Manuela Modica
Giornalista
Ho scritto per l’Unità dal 2006 al 2014, poi anche per La Repubblica fino al 2020. Adesso collaboro dalla Sicilia per Ilfattoquotidiano.it. Ho scritto il libro “Sua Maestà Siciliana, Raffaele Lombardo”. Ho seguito dunque le orme di mio nonno Francesco Modica che nel ventennio editava clandestinamente a Messina un giornale antifascista. E quelle di mio zio Stelio Vitale Modica, giornalista della Gazzetta del Sud, scomparso prematuramente all’età di 49 anni, nel 1985. Quando cioè avevo solo dieci anni. In quei primissimi anni della mia vita avevo però fatto in tempo a respirare l’atmosfera – a casa e fuori – del giornalista di quei tempi: la cena a mezzanotte, la vita piena di storie e di persone. La famiglia folta e coesa sempre con lui. Un fascino che non sapevo mi fosse rimasto addosso fino a quando io stessa, trovandomi di fronte all’opportunità offerta improvvisamente dal caso, ho deciso di abbracciare questo mestiere. Spinta inizialmente da un fortissimo idealismo e ancora adesso dalla cieca convinzione che vivere vuol dire partecipare, far parte di una comunità della quale hai la responsabilità. È con questo senso di responsabilità (che devo anche all’altro nonno, Francesco Rella, che era stato poliziotto a Palermo) che cerco di raccontarvi le storie siciliane in cui mi imbatto. Ma non ceno a mezzanotte.