Ben tornati alla newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, con Elisabetta Ambrosi andiamo alla scoperta di un nuovo modello di sviluppo. Né con i capitalisti, né con i fautori della decrescita: gli economisti Alessio Terzi e Per Espen Stoknes elaborano teorie per cui si può rinunciare alla produzione di beni inquinanti senza uccidere i desideri delle persone. Scoprirete come.
Se andiamo indietro nel tempo, ci accorgiamo che c’è stato qualcuno che aveva previsto la deriva consumistica e la distruzione ambientale. Vent’anni fa moriva Tiziano Terzani: oggi lo vogliamo ricordare attraverso le parole di Gloria Germani, una delle più note studiose del suo pensiero.
Nello spazio dedicato alle associazioni, attraverso un sondaggio di Marevivo scopriamo che i cittadini chiedono alle istituzioni nazionali ed europee di intervenire per salvare i mari dall’invasione di plastica, percepita come altamente pericolosa. Pubblichiamo poi la testimonianza di un uomo affetto dalla Sindrome da sensibilità chimica multipla, una patologia che sta affrontando con serenità grazie ai boschi e alla pittura.
Nella rubrica Verdi si diventa, infine, vi parliamo di un nuovo podcast ambientalista (ma non solo), pensato per il pubblico più giovane. Non a caso si chiama “The Dreamers”.
Buona lettura
Ridurre il capitalismo inquinante senza uccidere il benessere: la sfida dei nuovi economisti
di Elisabetta Ambrosi
All’inizio è stato lo sviluppo sostenibile, la convinzione, nata a metà degli anni Sessanta, secondo cui crescita economica e ambiente potevano andare a braccetto. I risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti: diseguaglianze in aumento esponenziale, così come le emissioni, mentre i fautori della decrescita acquistano spazio e credibilità tra esperti e opinione pubblica. Oggi una nuova generazione di economisti da un lato ammette il fallimento – e le ragioni di chi critica il capitalismo verde – dall’altro prova a rilanciare una riforma dall’interno del sistema. E una crescita “sana”.
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