Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, l’inchiesta di Stefano Valentino sul biodiesel di Eni e Total, ottenuto con l’olio di palma in buona parte frutto del taglio indiscriminato delle foreste. Questione che si intreccia con le lacune delle normative europee. Elisabetta Ambrosi intervista Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, che accusa il colosso del petrolio italiano e i petrolieri in generale di remare contro le rinnovabili. Circostanza che ci ha consegnati nelle mani di Putin.
Nello spazio delle associazioni, i Medici per l’ambiente raccontano di uno studio che evidenzia i legami tra tumori e inquinamento. Report da cui emerge che si muore di più al nord. Extinction Rebellion ci parla del documentario appena uscito che racconta la storia e le iniziative del movimento.
La nostra rubrica “Verdi si diventa” ci spiega perché non si devono gettare rifiuti (anche alimentari) nel water e come riciclare correttamente.
Buona lettura
Biodiesel & deforestazione, l’eco-farsa di Eni e Total
di Stefano Valentino
ENI e Total (come tutti i produttori europei di biocarburanti) hanno finora spacciato per “ecologico” il diesel fatto con olio di palma a rischio deforestazione, occultato dietro i loro certificati a norma di legge. Non a caso, la settimana scorsa l’Europarlamento ha votato l’immediata messa al bando dell’olio di palma.
Le informazioni ottenute dal Fatto smascherano i due colossi energetici, italiano e francese, che detengono insieme un numero record di stazioni di servizio in Europa e in Italia (secondo produttore europeo di biodiesel dopo Germania e Spagna).
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Il libro
L’Antropocene inconscio. La cultura del disastro climatico
Giulio Perrone editore, euro 18, pagine 220
di Mark Bould
Immaginiamo il mondo dopo di noi, il mondo che ha superato il punto di non ritorno, dopo che la desertificazione, le estinzioni di massa e le grandi inondazioni hanno cambiato per sempre il volto del pianeta, distruggendo l’uomo e il suo sviluppo; se riuscissimo a immaginare questo mondo del futuro, potremmo allora chiederci quali sono le testimonianze che abbiamo lasciato, noi uomini contemporanei dell’Antropocene: quali storie hanno dipinto la crisi ambientale, sociale e mondiale in atto? Quali storie più di tutte hanno esorcizzato e rappresentato le perturbazioni e le stranezze del nostro tempo? Mark Bould cerca di rispondere a tali domande studiando una vasta gamma di film, fumetti, romanzi e serie TV che fanno risalire a galla sentimenti, ansie e preoccupazioni che, appare chiaro, sono ormai diventati inconsci, un perturbante che non siamo in grado di elaborare, e per questo rimuoviamo trasformandolo in storie. Dimostrando che, in fondo, qualsiasi cosa raccontiamo oggi parla di disastro climatico.
Mark Bould si occupa di cinema e letteratura presso l’Uwe Bristol. È autore di studi sulla teoria del cinema e ha vinto il Pilgrim Lifetime Achievement Award della Science Fiction Research Association per i contributi critici allo studio della fantascienza e del fantasy (2016) e l’International Association for the Fantastic in the Arts Distinguished Scholarship Award (2019).
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