Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, questa settimana Lilli Mandara ci parla del (folle) progetto dell’Enel per realizzare una nuova centrale e una discarica nel Parco nazionale d’Abruzzo. Un progetto che mette a rischio animali come l’orso, oltre all’ambiente. Elisabetta Ambrosi ha intervistato Francesca Coin che ci spiega cambiamenti che hanno interessato il lavoro, dopo il Covid, e in particolare cos’è il “climate quitting”. Nicola Dammacco si occupa dell’udienza, prevista per domani, della causa intentata da diverse associazioni contro l’Italia per inadempienza climatica.
Nello spazio dedicato alle associazioni, Italia Nostra denuncia le manovre della politica sarda per cementificare le coste, in barba ai pronunciamenti della Consulta. Mentre LIBERALinsieme ci racconta il flop della costosissima opera (pista di bob) per le Olimpiadi di Cortina.
Nella rubrica Verdi si diventa, parliamo di come il Cristianesimo si concilia con la tutela dell’ambiente.
Su FqExtra il podcast di Ambrosi e Mercalli: Atomo, perché non è una soluzione
Buona lettura
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it
Il piano dell’Enel: centrale elettrica e discarica nel Parco d’Abruzzo
di Lilli Mandara (Pescara)
Un progetto da 500 milioni di euro rischia di distruggere per sempre il parco d’Abruzzo sulle Mainarde, al confine col Molise, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano: Enel Green Power vuole realizzare un sistema di pompaggio con una nuova stazione elettrica da 300 mw in grandi caverne sotterranee artificiali tra i laghi della Montagna spaccata e Castel San Vincenzo, utilizzando l’area del Parco come discarica di inerti.
(continua a leggere)
Il libro
Ecologia
di Prisca Amoroso
Castelvecchi, pp. 160, euro 17,50
L’intenso dibattito sul riscaldamento globale, la discussione di politiche di sostenibilità, gli scioperi per il clima e le lotte ambientaliste rendono manifesta l’esistenza, nel nostro tempo, di una questione ecologica. A partire almeno dagli anni Dieci del Duemila, il problema si è fatto sempre più pressante. Quale può essere il contributo della filosofia nel rispondere alle urgenze del presente? Dove rintracciare le radici della nostra postura, così problematica, di fronte alla natura? Come siamo arrivati fin qui e cosa possiamo fare oggi?
Prisca Amoroso è studiosa di Ecologia filosofica e Filosofia teoretica, dottoressa di ricerca in Philosophy, Science, Cognition and Semiotics presso l’Università di Bologna, svolge ricerche sul gioco, sull’ecologia della soggettività e sulla soggettività infantile, sull’idea di Terra.
|