Paolo Boggi
Imprenditore del tessile
Sono un ex imprenditore del tessile. Sono nato a Salerno e cresciuto sulla Costiera Amalfitana, ma mi considero ormai milanese acquisito. Ho fondato la casa di abbigliamento classico maschile che porta il mio nome, poi ceduta nel 2003. Da allora, per quanto posso, mi interesso di cultura e mecenatismo. Senza essere uno scrittore né un intellettuale, ho dato alle stampe tre libri con alcune idee, soprattutto sul settore moda: “Mercanti di Moda” (Lubrina), “Un Abito da Leggere” (Franco Angeli) e il “Rinascere ogni giorno” (Lubrina).
Il tessile è stato il centro della mia vita per lunghi anni, considero l’abbigliamento uno dei linguaggi più immediati e sofisticati dell’uomo, ma è un linguaggio che presuppone una forma di cultura senza la quale non può esserci vera eleganza.
Sono da sempre critico nei confronti del Fashion System, o quella parte di esso che ha alimentato il culto becero dell’immagine, che ha sancito il trionfo dell’apparenza sulla sostanza. Non ho mai fatto pubblicità ai miei negozi, mentre attorno a me tutte le grandi griffe crescevano a suon di campagne milionarie. Piuttosto, già negli anni ’80, omaggiavo i clienti con una copia della Costituzione Italiana che facevo stampare appositamente. Ero convinto che la Costituzione fosse il più importante abito di società, un capo che non può mancare nel guardaroba di un gentiluomo. E lo sono anche oggi.