Vittorio De Vecchi Lajolo
Avvocato e musicista
Vivo a Berlino dal 2011 e sono avvocato italiano e tedesco. Mi occupo di proprietà intellettuale, diritto della tecnologia e dell’informazione, quasi sempre a cavallo tra Italia e Germania o in altri contesti transnazionali. Mi interessa il confronto tra sistemi giuridici e scelte politiche di paesi diversi perché è (o dovrebbe essere) utile a mantenere la mente aperta e individuare le soluzioni migliori ai problemi comuni. Insegno diritto e, di tanto in tanto, scrivo colonne sonore per cinema e teatro. Sono appassionato di lingue.
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- 17:35 - **M5S: Conte a Del Debbio, 'lei ha ruggini con Grillo? Allora non è il solo...'**
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - "Se Grillo verrà alla Costituente? Lo chieda a lui". Giuseppe Conte a Dritto e Rovescio su Rete4 risponde così al conduttore Paolo Del Debbio. "Con me non parla -risponde il giornalista- ci sono vecchie ruggini". E Conte: "A questo punto non è il solo...".
- 17:35 - **Partiti: dall'intuito di Pannella ai brand di Berlusconi, tutte le giravolte dei simboli**
Roma, 21 nov (Adnkronos) - Alzi la mano chi non l'ha mai fatto. Non solo pensato, ma fatto. Perchè in ogni partito, prima o poi, c'è stato un vertice o un caminetto convocato per discutere del cambio del simbolo elettorale. Rianimato da Fratelli d'Italia, alle prese in questi giorni con i dubbi sulla fiamma, il dibattito sul logo è tornato di attualità. Giorgia Meloni e fratelli, però, sono in buona compagnia: gli esempi sulle vicissitudini 'grafiche' dei partiti si perdono nel tempo.
Nella prima Repubblica una delle storie più gustose è quella dei Radicali. Come sempre, quando c'è di mezzo Marco Pannella le sorprese non mancano. In origine i Radicali si presentano con un simbolo giacobino: 'la Marianna', la donna con l'elmo, una sorta di Minerva. Poi, siamo ai primi anni '70, Francoise Mitterand incontra Giacomo Mancini e Marco Pannella e offre ai compagni italiani il simbolo (opera di Marc Bonnet) con cui il Parti socialiste aveva trionfato in Francia dopo la svolta di Epinay. Mancini, raccontano le cronache, rifiuta: il Psi non può mettere in soffitta falce martello, libro e sole presenti del simbolo.
Pannella non si fa pregare e, al volo, adotta la Rosa nel pugno (le poing et la rose) che diventa la 'bandiera' delle battaglie Radicali di quegli anni, dal divorzio all'aborto. Il nuovo simbolo "era più coerente con le nostre scelte non violente", dice Gianfranco Spadaccia. E' un successo, non solo dal punto di vista grafico. Unico intoppo: Bonnet fa causa ai Radicali, vince in Tribunale e nei primi anni '80 Pannella paga 60 milioni di lire al disegnatore.
(Adnkronos) - Il cambio di simbolo (e non solo) più celebre della politica di quegli anni è però quello che ha visto protagonista il Pci, con la svolta della Bolognina dell'89. Il 10 ottobre 1990 Achille Occhetto presenta il simbolo del Pds, il partito 'erede' del Pci, che mantiene la falce e martello anche se in piccolo e in basso. L'ha disegnato Bruno Magno, che lavorava all'Ufficio grafico di Botteghe oscure. "La Quercia non è tra le cose più belle che io abbia potuto fare", ammette anni dopo Magno in un libro.
Nella primavera di quell'anno era stato Walter Veltroni a chiedergli, dietro massima discrezione, di mettersi al lavoro sul nuovo logo. Occhetto, quel giorno, prova a rassicurare tutti: "Nulla viene liquidato ma tutto rinnovato con un atto fecondo di rigenerazione". In quei giorni, poco distante da Botteghe Oscure, le cose vanno diversamente. Nella sede di via del Corso, nell'ottobre del '90, Bettino Craxi convoca una Direzione del Psi e annuncia: "Nel simbolo del Psi la scritta Partito socialista viene sostituita da quella Unità socialista".
Ugo Intini si affretta a spiegare ai compagni spiazzati da Craxi: "Lui ha messo sotto il simbolo del nostro partito 'Unità socialista' come per dire 'qui dovete venire'". La proposta del leader socialista, ovviamente, passa all'unanimità in Direzione. Per usare le parole di Giorgio Benvenuto, le "forti preoccupazioni di molti compagni" restano sullo sfondo. Nella seconda Repubblica il 'principe' dei simboli, come di tante altre cose, è Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha stravinto le sue prime elezioni nel '94 con Forza Italia, un 'brand' che si dimostra subito forte.
(Adnkronos) - Ma Berlusconi è sempre inquieto e così nel 2001 fonda la Casa delle libertà, innovando nome e simbolo nell'uninominale. E' tutto? Per niente, qualche anno dopo (2007) convoca a sopresa la stampa al Tempio di Adriano, nel centro di Roma, location tenuta top secret fino all'ultimo e fermata nottetempo. Casualmente, la stessa in cui Walter Veltroni aveva presentato il 'suo' Pd. Il Cavaliere sale sul podio, davanti a lui giornalisti, qualche parlamentare e un drappello di giovani di FI. Improvvisamente, alle sue spalle appare il logo Popolo delle libertà. Si cambia di nuovo.
Poco dopo, in pieno stile Berlusconi, in una trasmissione di Canale 5 il Cavaliere anticipa che nel Popolo delle libertà entrano sia FI che An, il partito di Gianfranco Fini che, nato dalla svolta di Fiuggi, ha mantenuto quella fiamma nel simbolo (con la scritta Msi) di cui oggi FdI discute tanto. Berlusconi non chiude qui, perchè per le elezioni del 2018 ripropone Forza Italia con un ritorno al simbolo del '94.
Difficile tenere il passo di Berlusconi, ma ci ha provato negli ultimi anni la Lega. Per il partito di Salvini un cambiamento di denominazione 'storico' c'è stato, quello che ha visto abbandonare il simbolo e il logo originario e 'bossiano', Lega Nord per l'indipendenza della Padania, per il Lega Salvini premier che mantiene ancora oggi. Dall'altra parte i loghi (e i partiti) si sono susseguiti soprattutto a sinistra, con Rifondazione comunista che è diventato Sinistra arcobaleno, poi Sel-Sinistra ecologia e libertà, poi Liberi e uguali.
(Adnkronos) - E il Pd? Nemmeno i dem sono rimasti immuni dalla tentazione del 'ritocchino' al simbolo. A parte vari tentativi attribuiti a Matteo Renzi ai tempi in cui era alla guida del Nazareno, il più recente è quello (fallito) della segretaria Elly Schlein. In occasione delle ultime europee, nella Direzione che avrebbe votato le liste elettorali 'spunta' un facsimile del logo dem con il nome Elly Schlein bene in vista.
Alcuni Big dem strabuzzano gli occhi. Vero o no, dal Nazareno trapela la proposta fatta da qualche fedelissimo della segretaria: "O Elly si candida ovunque o mettiamo il nome nel simbolo del Pd". Seguono discussioni e tensioni varie, che arrivano a poche ore dalla 'dead line' per il deposito delle liste. Ci pensa la stessa segretaria a fermare tutto, con una diretta Instagram cui annuncia che nel simbolo dem non ci sarà nessun nome: "Nel dibattito di queste ore mi è sembrata più divisiva che rafforzativa, questa proposta".
- 17:34 - De Santi (PagoPa): "Nuove funzionalità su AppIo per avvicinare Stato ai bisogni persone"
Torino, 21 nov. (Adnkronos) - "Arrivare a una platea molto ampia di persone direttamente negli smartphone dei propri cittadini senza fare grandissimi investimenti".
E’ l’obiettivo che si prefigge la nuova funzionalità che abilita il Single Sign-On su App Io, presentata da PagoPA, all’interno della 41esima assemblea Anci, in svolgimento al Lingotto Fiere di Torino. A spiegarla, il Chief Product & Design Officer di PagoPA, Matteo De Santi.
“Tutti gli enti pubblici, sia quelli centrali che quelli territoriali e quindi i comuni - spiega De Santi - possono erogare i propri servizi pubblici digitali, semplicemente, adattando i siti web che già hanno a disposizione e che mettono a disposizione dei cittadini. La cosa, però, davvero importante di questa innovazione è che i milioni di persone che già utilizzano l’App IO, potranno, senza doversi autenticare, trovare all’interno dell’app, i servizi della propria regione e del proprio comune. Un modo - conclude De Santi - di semplificare la vita avvicinando un po' quello che è lo Stato ai bisogni delle persone”
- 17:33 - **M5S: Conte a Grillo, 'comunità intera sta decidendo futuro, chi è ultimo giapponese?'**
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - "Io ho fatto una battuta: ho l'impressione che l'ultimo giapponese sia lui che si contrappone a una comunità intera di iscritti che in questo momento stanno votando e possono votare su alcune decine di quesiti decisi da loro. Una tutta comunità intera deciderà cosa fare del futuro del Movimento 5 Stelle: nuove idee, nuove proposte. Allora se il garante si fosse speso per venire con noi in trincea quando si vota, per cercare di rimboccarsi alle maniche con gli attivisti.... ditemi voi chi è il giapponese che rimane isolato?". Così Giuseppe Conte a Dritto e Rovescio su Rete4.
- 17:33 - Moricca (PagoPA): "Migliorare i servizi digitali anche in prospettiva Pnrr"
Torino, 21 nov. (Adnkronos) - "Partecipiamo all'assemblea Anci per il quarto anno consecutivo. Per noi un'importante occasione di interagire con i comuni per presentare le nostre piattaforme e per far conoscere quello che è stato fatto e quello che può essere fatto soprattutto in prospettiva Pnrr". A dirlo è l'Amministratore Unico di PagoPA, Alessandro Moricca, all'interno della 41° assemblea Anci che si svolge al Lingotto Fiere di Torino. Varie le forme di interazione tra pubblica amministrazione e cittadini messe a disposizione dalla Società: "Oltre alla piattaforma PagoPa - spiega Moricca - si interagisce con App IO, che è l'app dei servizi pubblici, quindi il punto d'accesso per il cittadino ai servizi digitali degli Enti e con Send, che è il servizio delle notifiche digitali che permette alle amministrazioni di inviare atti a valore legale sia in digitale che in analogico.
"Quello che presentiamo qui all'Anci - sottolinea Moricca - è principalmente come beneficiare al meglio dei servizi digitali. Sui quasi 8.000 comuni italiani, la quasi totalità aderisce a pagoPA, ma l'adozione delle soluzioni non è sempre uniforme. Per esempio, sulla piattaforma PagoPA per un servizio come le sanzioni stradali a cui ha aderito il 60% degli Enti l'effettivo utilizzo è solo del 20%. Ecco - conclude - il nostro obiettivo è di far salire queste cifre per permettere di realizzare a pieno gli obiettivi del Pnrr".
- 17:31 - Dal Fabbro (Iren): "Multiutility cinghie di trasmissione dell’economia reale"
Torino, 21 nov. - (Adnkronos) - “Si parla molto delle aziende di Stato un po’ meno delle multiutility ma le multiutility sono quelle che investono in Italia, nei comuni e nei territori, non in Africa o in Sudamerica, e sono quelle che impiegano 300 mila persone. Quindi, che c’è spazio per tutte, per le grandi, per le piccole, ma le multiutility sono una delle cinghie di trasmissione dell’economia reale”. Così il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, intervenendo ad un incontro nell’ambito dell’assemblea annuale di Anci in corso a Torino.
“Credo che il sistema delle multiutility in Italia possa essere utile per lo sviluppo dell’energia e dei servizi sostenibili nei Comuni. Le utility italiane hanno circa 300 miliardi di euro in fatturato annuo, coprono il 15% del Pil”, ha aggiunto Dal Fabbro dicendosi convinto che “il futuro sia sempre più della partnership pubblico-privato".
"Penso - ha spiegato - una delle soluzioni che possiamo sviluppare insieme con i comuni e con le istituzioni siano i partenariati pubblici -privati in tutte le attività che insistono nei servizi pubblici, acqua, energia, ambiente”.
"Per fare questo bisogna fare anche un po’ di formazione alle multiutility, alle aziende che lavorano in questo settore, ai comuni e alle istituzioni perché oggi la legge ci permette di fare operazioni virtuose a beneficio del cittadino e delle aziende unendo le competenze pubblico privato e questo lo si fa liberando finanza, oggi l’economia ia supporta questo tipo di progetti, quindi il problema non è trovare il denaro ma quelle strutture più trasparenti e virtuose possibili che dimostrano di dare un beneficio ai cittadini”, ha concluso.
- 17:22 - Migranti: Pd, 'Nordio riferisca impatto dl flussi su corti di appello'
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - “L'emendamento approvato ieri sera in Commissione, che trasferisce alle Corti d'Appello la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, rappresenta una decisione irragionevole e potenzialmente punitiva nei confronti della magistratura". Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
"Come rilevato dal presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, questa scelta rischia di paralizzare centinaia di cause civili all'anno, aggravando ulteriormente i tempi di decisione senza alcun rafforzamento di risorse o organici. Attribuire ulteriori carichi di lavoro a corti già in sofferenza strutturale mina gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal PNRR e rischia di compromettere l'intero piano di riforma. Se l’obiettivo fosse quello di migliorare il funzionamento della giustizia, il risultato appare ben lontano. Al contrario, questa decisione sembra dettata da una volontà di rivalsa verso i giudici che hanno preso decisioni non gradite al governo".
"Chiediamo al Ministro della Giustizia di fornire immediatamente una relazione tecnica per spiegare la ratio di questo intervento e fugare il ragionevole dubbio che sia ispirato da un intento punitivo piuttosto che da una logica di efficienza e giustizia”.