Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, l’intervista al professor Livio De Santoli, esperto di energia pulita, che ci spiega perché cambiare approccio sulle fonti non è solo una questione climatica, ma anche di giustizia sociale. Poi andremo a vedere perché sono importanti gli orti in città, non solo per l’ambiente. Greenpeace ci parla della scomparsa dei fondi per i progetti basati sul fossile, svolta contenuta nel Recovery Plan. Mentre Mountain Wilderness Italia denuncia come i lavori per i Mondiali di sci a Cortina stanno distruggendo la montagna. Vittorio Emiliani ci illustra come potrebbero essere le città del futuro, con le “foreste urbane”. Per finire la rassegna stampa internazionale.
Buona lettura.
De Santoli: “L’energia pulita non è solo una questione di rispetto per l’ambiente”
di Elisabetta Ambrosi
La pensiamo come una questione tecnica, astratta, riservata a esperti neutrali. E invece il modo in cui produciamo e usiamo l’energia racconta non solo il nostro modo di essere, ma anche il livello di democrazia della nostra società. Una società “ingiusta, autoritaria, con tre miliardi di persone che non accedono a riscaldamento e cottura dei cibi, bollette altissime, prevalenza di fonti fossili che riscaldano il mondo, provocando nuove diseguaglianze”, come spiega il professore Livio De Santoli, prorettore per la sostenibilità della Sapienza di Roma e presidente del Coordinamento delle associazioni che si occupano di rinnovabili (Free). Nel suo nuovo libro Energia per la gente. Il futuro di un bene comune, appena uscito per Castelvecchi, descrive il possibile (e obbligato) passaggio verso un’energia democratica e comunitaria, basata su acqua, sole, vento e capace di azzerare la povertà energetica, restituendo alle persone la loro libertà. Proprio come fece, in altri modi, la straordinaria musica degli anni Settanta.
Come descriverebbe, in termini di giustizia e democrazia, il modello energetico basato su fonti fossili?
Autoritario, centralistico, proprietario. Ad alto immobilizzo di capitali per gli investimenti necessari, ma a bassa intensità di ricchezza distribuita. In contrapposizione con le esigenze e il rispetto del territorio e dell’ambiente. Un modello inquinante, predatorio, squilibrato. Al contrario, la transizione che stiamo vivendo verso un modello energetico definito dalle fonti rinnovabili e dalla eliminazione delle fonti fossili può condurci verso una profonda modificazione della società, una società più giusta e più libera. Più si è predisposti a scambiare energia e interazioni più si alimenta la propria crescita e la propria libertà. Nessun uomo è un’isola e il modello energetico questo lo spiega bene.
(continua a leggere)
Il libro
Perché non eravamo pronti
di David Quammen (Adelphi, pagg. 100, € 5)
Sapevamo come, e anche dove, i coronavirus ci avrebbero potuto colpire, eppure – eppure siamo a oggi, all’oggi inquietante e incerto da dove partono, proprio con questo testo, le nuove ricerche di David Quammen.
Autore: David Quammen è un divulgatore scientifico, scrittore e giornalista del National Geographic. Ha studiato letteratura a Oxford; oggi vive in Montana, ma viaggia molto. Ha lavorato anche per altre riviste e giornali, tra cui Harper’s, Rolling Stone e il New York Times. In Italia ha pubblicato saggi divulgativi con Adelphi e Codice. In particolare Spillover. L’evoluzione delle pandemie, pubblicato nel 2017 da Adelphi e tornato nelle classifiche di vendita nel 2020 in occasione della pandemia di Covid.
Del 2020 anche Alla ricerca del predatore alfa. Il mangiatore di uomini nelle giungle della storia e della mente e del 2021 l’instant book Perché non eravamo pronti, sul tema dei coronavirus, sempre Adelphi.
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