Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi ci racconta cosa ne pensano gli italiani della Transizione ecologica, partendo da un sondaggio: i cittadini sono per l’ambiente, ma non si fidano delle promesse di governo e politici. Luana De Micco ci porta in Francia dove, a causa della guerra, si riaprono le centrali a carbone per far fronte alla carenza energetica. Anche se Parigi punta sul nucleare (alla faccia delle rinnovabili).
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, i Comitati cittadini per l’ambiente e il Coordinamento No Hub del Gas si scagliano contro il metanodotto Sulmona-Foligno: il governo ha detto sì all’opera, nonostante la reputi inutile. Fridays For Future ci racconta la rivolta a Piombino per l’impianto di rigassificazione.
Infine la rubrica “Verdi si diventa” si occupa dei tatuaggi con i consigli per l’uso di colori vegetali ecc. Insomma esiste un modo per disegnare la pelle senza inquinare (e salvaguardare la salute).
Buona lettura
Gli italiani per l’ambiente (ma non si fidano di politici e governo), però è vietato toccare reddito e lavoro
di Elisabetta Ambrosi
Gli italiani? Sono estremamente preoccupati per il cambiamento climatico, ben più dei politici. E lo sono da destra a sinistra, ovvero in maniera abbastanza indipendente dall’appartenenza politica. Il livello di preoccupazione cambia non tanto in relazione al partito votato, quanto piuttosto al reddito. E infatti per la maggioranza degli italiani la transizione ecologica deve andare di pari passo con la lotta all’inflazione, alla povertà e alla disoccupazione. È il risultato, a tratti sorprendente, di una interessante analisi dell’opinione pubblica per appartenenza politica rispetto proprio ai temi della transizione verde, contenuta nel rapporto Transizione ecologica: l’opportunità di ripresa che accomuna centro, destra e sinistra di “Ecco”, The Italian Climate Change Think tank. L’analisi, commissionata da “Ecco” e “More in Common” all’istituto di sondaggistica Ipsos, si è svolta attraverso un’indagine compiuta tra maggio e giugno 2022 su un campione rappresentativo di 2.000 italiani. E dà ai politici indicazioni molto chiare su quali sono le priorità di un “elettorato sfiduciato, scontento, ma alla ricerca di soluzioni nuove, convincenti e in linea con la propria visione del mondo”. Ambiente, senza dubbio, visto non solo dal punto di vista di tutela del territorio e della biodiversità, ma soprattutto dell’economia e dell’occupazione.
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Il libro
La morte dei Giganti. Il batterio Xylella e la strage degli ulivi millenari
Meltemi editore, pagine 160, euro 15
di Stefano Martella
Può la morte di un albero generare una psicosi e un dramma collettivo? È quanto sta accadendo in Salento, nel Sud della Puglia, in seguito all’epidemia del batterio Xylella fastidiosa, che sta distruggendo milioni di piante. Il rapporto tra l’ulivo e la popolazione pugliese si addentra nelle profondità culturali e antropologiche, tanto che la moria degli alberi ha aperto un solco nella popolazione, rivelando isterie collettive e conflitti e creando un mosaico umano in cui si muovono personaggi che incarnano psicosi, rassegnazione, strenui tentativi di salvare le piante e voglia di ricostruzione. Attraverso quest’umanità variegata, La morte dei Giganti ripercorre le fasi che hanno portato alla quasi desertificazione del Salento. Dopo aver sondato le motivazioni che hanno spinto la magistratura a porre sotto inchiesta gli stessi scienziati che hanno scoperto il microrganismo patogeno, il volume mostra come la popolazione si sia divisa in due fazioni contrapposte: chi è convinto che la pianta si possa salvare e chi la reputa spacciata; chi crede nelle tesi della scienza e chi invece che sia stato ordito un complotto diabolico.
Stefano Martella è un giornalista pluripremiato che collabora con numerose testate giornalistiche e case cinematografiche. È coautore del documentario Vento di soave e autore de I segreti della Lupa (2017).
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