Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi analizza con tecnici e ambientalisti l’utilità di costruire un inceneritore a Roma, come vuole il sindaco Gualtieri. Pietro Mecarozzi ci porta a Lipari, in Sicilia, per raccontare la vicenda dell’impianto solare costato milioni e mai entrato in funzione.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, ECCO Think Tank si occupa del Superbonus e del fatto che bisogna garantire efficienza anche agli incentivi. Mentre Mare Vivo si occupa del packaging alimentare.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” parliamo dell’ambiente come terapia per affrontare disagi psichici e dipendenze.
Buona lettura
Gli ambientalisti: “Ecco perché quella contro l’inceneritore non è una battaglia ideologica”
di Elisabetta Ambrosi
“A Roma occorre aumentare la raccolta differenziata. Servono poi impianti per il trattamento della frazione organica con produzione di biometano. Ma servono anche, dopo i vari trattamenti intermedi, o nuove discariche o un nuovo inceneritore”. Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, cita dati e numeri per mostrare come un termovalorizzatore per la capitale e la sua provincia non sia del tutto da escludersi: “Il punto è questo: anche portando la raccolta differenziata al 62%, alla fine dei trattamenti, su 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti della provincia di Roma, residuano non meno di 500.000/600.000 tonnellate da smaltire all’anno”. D’altronde, nota l’ex ministro dell’ambiente, non c’è un legame tra bassa differenziata e numero degli inceneritori, visto che “la provincia di Milano ne ha 3 con una differenziata al 70% e quella di Roma che non ne ha è al 50,4%”.
Ma sul termovalorizzatore che il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di costruire per Roma – pur non essendo nel suo programma elettorale – non c’è affatto consenso, specie nel mondo ambientalista. “No, il termovalorizzatore non serve perché una volta raggiunto il 65% di raccolta differenziata, il minimo secondo l’Europa, non abbiamo certo bisogno di un impianto da 600.000 tonnellate”, spiega a sua volta Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club. “Va anche ricordato che comunque l’inceneritore ha uno scarto di circa il 20%, il che significa che comunque 120.000 tonnellate finirebbero in discarica. Inoltre, la frazione più importante è l’organico, per la quale sarebbero necessari soprattutto biodigestori, il massimo dell’economia circolare e non è un caso che nel Pnrr questi impianti sono inclusi mentre non sono inclusi gli inceneritori”.
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Il libro
Ecologia profonda. Vivere come se la Natura fosse importante
Castelvecchi, euro 20, pagine 354
di Bill Devall, George Sessions
Uno dei testi più significativi sul pensiero ambientalista, “Ecologia profonda” esplora le radici filosofiche, psicologiche e sociologiche dell’odierno movimento ambientalista per approdare a un’etica ecocentrica, al cui cuore non ci sia il solo utilitaristico benessere dell’uomo ma la ricerca di un suo ruolo armonico all’interno dell’ecosistema. E dal momento che la progressiva crisi ecologica è invece il prodotto dell’insaziabile società industrial-tecnocratica, gli autori propongono di ripensare in modo radicale le relazioni predatorie tra uomo e Natura, di superare l’ideologia dominante risvegliando una coscienza più antica. Perché il meccanismo di autodistruzione messo in atto fin qui “si può” disinnescare, attraverso l’azione diretta e le scelte concrete.
Bill Devell ha studiato per quindici anni l’organizzazione sociale, la politica, la psicologia e la filosofia del movimento ambientalista. Insegna alla Humbolt State University in California ed è attivo in molti gruppi ambientalisti tra cui Earth First! e il Sierra Club.
George Sessions insegna filosofia al Sierra College California. È stato consulente di filosofia al National Endowment for the Humanities ed è editore dell’International Ecophilosophy Newsletter.
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