“Il report sul divario delle emissioni mostra che, se non cambia nulla, nel 2030 saranno di 22 miliardi di tonnellate superiori a quelle consentite dal limite di 1,5 gradi. Si tratta più o meno del totale delle attuali emissioni annuali di Usa, Cina e Ue messe insieme”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, non ha usato mezze misure per descrivere la deriva che sta seguendo il Pianeta. Mentre lo studio di Oxfam poneva l’accento sulla disuguaglianza: l’1% più ricco della popolazione mondiale inquina in un solo anno come il restante 99% in 1.500 anni. In questo contesto, come ci spiega Elisabetta Ambrosi, sta per partire quella che viene definito l’ultimo incontro utile per cambiare rotta, dicendo addio alle fonti fossili. Ma il summit che parte tra poco a Dubai ha – come vedremo – tutte le premesse per essere archiviato come l’ennesima occasione persa. Nella newsletter Fatto for Future di questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Sabrina Provenzani affronta il tema dei migranti climatici, intervistando l’esperta e consulente Onu, Angelica De Vito.
Nello spazio dedicato alle associazioni, Navdanya International e Lav si cimentano – con idee contrapposte – sul no dell’Italia alla carne prodotta in laboratorio.
Nella rubrica Verdi si diventa parliamo di come sottrarsi dallo shopping compulsivo, specie con il Black Fridays alle porte.
Buona lettura
Tra sponsor poco green e petrolieri, parte zoppa l’ultima Cop28 utile
di Elisabetta Ambrosi
Amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company, prima compagnia nazionale del petrolio degli Emirati Arabi Uniti, presidente di una società di energia rinnovabile e inviato per il clima degli Emirati Arabi Uniti. Questo è il profilo di Al Jaber, presidente della prossima Conferenza delle Parti, COP28, che si aprirà il 30 novembre a Dubai. COP che dovrebbe, in teoria, sancire l’uscita definitiva dai combustibili fossili ma che, a detta di tutti gli esperti, quasi certamente non lo farà. Decisamente arduo visto il contesto in cui si svolge e visti anche gli sponsor, tra cui una serie di banche (FAB, la più grande banca degli Emirati Arabi Uniti, la Bank Of America, la Abu Dhabi Islamic Bank, la Dubai Islamic Banck, la Mashreq Bank, la HSBC, organizzazione bancaria e di servizi finanziari) e poi aziende che operano nel settore automobilistico, immobiliare e finanziario, nel settore delle tecnologie energetiche, nel nucleare.
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Il libro
Quello che sai sulla plastica è sbagliato
Gribaudo 2023, pagine 176, euro 9
di Simone Angioni, Stefano Bertacchi, Ruggero Rollini
Tutta intorno a noi e, al tempo stesso, oggetto non identificato: la plastica (termine generico che racchiude in realtà un universo) affolla le nostre vite. Proprio come la star di una serie TV, è sempre sulla bocca di tutti, amata e odiata, oggetto di gossip, fake news, fraintendimenti, venerazioni o invettive. Questo libro, frutto di ricerche e ampie competenze, si pone fin dal titolo l’obiettivo di sfatare molti miti legati al mondo della plastica grazie a uno sguardo scientifico, e al tempo stesso, illustrando al lettore panorami sconosciuti.
Simone Angioni è chimico e divulgatore
Stefano Bertacchi è biotecnologo e ricercatore
Ruggero Rollini è chimico e comunicatore scientifico
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