Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, cominciamo da una storia che viene dal Sudafrica: dopo le proteste di associazione e abitanti, il tribunale locale ha fermato l’esplorazione della Shell in mare per la ricerca di petrolio e gas. Un’esplorazione invasiva che metteva a rischio le balene e non solo. Elisabetta Ambrosi ha intervistato il direttore di Greenpeace secondo cui “puntare oggi sul nucleare è inaccettabile”.
Nello spazio dedicato alle iniziative della associazioni ambientaliste, Programma Europa e ECCO mettono in discussione la credibilità dell’Europa per quanto riguarda l’approccio all’atomo e al gas, mentre il Wwf racconta una brutta esperienza: in una scuola di Udine è stata distrutta l’Aula natura creata per far stare i bimbi a contatto con l’ambiente.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” ci occupiamo di bambini e del valore degli asili nel bosco.
Buona lettura.
Il tribunale sudafricano salva le balene (e la terra incontaminata) dalle ricerche della Shell
di Pietro Mecarozzi
Un tribunale sudafricano ha vietato al gigante petrolifero Shell di effettuare esplorazioni sismiche al largo della “Wild Coast”, cuore del Sudafrica rurale e zona ancora incontaminata. Ad ordinarlo sono stai i giudici di Grahamstown, imponendo lo stop e confermando le accuse mosse da militanti ecologisti, pescatori e abitanti della zona, che hanno puntato il dito contro i movimenti tellurici causati dalle prospezioni.
La Wild Coast del Sudafrica è una zona costiera selvaggia che affaccia sull’oceano Indiano, punteggiata da numerose riserve naturali e da aree marine protette. È uno dei pochi luoghi dove è ancora possibile farsi incantare dalla magia dell’avvistamento delle balene. Proprio qui, infatti, i grandi cetacei migrano dalle fredde acque artiche, e da giugno fino alla fine di novembre è un infinito ripetersi di piroette e salti nelle acque tiepide davanti Cape Town, che garantiscono uno degli spettacoli più belli del mondo.
(continua a leggere)
Il Libro
Profezie verdi. Le origini del pensiero e dell’azione ecologista
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli editore, pagine 225, euro 15
di Gianfranco Bettin (Curatore)
Oggi sappiamo che la crisi ambientale esiste e che riguarda tutti noi. Se la transizione ecologica è entrata a far parte dell’agenda politica, da più parti si lamenta la lentezza con cui governi e istituzioni sovranazionali adottano misure concrete per fronteggiare l’allarme clima. La scienza, da parte sua, preannunciava già dalla metà del secolo scorso i possibili scenari futuri. Accanto a quella climatica, già nel 1972 si parlava di crisi alimentare, di inquinamento e di risorse non rinnovabili. Ma in quale preciso momento e soprattutto in che modo nel corso della seconda metà del Novecento è affiorata – nella comunità scientifica, nei movimenti d’opinione, nel dibattito pubblico – la questione ecologica? Quando ci siamo accorti che le risorse erano finite? Quando abbiamo capito – anche a fronte di disastri ambientali e catastrofi industriali che hanno prodotto traumi collettivi – che il nostro è un ecosistema fragile e che dalla sua salute dipende il benessere di tutti noi? “Profezie verdi” è un’antologia di testi che esplora le voci dei primi movimenti ambientalisti e le connette alle ipotesi più avanzate di riformulazione dei modelli economici oggi ancora dominanti. Un volume che esplora la nascita della “sensibilità verde”, connettendola al tema della cura dei territori e delle comunità, all’etica e all’economia, all’emergere di una reazione che, dal basso, si è mobilitata per un diverso rapporto tra uomo e ambiente, sviluppo e qualità degli ecosistemi.
Gianfranco Bettin. Scrittore e saggista italiano. Ha insegnato e lavorato a lungo nel campo della ricerca sociale. Collabora a diversi quotidiani e riviste,.
Ha esordito nel 1989 con Qualcosa che brucia, romanzo autobiografico ambientato nel degrado di Marghera. Si è specializzato nel romanzo-reportage (Eredi: da Pietro Maso a Erika e Omar, 1992; Sarajevo Maybe, 1994; Petrolkimiko, 1998; La strage. Piazza Fontana, verità e memoria, 1999, con M. Dianese) in cui l’attualità diventa materia della narrazione. In Nemmeno il destino (Feltrinelli 1997), Nebulosa del Boomerang (Feltrinelli 2004) e Le avventure di Numero Primo (Einaudi 2017), pur non rinunciando alla sua vena “civile”, si è allontanato dalla cronaca per tornare all’invenzione di trame e personaggi. Nel 2019 è uscito Cracking (Mondadori).
All’attività di scrittore è andato affiancando negli anni quella politica, sempre più consistente: dagli interventi giornalistici su temi politico-sociali e ambientali, sui quali ha pubblicato anche numerosi saggi come Il clima è fuori dai gangheri (Nottetempo 2004), all’attività nella Federazione dei Verdi.
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