Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Luana De Micco analizza il piano green del rieletto Macron, copiato al rivale Mélenchon. Piano su cui le Ong nutrono un certo scetticismo. Elisabetta Ambrosi intervista il giornalista inglese Henry Mance che ha lavorato in un mattatoio per scrivere un libro sulle distorsioni degli allevamenti e su come diventare vegani.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, Italia Nostra pone l’accento sul far west delle rinnovabili, eolico e fotovoltaico, perchè vengono autorizzati mega impianti senza uno sguardo al territorio. Mentre Friend of the Sea ci spiega le nuove regole che l’Europa sta predisponendo per la pesca.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” parliamo del perché i bambini odiano le verdure e di come fare per correggere i comportamenti.
Buona lettura
Macron “ruba” la pianificazione ecologica a Mélenchon. Ong scettiche
di Luana De Micco
Marsiglia, 16 aprile. È nel Vecchio porto della città mediterranea, sulle terre della sinistra radicale, che Emmanuel Macron, a poco più di una settimana dal ballottaggio contro Marine Le Pen, era andato a giocare la sua carta verde. Nel suo ultimo meeting di campagna aveva annunciato che, se fosse stato rieletto, avrebbe affidato al suo futuro premier la “pianificazione ecologica” del Paese: “Questo secondo mandato sarà ecologico. Voglio mettere l’ecologia al centro del nuovo paradigma politico”, aveva promesso l’allora presidente-candidato, prendendo un impegno per il clima proprio agli sgoccioli di una campagna elettorale in cui la transizione ecologica è passata dietro a temi d’attualità più forti, come il carovita e la guerra in Ucraina. In realtà Macron ha preso in prestito la formula a Jean-Luc Mélenchon, il leader della France Insoumise (LFI), che ha sfiorato il 22% al primo turno del 10 aprile (e superato il 30% a Marsiglia), con un programma verde approvato dalle Ong ambientaliste e raccogliendo anche il voto dei giovani, i più interessati alla crisi climatica. Mélenchon è stato il primo in Francia a parlare di “pianificazione ecologica” e già diversi anni fa. Il concetto era del resto nel suo programma per l’Eliseo. Quel giorno il leader “indomito” ironizzò sul fatto che l’avversario “andava seminando la sua parola”.
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Il documentario
One earth – Tutto è connesso
di Francesco De Augustinis
Qui il trailer del filmato
In che modo il nostro sistema alimentare è connesso alla crisi del clima e alle altre crisi che stanno portando alla rovina il nostro pianeta? Quale ruolo e quali conseguenze hanno la produzione e il consumo del cibo che portiamo sulle nostre tavole? Perché il sistema alimentare rischia di portare alla fame miliardi di persone nei prossimi anni? Queste sono alcune delle domande al centro del documentario, ONE EARTH – Tutto è connesso (2021, 93’) di Francesco De Augustinis, nei cinema o on demand sulsito di unasolaterra. Ambientato in Cina, Europa e Sud America, il film “ONE EARTH – Tutto è connesso” è un viaggio che racconta gli squilibri del nostro sistema alimentare mostrando una serie di fenomeni a catena: l’aumento esponenziale del consumo di carne in Asia, l’iper intensificazione degli allevamenti, la deforestazione tropicale, il crollo drammatico della biodiversità, la crisi alimentare, l’aumento delle epidemie, la crisi climatica.
Francesco De Augustinis è giornalista e documentarista freelance con 10 anni di esperienza in tematiche alimentari e ambientali. Nel 2019 è stato autore del premiato documentario Deforestazione Made in Italy (www.deforestazionemadeinitaly.it), sul commercio di materie prime legate alla deforestazione tropicale in Sud America, come manzo, soia, polpa e carta, legname e cuoio, importati in Italia e in altri Paesi Europei in grandi quantità.
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