Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi torna sulla Cop27: pubblichiamo in esclusiva l’impatto climatico dei voli di Stato dei leader mondiali (Meloni compresa) che hanno scelto il poco ecologico aereo (tra l’altro parzialmente vuoto) per raggiungere l’Egitto. Poi in Germania, Cosimo Caridi ci racconta il piano di Berlino per inasprire le sanzioni per quei movimenti ambientalisti che effettuano blocchi stradali, tipo Ultima generazione
Nello spazio delle associazioni, sempre Ultima generazione spiega i perché della loro protesta, dai quadri imbrattati alle strade bloccate. Poi i Medici per l’ambiente che denunciano come i “costi esterni dell’energia” gravano tutti sui cittadini. Nella rubrica “Verdi si diventa” la seconda puntata della guida per difenderci dalle sirene del marketing, questa volta ci occupiamo delle vendite su internet.
Buona lettura
Meloni & C: andare alla Cop27 inquinando, con voli di Stato (semivuoti)
di Elisabetta Ambrosi
Inquina più un autobus o un suv? Dipende se l’autobus è pieno o vuoto. Se, infatti, viaggia con pochissime persone a bordo, sarebbe più conveniente per quelle persone salire su un suv. Lo stesso vale per il trasporto aereo. Se è vero che i jet privati sono fonte di inquinamento, gli aerei di linea, o meglio di Stato, lo sono ancora di più se viaggiano con scarne delegazioni. Che è quanto sta avvenendo alla COP27 di Sharm El Sheikh in Egitto, come analizzato dall’account Instagram “Jet Dei Ricchi”, che al Fatto Quotidiano ha dato alcuni dati relativi all’analisi degli spostamenti aerei verso la conferenza climatica internazionale. Dati parziali ma “certi, visto che di fatto nessuno finora ha fatto un vero e proprio lavoro di tracciamento degli aeromobili, perché questo è difficile e prende molto tempo”, commentano i curatori del profilo, diventato noto proprio per la sua battaglia contro i jet privati, sulla falsariga del “cugino” francese L’avion de Bernard.
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Il libro
Le conseguenze del capitalismo. Disuguaglianze, guerre, disastri ecologici: resistere e reagire
di Noam Chomsky e Marv Waterstone
Quali effetti comporta l’organizzazione della società secondo i dettami del realismo capitalista, “senso comune” prevalente oggi in buona parte del mondo? È presto detto ed è sotto gli occhi di tutti: imperialismo e militarismo, catastrofe ambientale, neoliberismo sfrenato con lo smantellamento di qualsiasi rete di sicurezza sociale, una mostruosa disparità di ricchezza e di reddito, distruzione del concetto stesso di “bene comune”, tutto in nome della fede nei principi di mercato come regolatori assoluti di ogni aspetto della vita. In ciascun capitolo di questo libro, Noam Chomsky e l’economista Marv Waterstone affrontano un argomento cruciale per il nostro tempo, con lo specifico obiettivo di collegare tra loro fenomeni storici, politici, economici, sociali all’interno di un unico sistema. Entrambi tendono poi al medesimo obiettivo: l’analisi non è fine a sé stessa bensì il presupposto dell’azione. Perché agire è oggi più che mai necessario.
Noam Chomsky (Filadelfia, 1928) è il maggior linguista vivente e uno dei punti di riferimento della sinistra radicale internazionale. Tra gli ultimi volumi: Lotta o declino (con Emran Feroz, 2021), Precipizio (con C.J. Polychroniou, 2021), Perché l’Ucraina (2022).
Marv Waterstone è professore emerito presso la School of Geography and Development dell’Università dell’Arizona. Il suo libro più recente è Wageless Life: A Manifesto for a Future Beyond Capitalism (con I.G.R. Shaw, 2019).
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