Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Riccardo Antoniucci ci spiega i buoni propositi del Festival di Cannes: ossia l’intento degli organizzatori è quello di compensare le emissioni, ma la realtà dei progetti messi a terra è ben diversa. Elisabetta Ambrosi intervista Giuseppe Caporale, giornalista e scrittore, che ci spiega cosa si deve fare in Italia per l’impatto climatico, a partire dal disastro causato dall’alluvione recente.
Nello spazio dedicato alle associazioni, il Wwf punta il dito sul piano del governo sull’adattamento climatico. Mentre Fridays For Future annuncia l’apertura della prima sede in Italia, a Torino.
Nella rubrica Verdi si diventa parliamo di farmaci: come non sprecarli e come smaltirli in modo corretto.
Buona lettura
Al festival di Cannes la “Palma d’oro” del greenwashing
di Riccardo Antoniucci
Per compensare le emissioni di CO2 generate dai viaggi e dall’ospitalità delle star, la direzione del festival di Cannes finanzia con centinaia di migliaia di euro di progetti ecologici in tutto il mondo. Ma l’investimento più costoso è per acquisto di crediti carbonio di un progetto in Zimbawe che è stato criticato. “Il primo festival del cinema attento all’ambiente”. Così, da due anni si rappresenta Cannes, la rassegna cinematografica più importante d’Europa in corso fino al 27 maggio. È stata la direzione artistica di Thierry Frémaux a imprimere la svolta, nel 2021, e oggi vanta di aver raccolto in due anni oltre 1.340.000 euro per l’ambiente, devoluti in decine di progetti di compensazione nazionale e internazionale delle emissioni di Co2. Un discreto budget formato trattenendo 20 euro da ogni singolo biglietto acquistato (90 euro).
(continua a leggere)
Il libro
Il secolo nomade: Come sopravvivere al disastro climatico
Bollati Boringhieri, 374 pagine, euro 25
di Gaia Vince
Un grande sconvolgimento è in arrivo. Trasformerà tutti noi e il nostro pianeta. Nei prossimi cinquant’anni, temperature più elevate unite a un’umidità più intensa faranno sì che vaste aree del pianeta saranno inabitabili per 3,5 miliardi di esseri umani. In fuga dai tropici, dalle zone costiere e dalle terre un tempo coltivabili, enormi masse di persone dovranno cercare nuovi luoghi in cui poter vivere; e tutti noi o saremo tra di loro o tra coloro che li dovranno accogliere. Per ogni grado di aumento della temperatura, un miliardo di persone sarà sfollato dalla zona in cui l’uomo ha vissuto per migliaia di anni. Cosa sta succedendo esattamente? E come questa nuova grande migrazione rimodellerà tutti noi, come specie? Gaia Vince, vincitrice del Royal Society Science Book Prize, descrive come possiamo pianificare e gestire l’inevitabile migrazione climatica che dovremo affrontare (e che alcuni stanno già affrontando) mentre tentiamo – con i mezzi offerti dalla tecnologia – di riportare il pianeta a uno stato pienamente abitabile. Il messaggio vitale di questo libro è che la migrazione non è il problema, ma la soluzione: la migrazione ci salverà, perché è la migrazione che ci ha resi ciò che siamo.
Gaia Vince è una giornalista ambientale, autrice televisiva e di saggistica britannica freelance con cittadinanza britannica e australiana. Scrive per The Guardian e per BBC Online.
|