Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi si occupa di acqua, un bene prezioso in un periodo di forte siccità. Vedremo come si può risparmiare con l’uso circolare e perché la legge non aiuta questa buona pratica. Ma vedremo anche, con la rubrica Verdi si diventa, come ovviare al problema dello spreco in casa.
Giuseppe Pietrobelli ci parla del docu-romanzo Le insospettabili che rapirono Salvini, una storia di inquinamento e politica che si volta dall’altra parte.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, Mare Vivo racconta della Conferenza Onu di Lisbona per gli oceani e cosa si sta facendo per salvare i nostri mari. L’associazione Alaska si occupa, invece, dei “non luoghi”, ossia zone abbandonate a se stesse per via dell’inquinamento e dello sfruttamento del suolo.
Buona lettura
Un tesoro nelle fogne, perché l’uso circolare dell’acqua non parte
di Elisabetta Ambrosi
Nelle nostre fogne? C’è un autentico tesoro. Ma per vederlo occorre fare un salto da una visione lineare dell’acqua – uso e poi scarico in fiumi o laghi dopo la depurazione – ad una visione circolare, dove l’acqua viene riutilizzata dopo apposita depurazione. Depurazione che tra l’altro consente il recupero di elementi preziosi. Le tecnologie sono pronte, ma persistono ancora ostacoli normativi, tanto che il riutilizzo ai sensi di legge oggi si ferma a un misero 4%.
A monte di tutto, ovviamente, occorre fermare anche lo spreco, dovuto al fatto che le nostre perdite idriche sono del 41,2 per cento, il che significa che ogni 100 litri che vengono prelevati ne giungono a destinazione circa 60, e in questo senso “i fondi allocati, compresi quelli del Pnrr, non sono sufficienti a coprire tutti i fabbisogni dei servizio idrico”, spiega Luigi Petta, ricercatore Enea, dove è responsabile scientifico del Laboratorio Enea per l’Ambiente e responsabile del Laboratorio Enea Tecnologie per l’uso e la gestione efficiente di acque e reflui. Ma, appunto, oltre a rattoppare gli acquedotti, è altrettanto urgente che l’acqua venga costantemente riutilizzata.
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Il libro
Holonomics. Il pianeta e le persone al centro dell’economia
Ubiliber editore, pagine 247, euro 18
di Simon Robinson, Maria Moraes Robinson
Le aziende di tutto il mondo stanno affrontando situazioni economiche e sociali in rapido cambiamento. I leader e i manager sono chiamati a rispondere con idee nuove e strategie innovative. Perché il futuro sia sostenibile, nel business si deve adottare un modo di pensare “olonomico”, una comprensione dinamica e autentica delle relazioni all’interno del sistema aziendale. La complessità e il caos non vanno temuti, perché sono il fondamento di strutture economiche di successo. L’olonomia offre una nuova visione del mondo, in cui economia ed ecologia trovano l’equilibrio. Grazie all’esperienza sul campo e agli esercizi pratici, gli autori presentano un approccio interdisciplinare al business che, tendendo ad un futuro più sostenibile, mette il pianeta e le persone al centro dell’economia.
Simon Robinson e Maria Moraes Robinson hanno frequentato lo Schumacher College, il centro di studi fondato da Satish Kumar negli anni Novanta dedicato alle tematiche ecologiche. Questo percorso formativo ha permesso loro di dare vita nel 2014 a Holonomics, un portale di consulenza aziendale che offre a chi lavora nel mondo del business un modo dinamico di vedere, capace di comprendere la realtà da una prospettiva diversa e di ispirare nuove soluzioni ai problemi economici, sociali e ambientali.
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