Giovanna Gabrielli
Giornalista
Sono vissuta nel culto dei libri, dei classici, della lingua italiana. Merito anche del mio caro zio Aldo, quello del Vocabolario Gabrielli e di mio padre latinista. Amo frugare nel passato, curiosare nella storia minore, nei fatti di costume polverosi. La penso come Proust…”la realtà non si forma che nella memoria”. Così, quando è nato Il Fatto è nata anche la mia rubrica quotidiana “Il Fatto di ieri”, una specie di calendario alla rovescia che suggerisca l’esercizio della memoria. In passato ho collaborato con Repubblica, con l’Unità, col Diario e con Radio Tre dove ho raccontato la Grecia e la Turchia contemporanee. Per l’editore Archinto ho pubblicato il libro “Ridere e deridere”, passi scelti degli Epigrammi di Marziale integralmente tradotti nel ‘56 da mio padre. Il mio ’68 l’ho vissuto a Milano, quando c’era ancora la Milano e la cultura della fabbrica e quando si faceva , con passione, una “politica da marciapiede”. Ho una piccola casa in un’isola greca sperduta e selvaggia, dove passo la mia estate naif. L’unica cosa nella quale sono conservatrice è la cucina. Quanto al “femminile”, il mio motto è quello di Simone de Beauvoir, “Donna non si nasce, si diventa”. A proposito. Visto che vanno di moda gli anagrammi, il mio nome e cognome si può anche leggere …”inneggiava al libro…”.