Margot Galante Garrone
Regista e cantautrice
Crebbe bambina con tre precettori
Privati: storici, poeti, autori,
Ed una madre assai brava cantante,
E violinista ed anche commediante…
Ma poi Margot, ch’era ancora fanciulla
Lasciò i parenti, lasciò la sua culla,
I suoi interessi, e perse la testa
Per dedicarsi ai canti di protesta.
Con Amodei e Michele Straniero
Girò l’Europa e non le parve vero
Di dare inizio alla bella avventura
Dei Cantacronache, che con sicura
Mano per primi seppero creare
Musiche e testi da rappresentare,
Coadiuvati da nomi importanti
Come Calvino, Fortini e ancor tanti
Che troppo lungo sarebbe elencare
Quindi fermiamoci nel menzionare.
Scrisse canzoni e colonne sonore
Partecipò a più kermesse canore
Tredici dischi incise da autrice
Ma le mancava, per esser felice,
Un picciol gruppo con cui lavorare
E divertirsi a inventare e a giocare.
E fu così che con far sbarazzino
Di marionette fondò il Gran Teatrino
Avendo sempre, e fedeli, al suo lato
La Paola Pilla e la Lulù Beato.
Mettono in scena spettacoli densi
Che in ogni ambiente ricevon consensi:
Musiche tratte da assai rari dischi:
Hindemith e Malipiero e Stravischi,
Kurt Weill, Rameau, e anche Purcell e Berio,
Kagel, Berlioz, Boccherini e con serio
Spirito i testi (che han messo alla prova
La Stein, Calasso, Balzac, Casanova)
Il Gran Teatrino seppe poi trovare
per presentarli in occasioni rare,
Con i costumi grandiosi che fatti
Son da quel mago di Marco Baratti.
Con le fedeli sue Pilla e Beato
Il Gran Teatrino si è poi cimentato
In più di un’opera alla Fenice
Con risultato davvero felice,
E un corso tenne poi di messinscena
Perfino in un Istituto di Pena…
E ancor produsse dei cortometraggi
(Senza peraltro trarne dei vantaggi).
Sempre e dovunque il Teatrino fu amato
Tanto che infine poi venne ospitato
Per qualche tempo in una Fondazione
Che vanta fama e vanta tradizione…
Ma che in un “amen”, con gran tracotanza
Spedì le Femmine via dalla stanza
In cui le recite dai veneziani
Erano accolte con gran battimani.
E fu così che la bella struttura
Per fare posto a una brutta scultura
Venne cacciata, senz’ombra di scusa,
E l’esperienza fu così conclusa.
Questo per quanto riguarda il teatrino
Ma se torniamo a Margot e al suo destino
Dobbiam parlar di trecento canzoni
Che stan seguendo le oscillazioni
Della politica, come consiglia
La tradizione della sua famiglia.
Sono canzoni ironiche e tristi
Che parlan spesso di poveri Cristi,
E guardano con occhiali speciali
Ciò che riportano tutti i giornali.
Ma l’avventura teatral non è morta:
chiuso un portone, si apre una porta.
E ad una lapide lei pensa spesso:
“Fu troppo brava per aver successo”…
La biografia è comunque un sigillo:
O meglio ancora: un bel coccodrillo.