Ben tornati alla newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, ci occupiamo del futuro dell’agricoltura: che non sarà nei campi, bensì scenderà nei fondali marini, per produrre più alimenti inquinando molto meno. Ne è convinto lo scienziato di Harvard Christopher Golden, professore di nutrizione e salute planetaria. Già si moltiplicano le start-up impegnate a produrre cibo in apnea, in diverse parti del mondo. In Italia, a Genova, l’avanguardia è l’Ocean Reef Group.
Elisabetta Ambrosi ci svela i trucchi del marketing dietro le pubblicità sui prodotti per l’igiene e le pulizie, in un colloquio con le semiologhe Ilaria Ventura Bordenca e Giorgia Costanzo. Le due autrici hanno firmato il libro Pulito! Branding pubblicità e culture dell’igiene (Franco Angeli). Un manuale per la consapevolezza del consumatore: lo scopo del marketing è vendere e moltiplicare i prodotti con differenze (quasi) impercettibili è un escamotage per farci spendere di più.
Nello spazio dedicato alle associazioni, la Lav (Lega anti vivisezione) illustra i numero degli animali da laboratorio utilizzati per la ricerca scientifica. Uno su due è impiegato in sperimentazioni dolorose, 2.323 cani uccisi dal 2019 al 2022. Ma il 95% della ricerca sugli animali fallisce se applicata all’uomo.
Fabio Valentini, per Mountain Wilderness Italia, racconta la storia di una piccola comunità che resiste: quella di Calice al Cornoviglio (La Spezia), circa mille abitanti. Qui non c’è nessuna guardia medica, mancano farmacie e il medico generico arriva due volte alla settimana, per una popolazione che comprende alcuni centenari. Per mangiare, un solo negozio di generi alimentari.
Nella rubrica Verdi si diventa, infine, entriamo nei misteri di boschi e foreste, luoghi ricchi di risorse diverse dal legno: come funghi, tartufi, sughero, piccoli frutti, erbe, resine, miele e tanti altro. Piccola guida al raccolto consapevole.
Buona lettura
“Il cibo del futuro sarà coltivato nei mari”: il monito dello scienziato di Harvard e i nuovi agricoltori in apnea
di Michela A.G. Iaccarino
Il futuro del pianeta sarà nero, se non si vira verso il blu. La soluzione al sovrappopolamento mondiale, all’erosione e perdita di biodiversità del suolo coltivabile, al cambiamento climatico – che già causano malnutrizione, carestie e guerre del cibo – è sommersa, letteralmente. È il mare, la terra del futuro. “Il cibo del futuro è acquatico”. Lo scrive da anni Christopher Golden, professore di nutrizione e salute planetaria ad Harvard.
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Il libro
2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni
di Jørgen Randers*
Edizioni ambient, pp. 384, Euro 22
Jorgen Randers, uno dei coautori di I limiti dello sviluppo, fa il punto su quanto è successo e prova a delineare il futuro globale da qui al 2052. Vivremo sempre più nelle città, saremo più connessi e creativi, e dovremo trovare nuovi modi per gestire le tensioni dovute alle diseguaglianze crescenti. Probabilmente la popolazione non crescerà quanto previsto, con una riduzione degli impatti sulla biosfera, ma le rinnovabili non riusciranno a rimpiazzare i combustibili fossili in tempo per eliminare del tutto la possibilità di un riscaldamento climatico catastrofico. Randers ci mette a disposizione una guida per interpretare e gestire le turbolenze dei prossimi quarant’anni.
*Jørgen Randers è professore emerito di Climate Strategy presso la BI Norwegian Business School. Esperto nel campo degli studi futuri, è una delle figure di riferimento a livello globale per l’analisi dell’intersezione tra economia, ambiente e benessere.
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