Nella newsletter Fatto for Future di questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi racconta i risvolti poco green delle missioni navali (anglosassoni ed europee) nel Mar Rosso. Ufficialmente servono a proteggere le imbarcazioni mercantili – ovvero il commercio globale – dalla minaccia della pirateria, in particolare dagli assalti della fazione yemenita para-militare degli Houthi, vicina agli sciiti iraniani. In realtà, secondo gli ambientalisti l’impegno occidentale nasconde la volontà di difendere il business delle fonti fossili, cioè gas e petrolio.
L’associazione Mountain Wilderness affronta il tema della deforestazione. Grazie a un emendamento al decreto Asset, il governo Meloni vorrebbe abolire le autorizzazioni ambientali per i tagli colturali nei boschi e nelle aree protette. Lo scopo è sostenere le imprese della filiera del legno cancellando lacci e lacciuoli burocratici. Il paradosso è che non ce ne sarebbe alcun bisogno. Molto legname è già disponibile perché cade dagli alberi naturalmente. Infatti viene raccolto, ma per consegnarlo alle aziende straniere (in gran parte austriache) che lo lavorano e lo rivendono in Italia a prezzi salati.
Sulle proteste dei trattori si sofferma l’analisi di Giuseppe Romano, presidente Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica). Allevatori e agricoltori fanno bene a protestare, ma sbagliano bersaglio. L’avversario non è l’Europa con il piano di transizione ecologica, bensì gli speculatori della filiera che tagliano i margini di guadagno per i produttori.
Per la rubrica Verdi si diventa, Elisabetta Ambrosi ci parla dell’inquinamento luminoso che acceca molti centri urbani. Per difendersi dalle luci abbaglianti non servono esposti e avvocati, spesso basta rivolgersi ai vigili urbani. Ecco un vademecum per conoscere le regole fondamentali.
Buona lettura
Greenpeace: “La missione militare nel Mar Rosso serve a difendere gas e petrolio”
di Elisabetta Ambrosi
“La missione militare europea a protezione della libertà di navigazione nel Mar Rosso è l’ennesimo intervento armato del nostro paese a tutela delle fonti fossili. La crisi in corso rivela il fallimento delle politiche di diversificazione del governo italiano sull’onda della guerra in Ucraina, che hanno continuato a puntare sul gas anziché sulle rinnovabili”. Che quella nel Mar Rosso sia una operazione a difesa del gas e petrolio è del tutto evidente per Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. D’altronde, spiega sempre la ong, non è un caso che “secondo FederPetroli, circa il 27% dell’import italiano di greggio e il 34% del GNL (gas naturale liquefatto) transitano dall’area interessata al conflitto”.
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Il libro
Eco guerrieri. Storie di battaglie ecologiste
Mursia editore, pagine 304, euro 16
di Stefano Apuzzo
Il racconto di un’avventura collettiva e d’avanguardia nelle lotte degli anni Ottanta, Novanta e Duemila, per il pianeta, il clima, l’ambiente e la giustizia sociale. Pagine di azioni e blitz di forte impatto simbolico, “illegali”, di autodifesa. Un manuale utile per le lotte di oggi e delle nuove generazioni per conquistare un futuro che sia vivibile. È ancora possibile salvare il pianeta, ma abbiamo poco tempo e le azioni, dal basso, devono essere sempre più incisive e radicali, per smuovere i gerontocrati e i fossili che stanno in alto e ci governano.
Stefano Apuzzo, già deputato dei Verdi, è un giornalista, educatore, scrittore, volontario, promotore arte pubblica, insegnante.
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