Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Riccardo Antoniucci ci parla della tecnica, sempre più diffusa sulle Alpi, di coprire i ghiacciai con dei teli di plastica per ridurre lo scioglimento della neve in estate. Sempre sullo stesso tema, un’indagine sulle microplastiche, che sono aumentate vertiginosamente nel mondo anche a causa dei dispositivi di protezione individuale (leggi: le mascherine), ma l’Italia è indietro su norme e limitazioni. Legambiente lancia l’allarme sui nostri parchi urbani, diventati discariche a cielo aperto, mentre Fabio Valentini dell’associazione Mountain Wilderness accende i riflettori sul progetto della centrale a gas di Sulmona, che sorgerebbe su una zona a rischio sismico. Per finire l’appuntamento con i consigli di Elisabetta Ambrosi per vivere green: questa settimana parliamo di acque aromatizzate (spoiler: meglio evitarle).
Buona lettura
I ghiacciai “salvati” dalla plastica: quanto è sostenibile il geotessile usato in alta quota?
di Riccardo Antoniucci
Cime innevate impacchettate in teli di plastica. Sulle Alpi, dove ai ritmi attuali due terzi dei ghiacciai sono a rischio estinzione entro la fine del secolo, per combattere lo scioglimento si fa anche questo. Coperture di polipropilene geotessile bianco, spesso circa 4 millimetri e in grado di schermare i raggi solari, vengono installate d’estate su alcuni ghiacciai per ridurne la fusione.
Ad accendere i riflettori sulla pratica è stata di recente un’installazione della 17a Biennale di Architettura di Venezia. Il lavoro, intitolato Invisible mountain e visibile nel padiglione italiano curato da Alessandro Melis (più precisamente nella sezione “Sud globale”, a cura di Paola Ruotolo), è realizzato dagli architetti Giovanni Betti e Katharina Fleck, in collaborazione con l’Università delle Arti di Berlino.
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Il libro
La vita e i segreti delle farfalle
Scienziati, ladri e collezionisti che hanno inseguito e raccontato l’insetto più bello del mondo
(Aboca editore, pp. 300, euro 24)
di Wendy Williams
Le farfalle sono gli insetti più amati al mondo, fra i pochi a cui abbiamo permesso di entrare nelle nostre vite: le ammiriamo, le collezioniamo, siamo affascinati dalla loro bellezza. Ma cosa sappiamo realmente di loro? Da dove vengono? Qual è il loro ruolo? Cos’hanno di così magico da indurre alcuni a rischiare – e perdere, a volte – il patrimonio o la vita pur di catturarne una? L’autrice e giornalista scientifica Wendy Williams ha scritto un saggio unico nel suo genere, in cui ci svela i segreti di queste creature, veri e propri “fiori volanti”, molto più intelligenti e forti di quanto pensiamo. Ci insegna che le farfalle comunicano attraverso i loro splendidi e abbaglianti colori, che nel XVII secolo il loro studio rivoluzionò la nostra comprensione della natura ponendo le basi dell’ecologia, che la loro alleanza con altri esseri viventi è alla base della vita sul nostro Pianeta e che possono addirittura migliorare la nostra esistenza in molti modi concreti offrendo nuovi e sorprendenti modelli alla tecnologia medica. Scopriremo tante curiosità interessanti – le farfalle monarca, ad esempio, migrano per migliaia di chilometri ogni anno dal Canada al Messico, altre specie, invece, hanno imparato a ingannare le formiche in modo che queste si prendano cura di loro – ma purtroppo impareremo anche quanto le popolazioni di farfalle e falene siano in declino, un processo che ha cause diverse e noi potremmo fare molto per fermarlo…
Wendy Williams è una giornalista scientifica. Ha collaborato con il New York Times, il Wall Street Journal e il Boston Globe. Ha trascorso la sua vita all’aria aperta, attraversando l’Africa, passeggiando nei campi e nelle foreste dell’Europa ed esplorando le catene montuose e le praterie nordamericane. Vive a Cape Cod, in Massachusetts. È autrice del bestseller internazionale The Horse.
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