noto. La rumena Roxana Minzatu sarà vicepresidente esecutiva per Persone, Competenze e Preparazione. Raffaele Fitto sarà vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme. La finlandese Henna Virkkunen sarà vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, Sicurezza e Democrazia.
"Congratulazioni a Raffaele Fitto per la nomina a Vice Presidente Esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme. Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito UE. L’Italia torna finalmente protagonista in Europa. In bocca al lupo Raffaele, siamo certi che svolgerai benissimo il tuo incarico nell’interesse dell’Europa e dell’Italia". Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni.
La nomina di Raffaele Fitto "è un'ottima notizia che conferma la credibilità ed il ruolo di peso che l'Italia svolge e continuerà a svolgere in Europa! Un successo del governo. Congratulazioni Raffaele!", scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
- 13:07 - Con gli Ihta a Hydrogen Expo 2024 premiate le eccellenze del comparto
Piacenza, 17 set. – (Adnkronos) - Dare ampia visibilità (anche internazionale) e far conoscere il prezioso lavoro delle imprese che operano nella filiera tecnologica dell’idrogeno, riconoscendone professionalità, know-how, sviluppo e il ruolo strategico. È lo scopo degli IHTA – Italian Hydrogen Technology Awards, i prestigiosi premi consegnati durante la 3ª edizione di Hydrogen Expo, la più grande mostra-convegno italiana interamente dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno organizzata da Mediapoint & Exhibitions, che si è tenuta dall’11 al 13 Settembre nei padiglioni di Piacenza Expo. Sono in tutto 38 i riconoscimenti andati alle personalità e alle aziende italiane operanti sia sul territorio nazionale che all’Estero, nonché alle filiali italiane di imprese internazionali operanti sul territorio italiano. Il premio Personalità dell’anno, settore energia, quest’anno è stato conferito ad Alberto Dossi, Presidente del Gruppo Sapio e dell’associazione H2IT.
“Sono davvero soddisfatto del buon esito di questa 3ª edizione della Hydrogen Expo, e ciò alla luce dell’elevatissimo numero di visitatori qualificati (provenienti anche dall’estero) che hanno affollato il padiglione durante i 3 giorni di apertura. Il buon esito della Hydrogen Expo 2024 va, ovviamente, reciprocato con le oltre 40 Associazioni di categoria e le Istituzioni che hanno sostenuto questo evento e, ovviamente, anche con i 200 espositori che hanno partecipato a questa manifestazione, ma anche con i relatori dei 24 convegni che hanno fatto da corollario alla mostra piacentina, convegni ai quali hanno partecipato circa 1.600 delegati. Tutto ciò” conclude Fabio Potestà Direttore della Mediapoint & Exhibitions “non può che essere di buon auspicio per la quarta edizione di Hydrogen Expo (che si terrà dal 21 al 23 Maggio 2025), manifestazione alla quale hanno confermato la loro partecipazione moltissimi degli espositori dell’edizione appena conclusasi.”
Quattro le macro-categorie nelle quali sono strutturati gli Ihta – Italian Hydrogen Technology Awards:
– i progetti nel settore dell’idrogeno (retrofitting/riutilizzo di progetti infrastrutturali esistenti, idrogeno nei progetti di utilizzo finale, progetti integrati sull’idrogeno, progetti di produzione di idrogeno, progetti di stoccaggio dell’idrogeno, progetti di infrastrutture per l’idrogeno di nuova costruzione) realizzati – in Italia e all’Estero – a partire dal 1° Gennaio 2023 fino al 1° Agosto 2024;
– l’innovazione tecnologica in tutti i campi relativi alla filiera dell’idrogeno;
– l’azienda che durante l’anno precedente al concorso abbia conseguito risultati e traguardi particolarmente significativi;
– le personalità che con la loro carriera professionale hanno contribuito significativamente alla crescita del settore.
La lista dei premiati - che assieme alle motivazioni è disponibile sul sito https://hydrogen-expo.it/ihta/ - vede:
- Progetto dell’anno ambito industriale siderurgico: DANIELI CENTRO COMBUSTION;
- Progetto dell’anno ambito industriale ceramico: IRIS CERAMICA;
- Azienda astro nascente: HYDROALP;
- Innovazione in ambito tecnologico /produzione dell’idrogeno - Banchi di prova per celle ed elettrolizzatori: MCPHY;
- Innovazione in ambito tecnologico / produzione dell’idrogeno - Tecnologie innovative: PIETRO FIORENTINI – HYTER
- Innovazione in ambito tecnologico - Elettrolizzatori: ANSALDO – GREENTECH;
- Innovazione in ambito tecnologico - Celle a combustibile: SOLYDERA;
- Innovazione in ambito tecnologico - Componenti e materiali catalizzatori (ex-aequo): BRETON, ERRE DUE spa;
- Innovazione in ambito tecnologico / componenti e materiali - Purificatori di acqua: BWT;
- Innovazione in ambito tecnologico / componenti e materiali - Valvole per altissime pressioni: COAX VALVOLE ITALIA s.r.l.;
- Innovazione in ambito tecnologico / componenti e materiali - Tenute e guarnizioni (ex-aequo): EFFECIEMME COMPONENTI / GITIS;
- Innovazione in ambito tecnologico / componenti e materiali - Miscelatori per blend gas-idrogeno: TORMENE INDUSTRIALE;
- Innovazione in ambito tecnologico / componenti e materiali - Tubi e flessibili per altissime pressioni: TRANFER OIL;
- Innovazione in ambito tecnologico - Stoccaggio: GREEN ENERGY STORAGE (GES);
- Innovazione in ambito tecnologico - Stazioni di rifornimento: PURE ENERGY HYDROGEN;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore trasporti – Ferroviario: SITAV;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore trasporti – Nautico da diporto: NATPOWER;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore automotive: IBC ENERGY;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore cogenerazione: JENBACHER;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore energia: MACCHI / SOFINTER;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore HVAC: GIACOMINI;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore retrofitting-riconversione: HYDROCELL;
- Innovazione in ambito applicativo / Settore industriale: MAICO;
- Società di servizi / Sicurezza e gestione impianti: SAIPEX;
- Società di servizi / Certificazione: RINA;
- Società di servizi / Formazione: CERTIFICATION CROSSING;
- Società di servizi / Verifica e testing: BUREAU VERITAS;
- Società di servizi / Sistemi rilevamento e droni: DRONE MASTER;
- Società di servizi / Engineering & Epc: SIMPLIPHY;
- Premio speciale Lady Award (ex-aequo): FRANCESCA BARONTINI / FRANCESCA COLOMBINI (ERREDUE/SOLYDERA);
- Personalità dell’anno / settore industria: GIUSEPPE ROSSI (UNI);
- Personalità dell’anno / settore automotive: LUCA MILANI (GERVASONI);
- Personalità dell’anno / settore energia: ALBERTO DOSSI (SAPIO, H2iT);
- Personalità dell’anno / settore associazioni di categoria: FRANCESCO ROLLERI.
Gli Ihta – Italian Hydrogen Technology Awards torneranno in occasione della quarta edizione di Hydrogen Expo.
- 13:07 - Ue: Della Vedova, 'Meloni resta nel guado o entra in mainstream europeista?'
Roma, 17 set. (Adnkronos) - "Ursula von der Leyen ha presentato oggi la sua Commissione indicando i portafogli da lei assegnati a ciascun commissario. Ricordando che il Parlamento dovrà esprimersi prima sui singoli commissari e poi sull’intera commissione, faccio a tutti gli auguri di buon lavoro. La presa diretta di von der leyen sull’esecutivo si prefigura ancora maggiore che nella precedente esperienza: vedremo se la presidente saprà essere all’altezza delle sfide e delle criticità, sul piano delle politiche e delle riforme istituzionali tanto essenziali per evitare il lento ma altrimenti inesorabile declino europeo. Non ci aspettiamo, purtroppo, che si arrivi in questi cinque anni agli Stati Uniti d’Europa, ma che almeno la direzione sia quella". Lo dichiara il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova.
"Quanto all’Italia - prosegue -, Fitto incassa una vicepresidenze esecutiva più formale che altro, sono state aumentate a sei, con un portafoglio non di primissimo piano. Dovrà convincere i parlamentari europei della sua volontà di cooperare con la impostazione europeista della maggioranza che aveva votato Ursula von der Leyen, a differenza del suo partito che le ha votato contro insieme agli atri sovranisti. Auguri di buon lavoro anche a lui".
"Meloni resta comunque in mezzo al guado: dovrà di nuovo scegliere se fare la faccia feroce come a luglio e restare con il novero dei sovranisti ostili alla Ue oppose se rientrare con meno pretese nel mainstream europeista, da lei un tempo tanto odiato, lasciando al suo vice Salvini e ai Vannacci la palma del nazional-sovranismo", conclude Della Vedova.
- 13:05 - Screening pediatrico di diabete e celiachia, presentate 16 nuove raccomandazioni
Roma, 17 set. (Adnkronos Salute) - E' frutto della collaborazione tra esperti di sanità, endocrinologia pediatrica, diabetologia e rappresentanti delle associazioni di pazienti il White paper 'Screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia', presentato oggi presso la Sala Giacomo Matteotti della Camera dei deputati per iniziativa del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Il documento, promosso in conformità con la Legge n.130/2023, approvata proprio un anno fa all'unanimità dal Parlamento - si legge in una nota - contiene 16 raccomandazioni mirate a sviluppare un modello organizzativo efficace per la gestione dello screening a livello nazionale. Tra queste, si evidenzia l'importanza del coinvolgimento attivo dei pediatri di famiglia e ospedalieri per il supporto continuo alle famiglie, la creazione di una rete di laboratori regionali qualificati per un'analisi uniforme dei campioni e l'istituzione di team specialistici nei centri regionali per un'assistenza integrata ai bambini diagnosticati.
Il White paper rientra nel progetto Diabetes Type 1 Vision of Screening (D1VE), realizzato da Sanofi in collaborazione con Utopia, che ha l'obiettivo di favorire un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti nell'attuazione della legge approvata lo scorso autunno, che pone l'Italia come primo Paese al mondo a introdurre un programma di screening nazionale regolato da una legge statale, focalizzato sulla diagnosi precoce in età pediatrica.
"I primi dati sul programma nazionale di screening per rilevare la predisposizione genetica al diabete di tipo uno e alla celiachia - afferma Mulè - confermano la straordinaria ed essenziale importanza della legge 130 approvata esattamente un anno fa dal Parlamento. Le indagini svolte a campione in 4 regioni, che saranno la base per avviare lo screening su base nazionale, dicono aldilà di ogni ragionevole dubbio come, grazie allo screening, siano stati intercettati numerosissimi casi destinati altrimenti ad essere sconosciuti, con conseguenze probabilmente gravi o gravissime per gli interessati. Si tratta della conferma della bontà di un'iniziativa prima al mondo che pone il nostro Paese all'avanguardia nell'attività di prevenzione per due patologie sempre più diffuse nella popolazione pediatrica. Grazie all'operato dell'Istituto superiore di sanità, di concerto con il ministero della Salute, i medici pediatri e le associazioni di pazienti, si è raggiunta questa prima fondamentale tappa. Siamo sulla strada giusta, adesso continueremo a lavorare con la stessa determinazione per raggiungere nuovi obiettivi".
Con un investimento di 3,85 milioni di euro all'anno per il biennio 2024-2025 e di 2,85 milioni di euro annuali a partire dal 2026 - ricorda la nota - il programma pluriennale di screening in età pediatrica riveste un'importanza cruciale. Non solo previene malattie croniche ancora incurabili, come il diabete di tipo 1, ma consente anche una diagnosi tempestiva di patologie in crescita come la celiachia, prima che i sintomi clinici si manifestino. L'obiettivo principale è evitare le complicanze legate a una diagnosi tardiva, migliorando significativamente la qualità della vita dei giovani pazienti e delle loro famiglie. Il programma ha come scopo quello di ridurre il rischio di chetoacidosi diabetica - spesso la prima manifestazione clinica del diabete di tipo 1 - e di diagnosticare la celiachia in fase precoce, garantendo un trattamento immediato per evitare complicanze come ritardi della crescita e pubertà ritardata.
Prima dell'adozione su scala nazionale, è stato condotto uno studio preparatorio denominato D1Ce Screen, promosso dall'Iss in collaborazione con il ministero della Salute, che ha coinvolto 4 regioni italiane - Lombardia, Marche, Campania e Sardegna - per testare la fattibilità del programma, valutarne i costi e analizzare i benefici di uno screening sistematico su tutta la popolazione pediatrica. Durante questa fase, i pediatri di libera scelta hanno giocato un ruolo fondamentale, reclutando su base volontaria bambini di età compresa tra 2, 6 e 10 anni per essere sottoposti a un prelievo di sangue capillare, destinato alla determinazione degli autoanticorpi specifici per il diabete di tipo 1 e la celiachia. Ad oggi sono state inserite a sistema 3.819 anagrafiche e i risultati ottenuti hanno evidenziato un'elevata partecipazione delle famiglie, segno di una forte consapevolezza dell'importanza di una diagnosi precoce.
"Lo sviluppo di nuove terapie e la possibilità di screening precoce - osserva Raffaella Buzzetti, presidente eletto della Società italiana diabetologia (Sid) - stanno trasformando profondamente la gestione del diabete di tipo 1, e il teplizumab rappresenta una delle innovazioni più significative in questo contesto. Tutto ciò apre scenari del tutto nuovi per la prevenzione, offrendo un'opportunità straordinaria per intervenire prima che il diabete si manifesti clinicamente. Accanto a terapie innovative come il teplizumab, anche lo screening precoce gioca un ruolo cruciale: identificare individui a rischio consente di personalizzare gli interventi terapeutici, anticipando le complicanze e migliorando la qualità di vita delle persone con diabete tipo 1. In qualità di presidente eletto Sid, sono convinta che la nostra comunità scientifica giocherà un ruolo di primo piano nel portare queste innovazioni nella pratica clinica quotidiana, integrando strumenti e terapie che fino a pochi anni fa erano solo ipotetiche e ampliando il ruolo del diabetologo che da semplice gestore della malattia diventerà promotore di strategie di prevenzione".
Meno noto rispetto al tipo 2, il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune ancora incurabile, causata dalla distruzione delle cellule beta delle isole pancreatiche responsabili della produzione di insulina. In Italia questa patologia colpisce circa 300mila persone e nel 2021 si sono registrati 26,7 nuovi casi ogni 100mila bambini, di cui il 43,2% con esordio in chetoacidosi diabetica, una complicanza potenzialmente fatale se non diagnosticata tempestivamente. Anche la celiachia, un'altra malattia autoimmune cronica, è molto comune in Italia, con oltre 200mila persone affette. Sebbene siano patologie distinte, il diabete di tipo 1 e la celiachia condividono molti elementi comuni, come i meccanismi autoimmuni e una predisposizione genetica associata ai polimorfismi del complesso Hla (Human Leukocyte Antigens). Fino al 5% dei pazienti potrebbe soffrire di entrambe le condizioni, rendendo la gestione clinica più complessa e costosa.
Questo quadro clinico a livello nazionale sottolinea ancora di più l'importanza nel procedere con un programma strutturato di prevenzione partendo proprio dai più piccoli. Lo screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia ha già attirato l'attenzione delle principali istituzioni scientifiche internazionali e delle riviste più prestigiose, come 'Tha Lancet' e' Science'. L'introduzione di un programma così articolato e regolato per legge non ha precedenti e pone l'Italia in una posizione di assoluta avanguardia nella prevenzione sanitaria. I prossimi passi prevedono l'adozione del programma su tutto il territorio nazionale, con un impegno costante per garantire la massima adesione e per monitorare i risultati, al fine di apportare eventuali miglioramenti.
"La Legge n.130/2023 ha reso l'Italia Paese capofila nel dotarsi dello strumento dello screening e questo deve essere per noi motivo di grande orgoglio - dichiara Alessandro Crevani, General Manager Business Unit General Medicines Italy & Malta, Sanofi - Questo progetto ha favorito l'incontro e la collaborazione stretta e sinergica dei principali attori coinvolti nella fase di implementazione della legge, che hanno messo a sistema le loro grandi competenze per il raggiungimento di un obiettivo comune: quello di rendere il progresso scientifico, come lo screening del T1D e celiachia, alla portata di tutte le famiglie del nostro Paese. E' anche un traguardo significativo per la nostra azienda, che ha messo l'immunologia al centro della propria strategia di ricerca e sviluppo, sfruttando la competenza e la vasta conoscenza del sistema immunitario per comprendere e trattare le malattie dove esso non risulta più in equilibrio, come per l'appunto nel diabete di tipo 1. Come Sanofi abbiamo una storia profondamente legata al diabete e lavoriamo ogni giorno per cambiare il corso di questa patologia. Da luglio dell'anno scorso abbiamo infatti istituito un'area dedicata all'immuno-diabetologia, con l'ambizioso obiettivo di trasformare radicalmente in futuro il trattamento del diabete di tipo 1, ritardandone l'esordio e con l'ambizione dataci dalla nostra pipeline di arrivare un giorno ad impedirlo del tutto".
- 13:03 - Buchmesse, Giuli: "Momento importante per qualità nostra editoria"
Roma, 17 set. (Adnkronos) - "Ritengo che questo sia un momento molto importante per la cultura italiana, in particolare per ciò che rappresenta la qualità della nostra editoria". Quello che attende l'Italia "è un contesto internazionale ed è bello mostrarci concordi, compatti, padroni della nostra missione". Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, intervenendo al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), alla presentazione del francobollo emesso per celebrare l'Italia Ospite d'Onore alla Buchmesse di Francoforte, dal 16 al 20 ottobre.
La Buchmesse, inoltre - secondo Giuli - deve essere una 'sfida' che deve restituire "un'immagine di compattezza". "Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, e le persone che siedono a questo tavolo, sono la dimostrazione tangibile che la cultura non ha confini, non si fa soltanto nel ministero della Cultura e in tutte le sue ramificazioni ed espressioni. Tutti facciamo cultura, tutti abbiamo delle responsabilità istituzionali e in circostanze così importanti come la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dobbiamo restituire l'immagine di una compattezza che non è solo interministeriale".
"E' una forza di sistema - ha aggiunto - che si manifesta attraverso una scelta squisitamente analogica con un francobollo nell'epoca del QR code e che rappresenta la nobilitazione di una grande tradizione italiana". Ma "al tempo stesso il francobollo è un simbolo, un bene valore e materiale che rappresenta la proiezione delle nostre radici nel futuro, di quanto di più contemporaneo possa esistere pur nel quadro di una tradizione secolare che ci rappresenta".