Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana partiamo dal caso della drammatica moria di pesci nella laguna del mar Menor in Spagna, strage – denunciano le associazioni – dovuta agli scarichi tossici degli allevamenti intensivi. A seguire, Elisabetta Ambrosi ha intervistato l’ingegnere italiano Francesco Fuso Nerini, che dirige il Climate Action Centre dell’Istituto di Tecnologia di Svezia e ha proposto di introdurre le “quote di carbonio” anche per i cittadini (oltre che per le imprese), come incentivo a uno stile di vita più ecologico. Nella sezione dedicata alle associazioni, Fridays For Future ricorda l’appuntamento del prossimo sciopero per il clima del 24 settembre e il perché è importante aderire, mentre l’associazione Cittadini per l’aria ci presenta i risultati della campagna #Lariachevorrei mirata alla sensibilizzazione dei giovani sulla qualità dell’aria che respirano. Nella rubrica di consigli “Verdi si diventa” apriamo il capitolo dei cosmetici. Meglio diffidare delle confezioni: la maggior parte dei “prodotti naturali” di organico ha ben poco. Infine, la consueta rubrica di Luca Mercalli è dedicata allo scioglimento dei ghiacciai e alla siccità.
Buona lettura.
La strage di pesci nella laguna del mar Menor, le associazioni spagnole: scarichi tossici
di Pietro Mecarozzi
Migliaia di pesci e crostacei stanno morendo a causa degli sversamenti tossici provenienti dalle campagne a largo delle coste spagnole. Dall’inizio della settimana scorsa nella laguna salata del Mar Menor, situata nel sud-est della Spagna, è in corso un’emergenza ecologica che ha provocato massima allerta tra esperti e attivisti ambientalisti. Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità locali e riportati dai media iberici, sono già state raccolte oltre 5 tonnellate di pesci e altri organismi morti, una cifra superiore rispetto a quella del 2019, quando si verificò un altro grave episodio di moria di pesci (allora vennero raccolte 3 tonnellate). Non sono ancora chiare le cause di questa moria, ma le autorità locali puntano il dito contro gli scarichi tossici dell’agricoltura industriale, che avrebbero provocato la mancanza di ossigeno nell’acqua (un fenomeno noto come anossia) che avrebbe portato al soffocamento degli animali marini.
La laguna del mar Menor si trova a pochi chilometri dalla città di Cartagena ed è separata dal mar Mediterraneo da una lingua di terra dove si trovano diverse strutture turistiche e alcune delle spiagge più frequentate della zona. I residenti delle aree interne alla laguna lamentano da tempo che è impossibile fare il bagno per via dell’inquinamento, e che negli ultimi giorni l’odore della putrefazione dei pesci è diventato insopportabile.
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Il libro
A planet to win. Perché ci serve un Green New Deal
“Nel XXI secolo, tutta la politica è politica climatica”. A Planet to Win esplora il potenziale politico e i primi passi concreti di un Green New Deal. Chiede a gran voce lo smantellamento dell’industria dei combustibili fossili, la costruzione di splendidi paesaggi di energia rinnovabile, insieme alla garanzia di lavoro ecosostenibile, di alloggi a emissioni zero e di trasporti pubblici gratuiti. E mostra come un Green New Deal negli Stati Uniti d’America possa rafforzare i movimenti per la giustizia climatica in tutto il mondo. “La radicalità è condizione per rendere il Green New Deal popolare, un programma per le masse popolari contrapposte a una ristretta élite” (dalla postfazione di Maurizio Acerbo).
I capitoli del volume sono scritti da Kate Aronoff, giornalista britannica, Alyssa Battistoni, politologa, Daniel Aldana Cohen, economista e sociologo, e Thea Riofrancos, politologa. La prefazione è di Naomi Klein, la postfazione all’edizione italiana è di Maurizio Acerbo.
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