Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana parliamo di cattive abitudini come il fumo. Le sigarette inquinano, oltre a far male alla salute, e la monocoltura del tabacco nei Paesi più svantaggiati toglie spazio alla coltivazione di materie prime alimentari, di cui avrebbero molto più bisogno: ce ne parla Elisabetta Ambrosi. Guido Biondi ha invece intervistato un maestro del giardinaggio come Paolo Pejrone, che afferma di assistere con preoccupazione ai cambiementi climatici. La Lega Anti Vivisezione riporta in primo piano la questione dell’uso degli animali nelle sperimentazioni da laboratorio, tema su cui le normative europee sono ancora insufficienti, mentre i movimenti ambientalisti si preparano alla Cop26 di Glasgow: questa settimana ospitiamo il racconto delle iniziative dei Parents for future. La rubrica “Verdi si diventa” si concentra sull’acqua che sprechiamo, da rubinetti e dagli elettrodomestici, certamente, ma anche per via di un’alimentazione disattenta. Infine, come sempre, in coda alla newsletter le ultime notizie sul clima che cambia a cura di Luca Mercalli.
Buona lettura.
Smettere di fumare fa bene anche all’ambiente
di Elisabetta Ambrosi
Quasi sei miliardi di sigarette prodotte e vendute ogni anno, una quantità sufficiente a fare il giro della Terra – mettendole in fila – più di diecimila volte. Un’industria tra le più redditizie della storia umana, visto che nel 2015, ultimo anno in cui sono stati resi pubblici tutti i numeri, il profitto combinato delle sei principali multinazionali del tabacco era di 62 miliardi di dollari. E se finora chi voleva combattere “Big Tobacco” si appellava soprattutto alle conseguenze devastanti sulla salute, oggi la lotta contro il tabacco acquisisce un altro aspetto fondamentale, quello ambientale.
Un aspetto al centro del libro Hai da spegnere? Dieci ragioni che non vi hanno mai raccontato per smettere il fumo (Sonzogno), firmato dall’oncologa Giulia Veronesi, direttrice del programma strategico di Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e professoressa associata all’Università Vita-Salute San Raffaele. “La battaglia per eliminare il fumo non è solo una decisione efficace per preservare la salute di un singolo individuo e di chi gli è vicino, ma anche una scelta irrinunciabile per combattere catastrofi come la dispersione della plastica negli oceani e il riscaldamento globale”, dice l’autrice.
(continua a leggere)
Il libro
L’arte di respirare. La nuova scienza per rieducare un gesto naturale
James Nestor
(Aboca pp. 384, euro 24)
Non c’è niente di più essenziale per la nostra vita che respirare: prendere aria e lasciarla uscire, per venticinquemila volte al giorno. Sembrerebbe banale eppure gli esseri umani, come specie, hanno perso la capacità di respirare correttamente, compromettendo così la propria salute. Per avere un’idea di come la respirazione sia considerata dalla medicina moderna, pensate all’ultima visita a cui vi siete sottoposti. Molto probabilmente il medico vi avrà misurato la pressione, la frequenza cardiaca e la temperatura, ma è facile che non vi abbia mai controllato la frequenza respiratoria e l’equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica nel flusso sanguigno. Il giornalista scientifico James Nestor ha viaggiato per il mondo per capire cosa sia andato storto in questo approccio e, dopo minuziose ricerche, ha trovato delle risposte sorprendenti: non le ha trovate, come ci si aspetterebbe, nei laboratori di pneumologia, ma negli scavi di antichi siti di sepoltura, in strutture sovietiche segrete, per le fumose strade di San Paolo… Nestor ha rintracciato uomini e donne che hanno esplorato la scienza nascosta dietro antiche pratiche di respirazione come Pranayama, Sudarshan Kriya e Tummo. Pochi di loro si erano proposti di studiare la respirazione ma continuavano a imbattersi nell’argomento nel tentativo di curare altre patologie. Nestor li ha chiamati “polmonauti”: erano chirurghi della Guerra civile americana, parrucchieri francesi, cantanti lirici anarchici, irritabili allenatori di nuoto, inflessibili cardiologi ucraini, atleti olimpici cecoslovacchi e direttori di coro della Carolina del Nord. Le loro ricerche stanno oggi ridefinendo le potenzialità del corpo umano e ci hanno consentito di scoprire che malattie come asma, ansia, disturbo da deficit di attenzione, psoriasi potrebbero essere alleviate o fatte regredire solo cambiando il modo in cui inspiriamo ed espiriamo. Sì, la respirazione ci permette di agire sul sistema nervoso, controllare la risposta immunitaria e ripristinare la nostra salute. Sì, cambiare il modo in cui respiriamo ci aiuterà a vivere più a lungo. Dopo aver conosciuto polmonauti che hanno usato la respirazione per raddrizzare colonne vertebrali scoliotiche, smussare disturbi cronici e riscaldarsi a temperature sotto lo zero capiremo che niente di tutto ciò dovrebbe essere possibile, eppure, come vedrete, lo è.
James Nestor è un giornalista scientifico. Ha scritto per Outside, Scientific American, The Atlantic, Dwell, The New York Times e molte altre testate. Il suo libro Deep: Freediving, Renegade Science e What the Ocean Tells Us about Ourselves è stato finalista per il PEN/ESPN Award 2015 per la scrittura letteraria sportiva ed è stato segnalato fra gli Amazon Best Science Book del 2014. Nestor è apparso in decine di programmi televisivi nazionali, tra cui ABC’s Nightline e CBS’s Morning News, e su NPR. Vive e respira a San Francisco.
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