Nicolò Carnimeo
Docente universitario e scrittore
Il mare è il mio orizzonte, mi riconosco nei suoi valori e nelle sue qualità. Lo guardo dalla finestra e gli sono vicino anche quando lavoro, insegno Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’Università di Bari, mi occupo di navi, porti, coste, tutela dell’ambiente e anche di pirati. Non ho voluto fare l’avvocato, avrei avuto poco tempo – il tempo è per me la vera ricchezza – per dedicarmi a due grandi passioni, scrivere e viaggiare. L’ultima navigazione mi ha portato dalla Malesia alla Nigeria in un mare tempestoso, tra profonde diseguaglianze che si stenta a credere, ho pubblicato una delle prime inchieste (Nei mari dei pirati, Longanesi) sulla pirateria moderna, specchio dei nostri tempi. Ma in più di vent’anni in giro per il mondo occupandomi di esteri e cultura ho scritto decine di saggi, articoli, reportage per quotidiani e riviste in Italia e all’estero e siedo nel comitato di redazione di Limes Rivista di Geopolitica. Con Limes sono stato inviato nei Balcani durante la guerra. In Montenegro ho vissuto un anno. Da qui è nato Montenegro viaggio senza tempo (Giorgio Mondadori) con prefazione di Emir Kusturica e un altro volume Le Montagne del Mediterraneo di cui sono coautore. Poi è la mia terra, la Puglia, che anche quando sono lontano porto sempre nel cuore. L’ho percorsa lentamente, a piedi, in bicicletta, e, soprattutto, a vela. Dal 1992 ne scrivo su La Gazzetta del Mezzogiorno dove curo anche la rubrica L’Angolo del Mare. Ho partecipato in qualità di coautore a diverse pubblicazioni Puglia e Basilicata, mura, castelli e dimore; Puglia e Basilicata. I luoghi e i gesti della fede; Puglia e Basilicata, la natura e i segni dell’uomo tutte edite dalla Giorgio Mondadori e poi all’Enciclopedia Mari e coste d’Italia, distribuita con il Corriere della Sera. Nel 2014 esce Com’è profondo il mare. La plastica, il mercurio, il tritolo e il pesce che mangiamo, edito per Chiarelettere. Un luogo nel mio peregrinare mi ha fulminato, è una Stazione di Vedetta sul porto di Giovinazzo (Bari) come una nave di pietra, circondata da tre lati dal mare e dall’altro dalla cattedrale romanica. Qui sono tra i fondatori de la Vedetta sul Mediterraneo, prima associazione europea degli scrittori di mare. Se passate di lì venitemi a trovare. Da qualche tempo scrivo anche per il web su La Stampa.it e sul Fatto Quotidiano dove soffia una brezza di autentica libertà. Tutti noi – classe ‘68 – coltiviamo sogni, il mio è un giorno mollare gli ormeggi, potermi permettere una barca a vela solida abbastanza per attraversare il Mediterraneo e l’oceano sino ai Caraibi.