Nella newsletter Fatto for Future di questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi ha intervistato Giorgio Vacchiano, ricercatore in Gestione e Pianificazione Forestale all’Università di Milano, che critica l’uscita dal Pnrr dei fondi per nuovi alberi, uscita che dimostra lo scarso interesse del governo per la transizione ecologica.
Nello spazio dedicato alle associazioni, Stefano Ciafani (presidente nazionale di Legambiente) abbatte la propaganda salviniana sul Ponte sullo Stretto che, oltre a costare allo Stato 15 miliardi di euro – destinati tra l’altro ad aumentare – costituirà un vero e proprio danno per l’ambiente. Mountain Wilderness Italia ci porta, invece, in Europa: la Commissione ha elaborato una proposta di legge denominata “Nature Restoration Law”, che ha lo scopo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e acquatiche dell’Unione. Indovinate chi si oppone?
La rubrica Verdi si diventa si occupa di onde elettromagnetiche e di come difendersi da quelle che abbiamo in casa.
Buona lettura
Vacchiano: “Meloni poco green ha depennato gli alberi dal Pnrr”
di Elisabetta Ambrosi
“I fondi del Pnrr dedicati alla messa a dimora sono stati di fatto messi fuori dal Piano. Il governo ha promesso che userà altri fondi ma, uscendo dal Pnrr, è caduta ogni scadenza stringente. Le città possono anche andare avanti, ma senza alcun termine. Non solo. Di fatto, così, non c’è una vera e propria pianificazione nazionale rispetto alla riforestazione urbana”. Giorgio Vacchiano, ricercatore in Gestione e Pianificazione Forestale all’Università di Milano, critica l’uscita dal Pnrr dei fondi per nuovi alberi, uscita che dimostra lo scarso interesse del governo per la transizione ecologica, “purtroppo invisibile in questa manovra”. E in un anno difficile per le foreste italiane ma anche di tutto il mondo – come si è visto in Canada, ma anche in Grecia – fa il punto sullo stato dei nostri alberi. E sulle nuove leggi varate in questi dodici mesi.
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Il libro
Tempeste. Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l’urgenza di agire
Edizioni ambiente, 21 euro, pagine 432
di James Hansen
È il tempo degli eventi meteorologici estremi. Tempeste, alluvioni, trombe d’aria e d’acqua, grandinate, siccità, ondate di calore mai viste. Tempeste chiarisce molti aspetti della scienza del clima e ripercorre le vicende umane e professionali di James Hansen. Uno scienziato che per decenni è stato impegnato nella ricerca ai massimi livelli e che negli ultimi anni è arrivato a farsi arrestare per aver manifestato contro la costruzione di una centrale a carbone. Contro quei problemi ormai innegabili che non possiamo più permetterci di ignorare. Eppure, spiega Hansen, le soluzioni ci sono, fattibili e vantaggiose. Quello che manca è la volontà di attuarle. Non abbiamo molto tempo per farlo, perché, sfortunatamente, “la natura e le leggi della fisica non scendono a compromessi”.
James Hansen. È professore di Scienze della Terra e dell’ambiente alla Columbia University ed è stato direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA dal 1981 al 2013
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