Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Pietro Mecarozzi ci porta nel mondo dei crediti per compensare il carbonio: secondo un report di una Ong e due importanti giornali britannici e tedeschi, il 90% di questi sono fasulli. Lo studio critica il metodo di calcolo per quelli relativi alla foresta pluviale. Elisabetta Ambrosi intervista l’esperto Belletti che ci spiega come il digitale può aiutare la sostenibilità.
Nello spazio dedicato alle associazioni ospitiamo l’intervento dei Fridays for Future che raccontano le ragioni per cui il 3 marzo gli attivisti per il clima tornano di nuovo in piazza. Mentre Marevivo si scaglia contro le corse di motocross in spiaggia.
Nella rubrica Verdi si diventa, infine, affrontiamo un problema legato alle costruzioni: la strage degli uccelli dovuta all’uso del vetro.
Buona lettura
Crediti di carbonio delle aziende, “il 90% è finto”
di Pietro Mecarozzi
Le compensazioni di carbonio delle grandi aziende sono una truffa? Lo scorso 18 gennaio il quotidiano britannico The Guardian, ha pubblicato un articolo, basato su un report della testata tedesca Die Zeit e l’ong Source Material, che accusa pesantemente il sistema dei crediti di carbonio generati da progetti Redd+ (Reducing emissions from deforestation and forest degradation) certificati secondo lo standard internazionale Verra (organizzazione non profit con sede a Washington che elabora e gestisce gli standard per verificare le ricadute ambientali di azioni per il contenimento dell’emissioni di Co2). In poche parole, lo studio afferma come il 90% dei crediti concessi per interventi nella foresta pluviale siano probabilmente “crediti fantasma” cui non si accompagna nessuna vera riduzione di Co2.
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Il libro
Economia della sufficienza. Appunti per resistere all’Antropocene
Castelvecchi editore, pagine 75, euro 12,5
Wolfgang Sachs, ispiratore dell’ambientalismo tedesco, ha una proposta per proteggere l’ambiente in cui viviamo e, al tempo stesso, tornare padroni dei nostri desideri e delle nostre esistenze: praticare un’economia della sufficienza che sappia trovare il giusto mezzo tra mancanza ed eccesso, povertà e sovrabbondanza. Il contrario di uno stile di vita semplice, infatti, non è un’esistenza lussuosa, quanto piuttosto un’esistenza distratta, in cui l’accumulo prosciuga le nostre energie. Il suo è un modello di libertà intesa come temperanza, un’arte di vivere che richiede una scelta oculata nell’uso delle ricchezze materiali come un bel dipinto dipende da un uso sapiente del colore.
Wolfgang Sachs: Sociologo, è responsabile del progetto interdisciplinare “Globalization and Sustainibility” e membro del Collegio “Environment and Fairness in the World Trade Regime”. Tra i suoi libri tradotti in italiano: Ambiente e giustizia sociale. I limiti della globalizzazione (2002).
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