Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, questa settimana Riccardo Antoniucci ci parla della sicurezza delle dighe, un problema assai sentito dopo la strage a Derna, in Libia: siccità e piogge torrenziali minacciano le strutture, costruite molti anni fa quando il cambiamento climatico non faceva ancora sentire i suoi effetti distruttivi. Elisabetta Ambrosi ci spiega qual è l’alternativa percorribile per dire addio ai fossili, ossia il metano verde. E questo perché in inverno le rinnovabili non bastano a coprire il fabbisogno.
Nello spazio dedicato alle associazioni, il Coordinamento FREE critica la scelta del governo di rottamare il superbonus 110%, una misura che ha contribuito a modernizzare gli edifici sia per quanto riguarda l’isolamento sia per la sicurezza. E propone diverse soluzioni per migliorare la misura. Mentre Parents For Future Italia ci parla di un altro movimento per l’ambiente nato da una costola di Extinction Rebellion, ossia Mothers Rebellion che scenderanno in piazza per difendere figli e generazioni future.
Nella rubrica Verdi si diventa, parliamo di una singolare pagina Instagram che istruisce su tematiche ambientali, ma ridendo con vignette e meme.
Buona lettura
Dopo la strage a Derna, così siccità e bombe d’acqua minacciano le dighe
di Riccardo Antoniucci
Il disastro di Derna deve spingerci a ripensare il sistema delle dighe? Se lo chiedono gruppi di ambientalisti in giro per il mondo, ragionando sul colossale disastro ha provocato la morte di almeno 4000 persone (e altrettanti dispersi) nell’est della Libia, con villaggi e città distrutte dall’esondazione di due dighe provocata da un evento climatico estremo: la tempesta Daniel. Tra gli ultimi interventi si può citare quello pubblicato sul New York Times dei due direttori della ong International Rivers, che negli Usa si occupa di protezione degli ecosistemi fluviali e delle comunità che li abitano, e un articolo uscito sulla rivista di clima ed energia dell’Università di Yale. Il problema è concreto ed è ben presente anche in Italia, al Ministero dei Trasporti e alle società che gestiscono impianti idroelettrici.
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Il libro
Mal di Terra
Wetlands editore, pagine 96, euro 16
di Nikolaj Schultz
Un’ondata di calore si abbatte su Parigi. Per sfuggire al caldo, alle vertigini e alle domande, l’autore cerca di fuggire, di isolarsi. Direzione: l’idilliaca sola di Porquerolles e le sue acque cristalline. Ma anche lì, la realtà non lascia scampo. In questa indagine auto-etnografica, l’autore indaga la nostra nuova condizione climatica sulla base delle sue esperienze, dei suoi incontri e dei suoi pensieri nell’arco di pochi giorni. Diario di bordo di un viaggio immaginario ai confini dell’Antropocene, questo racconto ci porta da Parigi a Porquerolles, dall’ondata di calore alla scomparsa di un’isola, dalla lotta per il sonno a quella per il territorio.
Nikolaj Schultz è un sociologo danese dell’Università di Copenhagen, già autore, assieme a Bruno Latour, di Mémo sur la Nouvelle Classe Écologique (Éditions La Découverte, 2022).
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