Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, con Luana De Micco andiamo in Francia alla scoperta di un singolare nuovo movimento nato negli atenei del Paese, dove i giovani appena laureati in discipline tecnico-scientifiche dichiarano pubblicamente di rifiutare una carriera in aziende fossili o inquinanti. Elisabetta Ambrosi è andata a conoscere il fotografo Fabiano Ventura, che per 13 anni e 8 spedizioni sui maggiori ghiacciai montani della Terra ha documentato l’impatto del cambiamento climatico, e ora espone i suoi scatti in una mostra in Val D’Aosta.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste leggerete il punto di vista di Fridays for Future Italia sulla grave ondata di siccità che ha colpito il nord della nostra Penisola, mentre l’associazione Marevivo Onlus ci fa scoprire il risvolto nefasto dei palloncini a elio (fatti di plastica inquinante) per gli animali marini. A proposito di ambientalisti, sempre con Elisabetta Ambrosi entriamo dentro la rete degli attivsiti di “Ultima generazione” per scoprire le loro pratiche di protesta.
Infine, la rubrica “Verdi si diventa” ci dà qualche consiglio pratico su come fare una spesa sostenibile sia sul piano economico che ambientale in piena crisi energetica e alimentare. Come ama dire l’economista Leonardo Becchetti, possiamo “votare col portafoglio”.
Buona lettura
È uscita una nuova puntata del podcast Che clima fa, di Elisabetta Ambrosi e Luca Mercalli. Questa settimana si parla di come i media raccontano (spesso male) il cambiamento climatico. Ascoltala su FQ Extra.
Metti il cambiamento climatico nel Cv: i neo-laureati disertano le carriere poco “green”
di Luana De Micco
Si fanno chiamare i “déserteurs” (disertori) o i “bifurqueurs” (“biforcatori”). Sono giovani laureati di prestigiose scuole di ingegneria francesi che, rinnegando il proprio diploma in nome dell’emergenza climatica, sono pronti ad abbracciare carriere più sostenibili: secondo loro, le grandi scuole di ingegneria non fanno altro che formattare i giovani a professioni che alimentano il sistema capitalistico dominante, inadeguato alle esigenze e alle sfide ambientali del momento. Accusano di greenwashing – di usare cioè strategie di marketing per darsi un’ immagine eco friendy ingannevole – le grandi aziende che promettono loro posti dirigenziali e stipendi astronomici, ma che, secondo loro, agiscono solo in funzione dei propri interessi e distruggono il pianeta. Questi giovani ingegneri sono pronti dunque a “disertare” il sistema e “biforcare” verso un nuovo percorso professionale militante.
Il movimento è ufficialmente nato il 30 aprile scorso quando, durante la cerimonia di consegna dei diplomi, otto studenti di AgroParisTech, un istituto di ingegneria agraria e ambientale di Parigi, hanno tenuto un discorso radicale e coraggioso, condannando i metodi dell’ateneo. Discorso che, pubblicato online, dal 10 maggio è stato visionato più di 900 mila volte.
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Il libro
Che cosa è la biodiversità oggi
di Valeria Barbi
(Edizioni Ambiente, pp. 264, euro 18)
La risposta alla domanda “che cosa è la biodiversità” è, in apparenza, semplice. È tutto ciò che vive, dai batteri e dai funghi fino alle balenottere azzurre e alle sequoie. È un arazzo che avvolge il pianeta che ci ospita, composto da un numero incalcolabile di fili, di cui anche noi siamo parte e da cui dipendiamo per il cibo che mangiamo, l’aria e l’acqua. Da qualche secolo, però, abbiamo iniziato a strappare questa tela, prima con timidezza e adesso con un accanimento crescente, e ci siamo avvicinati a quelli che potrebbero essere punti di non ritorno, oltre i quali potrebbero aprirsi scenari molto pericolosi. Nel suo libro, Valeria Barbi spazia tra l’approfondimento scientifico e il racconto dei suoi viaggi nei cinque continenti per spiegare che cosa è la biodiversità e chiarirne l’importanza per le nostre economie e il benessere delle nostre società. E lasciarci un messaggio di ottimismo: siamo stati il problema, ma abbiamo gli strumenti per diventare la soluzione, e rigenerare la ricchezza della natura che abbiamo sciupato.
Valeria Barbi, politologa e naturalista, è docente presso l’Ispi e fa parte della Faculty della 24Ore Business School. È ideatrice e coordinatrice scientifica di Wane (We Are Nature Expedition), un reportage di un anno per indagare la perdita di biodiversità e il rapporto tra uomo e natura lungo la Panamericana.
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