Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi intervista il fisico Carlo Rovelli che, oltre alla preoccupazione per i cambiamenti ambientali, invita ad anteporre il bene comune agli interessi privati per sconfiggere il Covid. Poi, qui di seguito, daremo conto del piano, ritenuto folle, di Rti di bucare i monti del Parco Nazionale della Majella per far passare il nuovo tracciato ferroviario. Con rischi non indifferenti. La sfida americana al clima è invece al centro dell’intervento dei Fridays for Future. Mentre l’associazione Cittadini per l’aria parla dell’inquinamento da diesel nelle nostre città e delle iniziative che possono prendere i cittadini.
Alta velocità, il progetto di Rti per bucare i monti del Parco della Majella
di Lilli Mandara
Un buco nel Monte Morrone di 13 chilometri, nel bel mezzo del parco nazionale della Majella, proprio lì dove nascono le sorgenti del Giardino che con 1.100 litri al secondo riforniscono ogni giorno di acqua potabile decine di comuni della Val Pescara, Chieti e Pescara compresi. E’ il progetto che sta portando avanti Rfi (Rete ferroviaria italiana) per velocizzare (in sette anni e mezzo) la linea Pescara-Roma e collegare la sponda Adriatica con quella tirrenica in poco meno di due ore, rispetto alle 4 attuali. Esattamente la metà del tempo, con la possibilità di andare da Avezzano a Roma (linea affollatissima dai pendolari) in 50 minuti e da Sulmona a Pescara in 40. (continua a leggere)
Il libro: il mito della crescita verde
È possibile godere dei benefici della crescita economica e raggiungere allo stesso tempo la sostenibilità ambientale? Questa domanda è oggetto di un agguerrito dibattito politico tra chi porta avanti, rispettivamente, le idee della crescita verde e della decrescita (o post- crescita). Nell’ultimo decennio la crescita verde è stata chiaramente la narrazione politicamente dominante: le agende di ONU, Unione Europea e di molti paesi si sono basate sull’assunto che il disaccoppiamento dell’impatto ambientale dal PIL possa permettere in futuro una crescita economica infinita.
Considerando l’importanza delle questioni in gioco, è necessaria una valutazione attenta per determinare se siano solide o meno le fondamenta scientifiche alla base di questa “ipo- tesi del disaccoppiamento”. Questo libro propone una revisione della letteratura empirica e teorica per verificare questa ipotesi. La conclusione è allo stesso tempo prepotentemente chiara e deludente: non solo non ci sono prove empiriche per supportare l’esistenza di un disaccoppiamento della crescita economica dall’impatto ambientale, di un’entità anche solo prossima a quella necessaria ad affrontare il collasso ambientale, ma anche, e questo forse è ancora più importante, sembra improbabile che questo disaccoppiamento possa avvenire in futuro. Questa ricerca fornisce delle prove schiaccianti contro la strategia della crescita verde ed impone di riflettere su una strategia alternativa, come la Decrescita Felice (editore: Lu.Ce, pagine 150, 12 euro).
Autori: Timothée Parrique, François Briens, Christian Kerschner, Alejo Kraus-Polk, Anna Kuokkanen, Joachim Spangenberg
Traduzione e curatela del Movimento per la Decrescita felice
ll Movimento per la Decrescita Felice è stato fondato nel 2007 da Maurizio Pallante, saggista ed esperto di riduzioni degli sprechi, ed è oggi presieduta da due presidenti: Lucia Cuffaro di Roma e Michel Cardito di Brescia. Consta di 20 Circoli territoriali che operano localmente su base volontaria con l’intento di avvicinare le persone alle idee e pratiche della decrescita attraverso formazione interna ed eventi di sensibilizzazione (seminari, laboratori presentazione libri, eco-feste, convegni, collaborazioni con altre realtà).
Il movimento ha una casa editrice (Edizioni della decrescita felice) e ha costituito l’Università del saper fare per valorizzare il recupero delle conoscenze e delle pratiche necessarie all’autoproduzione di beni. Ha avviato una mappatura di esercizi commerciali, in particolare nel settore alimentare, della ristorazione e dell’ospitalità, nel progetto denominato “I locali della decrescita felice”. Organizza confronti con aziende e professionisti che producono, commercializzano e installano tecnologie che aumentano l’efficienza nell’uso delle risorse, riducono l’impatto ambientale e recuperano i materiali contenuti negli oggetti dismessi, con l’obiettivo di promuovere un’economia parallela in grado di creare occupazione in attività che riducono l’impronta ecologica.
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