Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Riccardo Antoniucci ci aggiorna sul caso dei crediti di carbonio: dopo Cannes che ha rotto i ponti con l’azienda di certificazione, anche il big del settore è finito nel mirino perché i progetti di compensazione non rispondono alle caratteristiche desiderate. E parliamo di un mercato che vale 2 miliardi l’anno. Elisabetta Ambrosi ci parla dell’energia di genere: le donne sono più impegnate nelle rinnovabili, gli uomini nel fossile.
Nello spazio dedicato alle associazioni, Isde Medici per l’ambiente denuncia il caso dei governatori di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna che vogliono limiti meno stringenti per gli inquinanti. Amref Italia punta il dito sull’Africa, un continente raccontato con sole tre parole: guerre, migranti e terrorismo.
Nella rubrica Verdi si diventa parliamo di Bonus, con una guida dell’esperta dell’Enea sulle misure accessibili.
Su FqExtra il podcast di Ambrosi e Mercalli: alluvioni e dissesto idrogeologico, cosa fare per evitare il disastro
Buona lettura
Dopo Cannes, anche il big dei crediti di carbonio finisce nella bufera
di Riccardo Antoniucci
Aumentano le crepe nel sistema europeo della compensazione dei crediti di carbonio. La settimana scorsa un terremoto si è abbattuto su due delle principali aziende del mercato della vendita di compensazioni di CO2, che tra i loro clienti annoverano marchi rinomati come Gucci, Wolkswagen, Porsche, Shell, Disney e perfino il Festival di Cannes.
La 73a edizione del Festival del cinema più importante d’Europa, che si è chiusa sabato, è stata accompagnata da polemiche per un finanziamento da oltre 440 mila euro dato dagli organizzatori all’azienda South Pole, responsabile di due progetti di riforestazione in Zimbawe e Nicaragua. Un’inchiesta del sito investigativo Disclose ha mostrato che le compensazioni vantate da questi progetti erano largamente sovrastimate. Fatto for Future si era occupato del caso nel numero della scorsa settimana. Preso in contropiede, lunedì 22 maggio il comitato organizzatore della Croisette ha annunciato non solo di aver abbandonato la partnership con South Pole, ma anche di essersi liberata di tutti i crediti di carbonio basati sulla lotta alla deforestazione nei Paesi in via di sviluppo.
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Il libro
La grande transizione. Il declino della civiltà industriale e la risposta della decrescita
Bollati Boringhieri, euro 18, pagine 256
Di Mauro Bonaiuti
Siamo inseriti in una megamacchina che si alimenta e prospera non più sui benefici, ma sui mali che essa stessa produce. Delle tante meraviglie promesse dalla scienza nella seconda metà del secolo scorso (energia a basso costo, riduzione delle disuguaglianze e del tempo di lavoro, colonizzazione dello spazio ecc.), quasi nessuna si è realizzata. Ignorare il problema, tuttavia, non fa che aumentare i rischi di dolorose involuzioni autoritarie o di un collasso incontrollato del sistema. Diviene dunque sempre più urgente staccare il pilota automatico che guida la mega macchina tecnico-finanziaria e cambiare rotta. Un necessario cambio di paradigma che l’autore individua, nel progetto radicale della decrescita.
Mauro Bonaiuti insegna presso l’Università di Torino. Si è occupato in particolare di tematiche transdisciplinari tra economia ed ecologia. È considerato il fondatore della bioeconomia ed è anche tra i primi ad introdurre in Italia la riflessione sulla decrescita.
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