Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, proviamo a quantificare l’impatto ambientale delle grandi aziende estrattive, con uno studio internazionale che Pietro Mecarozzi ha letto per noi. Elisabetta Ambrosi ha esplorato il legame tra clima e popolazione con un’intervista alla demografa Letizia Mencarini, che sfata alcuni miti sul controllo della natalità.
Nello spazio dedicato alle associazioni, pubblichiamo l’appello del comitato dei cittadini di Padova contro l’ampliamento dell’inceneritore, mentre la no profit Friend of the Sea fa un resoconto dell’analisi delle Nazioni Unite sulla provenienza della plastica nei mari.
Infine, la rubrica Verdi si diventa questa settimana affronta un tema a cavallo tra ambiente e salute, trattando i danni degli psicofarmaci per bambini con disturbi dell’attenzione e le alternative a disposizione dei genitori.
L’impatto ambientale delle industrie estrattive ci costa 5 mila miliardi l’anno
di Pietro Mecarozzi
L’impatto ambientale di tutte le industrie estrattive mondiali arriva alla cifra record di 5.000 miliardi di euro l’anno. È il risultato ottenuto dalla nuova ricerca pubblicata sul Journal for Cleaner Production, intitolata “I costi ambientali globali dell’estrazione e della lavorazione delle materie prime abiotiche e la loro distribuzione geografica”, nella quale è stata condotta una valutazione completa del peso sull’ambiente, nell’arco di un intero ciclo di vita, di 38 materie prime usate dalle industrie estrattive, conteggiando tutte le emissioni a monte (approccio Cradle-to-Gate).
Questo approccio valuta gli impatti ambientali – tra cui le emissioni di gas serra, le emissioni di particolato, l’acidificazione, il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, l’esaurimento delle risorse e la tossicità – associati a tutte le fasi di vita di un prodotto, escluso l’utilizzo finale.
Per alcuni paesi ricchi di materie prime come carbone, idrocarburi, ferro, i benefici (economici) superano i danni, ma per molti altri si innesca la dinamica per cui il loro sfruttamento genera crescenti diseguaglianze sociali e danni all’ambiente, con conseguenze molto negative per l’economia.
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Il Libro
Il cielo delle Alpi. Da Ötzi a Reinhold Messner
di Alex Cittadella
(Laterza, euro 18, pp. 176)
Ogni estate i giornali annunciano la fine dei grandi ghiacciai alpini. Ma com’è cambiato il clima sulle nostre montagne? E soprattutto, come l’uomo ha convissuto con le trasformazioni che hanno attraversato i millenni? La storia del cielo sopra le Alpi in 12 tappe appassionanti. Cosa pensava Ötzi dell’ambiente in cui viveva e in cui trovò la morte? Da dove nasce l’idea di Annibale di valicare i passi alpini? A quali esseri magici e religiosi si sono da sempre votati i Walser per vivere fra le nevi e i ghiacci del Monte Rosa? Da quali fenomeni atmosferici e climatici si è fatto incantare Leonardo da Vinci di fronte alle Alpi? O, ancora, come hanno osservato, vissuto, studiato, rappresentato il clima alpino tra Sette e Ottocento de Saussure, Napoleone, Turner e Segantini? Come lo hanno raccontato Mario Rigoni Stern e Pierluigi Cappello? Cos’ha significato per i più grandi alpinisti del Novecento, Walter Bonatti e Reinhold Messner? Il cielo delle Alpi vuole ripercorrere e ricostruire il rapporto che l’uomo ha instaurato con il clima delle Alpi nel corso dei secoli attraverso le vicende di alcuni fra i personaggi più noti del passato e del presente. Un percorso lungo il tempo e lo spazio narrato dall’interno, attraverso lo sguardo e le sensazioni di coloro che più di tutti sono entrati nell’immaginario collettivo come i veri conoscitori delle Alpi.
Alex Cittadella insegna nelle scuole superiori ed è dottore di ricerca in Storia moderna presso l’Università di Udine. Si occupa di tematiche riguardanti la storia moderna e la storia della scienza. Tra le sue pubblicazioni: Girolamo Venerio. Agronomia e meteorologia in Friuli tra Settecento e Ottocento (Trieste 2016) e Breve storia delle Alpi tra clima e meteorologia (Milano 2019, Premio Speciale Dolomiti Unesco alla rassegna letteraria Leggimontagna).
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