Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, ospitiamo un intervento di Marino de Crescente, vicepresidente dell’International Network of Therapeutic Democratic Communities, sul potenziale terapeutico della cura del verde nelle città. Nell’intervista della settimana, Elisabetta Ambrosi ha incontrato Valentino Giacomin, fondatore del noto programma di istruzione “Alice Project Universal Education” (ispirato dal Dalai Lama), con cui ha parlato di ecopsicologia. Passando a temi di attualità, con Guido Biondi leggeremo invece l’ultimo saggio del giornalista e ambientalista Mark Lynas, che ci consegna un vero e proprio ultimatum per agire contro il cambiamento climatico. Nello spazio riservato alle associazioni troverete un intervento di Giorgio Vacchiano (Sisef) sulla catastrofe annunciata degli incendi in Sardegna e perché possono ripetersi, e un aggiornamento della Lav sulla campagna europea per l’abolizione degli allevamenti in gabbia. Infine, l’appuntamento con la rubrica di consigli per una vita più ecosostenibile. Questa settimana parliamo di igiene dentale: dallo spazzolino al collutorio, cosa possiamo fare per adottare soluzioni più rispettose dell’ambiente?
Buona lettura.
Guarire dalla città con l’orto e la botanica: i rimedi dell’ecoterapia contro stress e disagio psicofisico
di Marino de Crescente*
Gli effetti benefici della natura sulla salute degli esseri umani sono da sempre riconosciuti, anche se spesso vengono sacrificati ai tempi della produzione e riproduzione sociale, sempre più pervasive. Nel nostro immaginario, la natura è sempre presente come cornice dei luoghi della cura, come ad esempio nei sanatori per le persone asmatiche o per le tubercolosi. Anche facendo riferimento alla nostra esperienza personale, è innegabile l’influenza sul benessere individuale del trascorrere alcune ore in un bosco, ma anche solo di dedicarsi alla cura delle piante domestiche.
Oggi nuove interessanti ricerche scientifiche in ambito internazionale testimoniano dei vantaggi di un approccio che può essere definito come “ecoterapico” riferibile quindi al un concetto di “salute ecologica”. A questo riguardo si può affermare che l’ecoterapia abbia degli aspetti comuni a quella che oggi è conosciuta come Orticoltura Sociale e Terapeutica e che è stata praticata in diverse forme sin dagli anni 50. Occuparsi del rispetto e della cura del verde, oltre ad avere un vantaggio immediato per chi si dedica a queste attività, può avere anche un importante risvolto sociale: può voler dire occuparsi del benessere di tutti. Se inoltre la persona interessata soffre di un qualsiasi svantaggio o vulnerabilità psicologica o sociale essere impegnata in questo tipo di attività può voler dire dare inizio ad un importante processo di sviluppo personale.
(continua a leggere)
*Marino de Crescente è vicepresidente dell’International Network of Therapeutic Democratic Communities
Il libro
Siamo l’aria che respiriamo. Saggi di ecologia profonda
di Arne Næss
(edizioni piano B, pp.204, euro 16)
Questi saggi sono stati composti nella sua baita-rifugio Tvergastein, sulla cima del monte Hallingskarvet, luogo con cui si identificò completamente e da cui trasse la sua personale ecosofia. Naess ci invita a guardare in modo profondo al nostro rapporto con la terra e le vite che la abitano, ad abbracciare la natura e le sue creature non come “oggetti” isolati e separati da indagare, studiare, sfruttare o “salvare”, ma come parti di una totalità che ci comprende e fonda il nostro sé ecologico – che costituisce la radice stessa della realtà in cui viviamo. L’ecosofia di Naess scaturisce dall’ecologia, ma è saggezza prima che scienza: è la rivoluzionaria presa di coscienza della nostra essenziale unità con l’ambiente, la consapevolezza che muta i nostri valori e comportamenti, che accresce la qualità e la gioia delle nostre vite.
Arne Næss nasce a Slemdal, nei pressi di Oslo, il 27 gennaio del 1912. A soli ventisette anni diventa il più giovane professore dell’Università di Oslo, dopo aver proseguito gli studi a Parigi, Berkley e Vienna. Insieme allo studio coltiva il suo amore per l’alpinismo: alla soglia dei vent’anni ha già asceso le cento vette più alte della Norvegia, e nel 1950 conduce la celebre spedizione del Tirich Mir, in Pakistan, conquistandone i 7.705 metri. Pochi anni prima ha costruito da solo la sua baita sul Monte Hallingskarvet, un luogo che ne segnerà la formazione e la personale filosofia di vita. La lettura di Primavera Silenziosa di Rachel Carson lo ispira a fondare il movimento dell’ecologia profonda, i cui princìpi vengono esposti per la prima volta in un celebre articolo pubblicato nel 1973. I suoi scritti, saggi e articoli lo rendono tra i più influenti pensatori del Ventunesimo secolo, e il più importante filosofo scandinavo dei nostri tempi. Arne Næss si spegne il 12 gennaio 2009 a Oslo, poche settimane prima di compiere novantasette anni.
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