Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Luana De Micco ci parla del nuovo movimento ecologista che ha già messo a segno diverse proteste, in particolare al Rolland Garros di Parigi. Per il gruppo manifestare non basta, vedremo quale sono gli obiettivi e la strada per raggiungerli. Poi l’intervista al giornalista e scrittore Marco Pacini, che ha una visione particolare del futuro che smonta le varie promesse di una svolta green.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, il Wwf Italia ci racconta l’iniziativa per “salvare il mare” da cemento e pesca selvaggia. Mentre i medici per l’ambiente (Isde Italia) ricordano che per per avere una popolazione sana bisogna curare il Pianeta.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” Elisabetta Ambrosi affronta il tema della “svolta di vita”, ossia l’obiettivo di ritirarsi a vivere nei piccoli borghi d’Italia. Ma – come vedremo – non è così facile né indolore.
Nell’ultima puntata del podcast “Che clima fa”, Luca Mercalli e Elisabetta Ambrosi ci spiegano cosa è l’inquinamento luminoso e perché non va sottovalutato. Clicca qui per ascoltare la rubrica.
Buona lettura
Manifestare non basta, la scelta radicale di Dernière Rénovation
di Luana De Micco
“We have 1028 days left”, “Ci restano 1028 giorni”. È la scritta che Alizée, 23 anni, aveva sulla maglietta quando, il 3 giugno, ha fatto irruzione sul campo del Rolland Garros, a Parigi, durante la semifinale tra Ruud e Cilic, si è inginocchiata e si è legata alla rete. Il gioco è stato sospeso e ha ripreso una decina di minuti più tardi, il tempo che la giovane donna venisse portata via dalle forze dell’ordine mentre il pubblico fischiava. Alizée fa parte di Dernière Rénovation, un collettivo di giovani militanti ecologisti che fino al mese scorso nessuno conosceva. Poi le immagini della giovane donna al Roland Garros hanno fatto il giro del mondo. La prima azione di Dernière Rénovation risale però al primo aprile scorso, quando una decina di militanti si è seduto per terra sul raccordo anulare di Parigi, creando disagi al traffico. Il 15 aprile erano tornati a mobilitarsi sull’autostrada A13. Poi sabato scorso, 11 giugno, hanno bloccato per più di un’ora il Pont de Neully, che collega Parigi a La Défense. Alcuni di loro si sono spalmati della colla sulle mani e si sono fissati all’asfalto. In otto sono stati fermati e portati in commissariato. Il collettivo ha già messo in cantiere decine di altre azioni tra giugno e luglio. Chi sono?
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Il libro
Chi possiede i frutti della terra
Laterza editore, pagine 224, euro 16
di Fabio Ciconte
Mangiamo poche specie vegetali e pochissime varietà, tutte uguali le une alle altre. Esteticamente perfette. È un fatto naturale? Assolutamente no. È un fatto neutro e senza conseguenze? Assolutamente no. Nel corso dell’ultimo secolo si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette. Le mele che acquistiamo al supermercato sono, infatti, il risultato di una selezione genetica che le ha rese identiche le une alle altre. Il kiwi giallo o l’uva senza semi che hanno invaso i mercati, sono gestiti da potenti club che oggi decidono chi e come può coltivare frutta sotto brevetto. Pochi e potenti gruppi industriali hanno estromesso dal mercato altre varietà, riducendo drammaticamente l’agrobiodiversità e imponendo un modello produttivo che ha radicalmente trasformato l’agricoltura, rendendo i coltivatori dei semplici licenziatari. Una inchiesta sul campo che, per la prima volta, mette in luce le nuove forme di controllo del cibo e i rischi per la biodiversità.
Fabio Ciconte dirige l’associazione ambientalista Terra! Impegnato da anni in battaglie ambientali e sociali, ha realizzato diverse inchieste giornalistiche e pubblicazioni su filiere agroalimentari, caporalato e cambiamenti climatici. Per Laterza è autore di Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo (con Stefano Liberti, 2019) e Fragole d’inverno. Perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta (e il clima) (2020).
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