Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, pubblichiamo anche un’analisi del climatologo sulla siccità che sta colpendo il nostro Paese. Restiamo in tema con Pietro Mecarozzi, che ci porta negli Stati Uniti e ci racconta come il riscaldamento globale e l’iper-sfruttamento umano stanno prosciugando il mitico fiume Colorado.
Elisabetta Ambrosi ha chiesto a tre esperti di ambiente di giudicare le politiche del governo Draghi in tema di gas, ecobonus e rinnovabili: il voto è insufficiente. Il tema delle rinnovabili ha assunto una valenza ulteriore con la guerra in Ucraina e le conseguenze sul piano energetico. Per questo pubblichiamo una proposta degli accademici del gruppo Energia per l’Italia, che dimostra come è possibile fare a meno del gas russo investendo su eolico e solare.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste leggerete un importante studio condotto da Greenpeace Germania che dimostra che anticipare lo stop alle auto a motore termico di qualche anno rispetto alla deadline stabilita dal Parlamento europeo può far risparmiare centinaia di miliardi di euro e limitare l’impatto sociale della transizione. Mountain Wilderness invece ci ricorda i rischi del turismo di massa organizzato da imprenditori e istituzioni nella piana di Castelluccio, vicino Norcia.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” Elisabetta Ambrosi ci presenta una guida antispreco nata dalla collaborazione tra la app “Too Good To Go” e l’editore Piemme: per evitare di buttare le verdure si possono conservare gli asparagi in un vaso e le fragole in acqua e aceto.
Buona lettura
La secca Colorado, un termometro del cambiamento climatico
di Pietro Mecarozzi
Il fiume Colorado è in crisi, e scorre verso un arido futuro. Uno dei corsi d’acqua più famosi al mondo, per lunghezza e storia, si sta prosciugando a causa del cambiamento climatico e dell’eccessivo sfruttamento. Si estende per circa 2.330 chilometri, passando per le Montagne Rocciose fino al Mare di Cortez, serve 40 milioni di persone in sette stati degli Stati Uniti, 30 tribù riconosciute a livello federale in Messico, e irriga 5 milioni di acri di terreno agricolo. Il Colorado è anche un habitat fondamentale per molte specie di pesci, uccelli e piante rare.
Questa arteria d’acqua attraversa gli stati del Colorado, Utah, Arizona, Nevada e California e le comunità messicane di Sonora e Baja California. Proprio l’Arizona è lo Stato più colpito dal basso afflusso del fiume: si è registrata la peggiore siccità degli ultimi 110 anni, questo a causa della minore nevicata nelle Montagne Rocciose, dove ha origine questo torrente.
(Continua a leggere)
Il libro
Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche
Un processo alla cultura della carne e alla sua industria
Sonda editore, pp. 224, euro 18
di Melanie Joy
Molti di noi inorridiscono al solo pensiero che a tavola ci possano servire carne di cane o di gatto. Il sistema di credenze alla base delle nostre abitudini alimentari si fonda infatti su un paradosso: reagiamo ai diversi tipi di carne perché percepiamo diversamente gli animali da cui essa deriva. In modo inconsapevole abbiamo aderito al carnismo, l’ideologia violenta che ci permette di mangiare la carne solo «perché le cose stanno così». Melanie Joy analizza le motivazioni psicologiche e culturali di questa «dittatura della consuetudine» e della sua pervasività; di come, attraverso la rimozione, la negazione e l’occultamento dell’eccidio di miliardi di animali, il sistema in cui siamo immersi mantiene obnubilate le coscienze, fino a persuaderci che mangiare carne più volte al giorno sia naturale, normale e quindi necessario. Intervistando i vari protagonisti dell’industria della carne, esaminando le cifre dei suoi profitti e dei suoi disastri ambientali, mette in luce gli effetti collaterali sulle «altre» vittime: chi lavora negli allevamenti intensivi e nell’inferno dei mattatoi industriali di ogni latitudine; i consumatori sempre più esposti ai rischi di contaminazioni e insalubrità; l’ambiente, e il nostro futuro sul pianeta.
Melanie Joy si è formata ad Harvard ed è una psicologa sociale, specializzata sui temi della comunicazione e trasformazione sociale. Autrice di numerose pubblicazioni, ha fondato Beyond Carnism, un’ong internazionale la cui missione è denunciare e trasformare il carnismo a livello globale. Ha cofondato ProVeg International, un’ong sulla consapevolezza alimentare con sede a Berlino.
|