Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana Pietro Mecarozzi ci spiega perchè non è poi così green il biodiesel. Secondo la giornalista scientifica Eliana Liotta non è “necessario essere vegani per rispettare l’ambiente. Ci sono altre diete sostenibili”. Mountain Wilderness ci racconta un modo diverso di fare vacanza, anche con la pandemia. Mentre il Coordinamento FREE critica l’impianto del Pnrr: “Guarda al passato, non al futuro”. Poi un’analisi dell’ambientalismo del ministro per la Transazione ecologica Cingolani. Per finire la rassegna stampa internazionale.
Buona lettura
Oli dannosi per l’ambiente e costi alti per gli automobilisti: ma è così green il biodiesel?
di Pietro Mecarozzi
Un inganno in piena regola, che ha portato delle finte rinnovabili nei biocarburanti. Si tratta di oli vegetali, classificati come Uco, oli usati per fritture o cucina, che a quanto pare non hanno mai visto friggere nulla, ma sono finiti nel biodiesel sussidiati e pagati come rifiuto, quindi il doppio. Circa 100.000 tonnellate su un totale di 1.400.000 tonnellate di biodiesel bruciato nelle auto diesel nel corso del 2019. È questa la denuncia sollevata da Legambiente e dal rapporto “Energia nel settore trasporti 2005 -2019” del Gestore Servizi Energetici.
Secondo il report, inoltre, almeno 90.000 tonnellate di Uco sono state importate dalla Cina, trattate in raffinerie spagnole e infine distribuite nelle normali pompe carburante italiane. Ma perché si tratta di un inganno e di un danno ambientale? Perché è olio di palma o di soia grezzo, probabilmente di qualità scadente, coltivato in piantagioni non certificate e frutto di deforestazione, e – proprio perché “sporcato” un po’ per classificarlo come rifiuto – viene considerato in “doppia contabilità”, cioè incentivato il doppio, nel gasolio da autotrazione.
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Il libro
Scegli l’olio giusto
Come togliere l’olio di palma dal serbatoio, e non solo
a cura di Andrea Poggio
(edizioni La Biblioteca del Cigno, euro 4,99)
Cosa collega le deforestazioni e il fenomeno del land grabbing in Malesia, Indonesia, Borneo, Papua Nuova Guinea, Filippine, America centrale e Africa Sub-sahariana, al diesel “green” che mette in moto le nostre auto? Quanti sanno che esiste una connessione diretta tra il lavoro sfruttato di decine di migliaia di contadini in tutto il mondo e i prodotti che usiamo, ogni giorno, per la nostra igiene personale e per addolcire la nostra alimentazione? La risposta a queste domande è la stessa: olio di palma. Un frutto prezioso della terra, inquinato però da un’economia di rapina, dagli interessi delle multinazionali e dai vizi della società dello spreco. Ma un olio “giusto”, alternativo a quello di palma, si può scegliere. Come spiega l’ebook “Scegli l’olio giusto. Come togliere l’olio di palma dal serbatoio, e non solo”, a cura di Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente, con il contributo degli esperti Dario Dongo, Peter Malaise e Fabrizio Zago. L’ebook si suddivide in sette capitoli: dagli effetti globali delle deforestazioni alle coltivazioni intensive di olio di palma, dallo sviluppo del mercato del biodiesel in Europa e in Italia alle sentenze con cui l’Agcm ha sanzionato le pratiche scorrette di greenwashing di Eni e di altre società, dall’elettricità verde ai biocombustibili. E, ancora, l’italian food e gli interessi dell’industria alimentare, dei detergenti e della cosmesi, una mappa delle bioraffinerie attive in Italia e un focus sul futuro dei biocarburanti.
Autore: Andrea Poggio. È responsabile mobilità sostenibile e stili di vita presso la segreteria nazionale Legambiente (www.viviconstile.org). Giornalista, sino al 1984 ha diretto La nuova ecologia. Ha scritto Vivi con stile (Terre di Mezzo, Milano 2007), Viaggiare leggeri (Terre di Mezzo, Milano 2008), Green Life (con Maria Berrini, Edizioni Ambiente, Milano 2010), Le città sostenibili (Bruno Mondadori, Milano 2013). Ha dato vita al premio Comuni Ricicloni (1993), alle giornate di volontariato Puliamo il mondo (1993), al premio Innovazione amica dell’ambiente (2000) e al primo servizio di car sharing a Milano (2001).
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