Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, con Riccardo Antoniucci leggiamo uno studio dell’università di Valladolid che mette in guardia dal considerare vinta la battaglia della transizione energetica nei trasporti. La mobilità elettrica va bene, ma visto il consumo di terre rare per la produzione di batterie o si riducono i consumi o non sarà possibile raggiungere le zero emissioni entro il 2050 senza provocare altri disastri ecologici. Elisabetta Ambrosi ci racconta del progetto innovativo di una nuova app utile a catturare i cattivi odori che a volte rendono la vita impossibile e spesso sono anche dannosi.
Nello spazio dedicato alle associazioni ospitiamo uno studio di una rete di gruppi ambientalisti che mette in luce lacune e nocività del piano annunciato da Giorgia Meloni per trasformare l’Italia in un hub del gas: i gasdotti graveranno sulle spese degli italiani e violeranno gli impegni sulla lotta alla crisi climatica. Il Wwf Italia parte dai rilievi di alcuni scienziati brasiliani sulla concentrazione di CO2 nell’atmosfera per augurarsi che sotto la presidenza Lula il polmone del Pianeta venga rispettato di più di quanto accadeva con Bolsonaro.
Nella rubrica Verdi si diventa, infine, scopriamo come fare il compost e come utilizzarlo, dal giardino alla cucina.
Buona lettura.
Non è tutto oro quello che è elettrico. Uno studio avverte: “senza decrescita le batterie non basteranno”
di Riccardo Antoniucci
Nel 2019 (l’anno di riferimento prima del Covid) il settore dei trasporti ha pesato per il 27% delle emissioni globali di CO2. Ora, dopo la frenata della pandemia, questa percentuale rischia di aumentare. Nel 2022 l’IPCC ha stimato che le emissioni di gas a effetto serra nell’ambito della mobilità aumentano del 2% all’anno, a un ritmo più rapido di quello di altri settori. La soluzione prospettata nelle politiche pubbliche e nei piani dei privati per la riduzione delle emissioni si basa tutta su una parola: elettrificazione.
Uno studio mostra però che le cose non sono così semplici come sembra. Gli scienziati che lo firmano, membri del Gruppo di Energia, Economia e Dinamica dei Sistemi dell’Università di Valladolid (GEEDS-UVa), sottolineano che senza un cambiamento complessivo del rapporto con le forme di mobilità, che passa anche dalla riduzione di alcuni consumi, l’elettrificazione rischia non soltanto di non risolvere il problema, ma di crearne di nuovi, legati alla disponibilità di risorse.
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Il libro
Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione
di Miranda Rose Hall
Il Saggiatore, Euro 12 pp. 96
Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione è assieme un urlo di terrore e un inno alla vita. Un monologo che la voce impacciata, confusa e spezzata della sua giovane protagonista trasforma in un rito collettivo: un lamento che ci ricorda come la morte di uno equivalga alla morte di tutti. Il racconto di Noemi comincia dalla nascita della vita sulla Terra per proseguire attraverso la lunga sequenza delle specie che sono state cancellate dalla storia, fino a mostrare come negli ultimi duecento anni gli esseri umani abbiano prodotto cambiamenti talmente decisivi nell’ecosistema da condurli sull’orlo della più grande estinzione di massa della storia. Miranda Rose Hall scrive un testo commovente e sincero che unisce l’arte del monologo al coinvolgimento del lettore/spettatore come partecipante di una narrazione condivisa. Introdotta dalla prefazione di Telmo Pievani, quest’opera è un’occasione per fermarci a riflettere su cosa significhi davvero «scomparire»; e per capire come riuscire a prenderci ancora cura l’uno dell’altro, quali alberi di una stessa grande foresta.
Miranda Rose Hall è drammaturga e sceneggiatrice americana. I suoi testi sono stati messi in scena negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. È fondatrice e leader artistico di LubDub TheatreCo, compagnia di teatro fisico con sede a New York.
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